di Matteo Malaspina
Sorrisi, abbracci, voglia di ritrovarsi e di festeggiare un traguardo e un pizzico di emozione. La cerimonia della consegna dei diplomi è sempre un momento particolare per gli studenti, soprattutto dopo due anni di stop, che ha permesso a tutti di riassaporare un momento di socialità tanto atteso. Un evento sobrio e semplice, ma significativo ed emozionante sia per gli ex alunni delle classi quinte a.s. 2019/20, sia per i genitori e i professori dell’ITT Montani che stamattina si sono ritrovati nell’Aula Sistemi.
A ricevere l’attestato sono stati 250 ragazzi, tutti ormai impegnati a proseguire gli studi in ambito universitari o indirizzati nel mondo del lavoro, testimonianza di come il Montani è un’eccellenza nazionale per quanto riguarda l’istruzione e il saper dare un futuro ai ragazzi.
A complimentarsi con loro c’era il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, il presidente degli ex allievi Carlo Labbrozzi e i professori dell’istituto, insieme alla dirigente scolastica Stefania Scatasta che commenta: «È bello potersi rivedere dopo tanto tempo di lontananza e festeggiare gli studenti».
Ma la mattinata si è caratterizzata anche per un importante riconoscimento, l’Ape d’Oro, che la scuola ha voluto tributare all’ex preside Margherita Bonanni, che al Montani ha prima insegnato e poi l’ha guidato fino al 2020. «Questa vuole essere un’attestazione di stima da parte della scuola, dei docenti, degli studenti e di tutta la comunità. L’ ape è simbolo della laboriosità e dell’impegno, tutte caratteristiche che la Bonanni ha dimostrato di avere e di mettere a disposizione dell’istituto – ha detto la Scatasta motivando il premio -. Prima docente e poi preside che ha saputo condividere un progetto scolastico e culturale che ha riguardato la persona, lavorando per gli studenti e per i loro progetti di vita. Un lavoro prezioso e per questo il grazie è a nome di tutti».
Difficile è stato per la Bonanni trattenere le lacrime di commozione. «Se in questi anni nell’istituto ho commesso degli errori, sono stati fatti in buona fede. Al Montani ho imparato molto sotto l’aspetto relazionale. Qui ci sono persone che si sono sempre impegnate con amore verso la comunità – ha commentato l’ex preside ringraziando per il premio che ha il significato di un diploma honoris causa -. Troppo spesso si è concentrati sul proprio operato e si giudica quello degli altri ma bisogna sempre riconoscere il lavoro altruie questa scuola sta ottenendo risultati vincenti solo perché tutti vengono coinvolti e apprezzati».
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