Rivalutazione delle pensioni e sostegno alla non autosufficienza. I pensionati della Cisl di Fermo lanciano l’allarme.
Nel 2022, nella provincia di Fermo sono state erogate 67.618 prestazioni pensionistiche. Di queste, l’84% (56.599) sono prestazioni previdenziali, mentre le restanti 11.019 sono prestazioni assistenziali (pensioni sociali e per invalidi civili). Di queste ultime, 5.071 sono prestazioni assistenziali per invalidi civili totali (le cosiddette “indennità di accompagnamento”).
L’87% delle prestazioni previdenziali è erogato ad ex dipendenti del settore privato, il restante 13% a ex dipendenti pubblici. L’importo medio mensile lordo di una prestazione previdenziale ammonta a 1.015 euro, contro una media regionale di 1.147 euro. Significative sono le differenze tra gli ex dipendenti privati, che percepiscono in media 887 euro mensili lordi, e quelli pubblici che ne percepiscono 1.888.
«Sono dati – l’allarme lanciato dal segretario Rls Cisl Fermo, Lanfranco Rocco, analizzando i numeri in mano al sindacato – dai quali emerge con drammatica evidenza il tema della povertà delle persone anziane nel nostro paese. Per questo la Fnp, insieme alla Cisl a tutti i livelli, ha sempre chiesto e continuerà a chiedere l’applicazione di un meccanismo di rivalutazione delle pensioni adeguato a contrastare la fiammata inflazionistica. Con la legge di bilancio 2023 è stato fatto un piccolo ma significativo passo avanti. Viene stabilito infatti che il tasso di rivalutazione annuale delle pensioni (7,3%) si applichi per il 100% a tutte le pensioni il cui importo arriva fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro mensili). In provincia di Fermo questa rivalutazione interessa circa 62.000 pensioni. Grazie all’azione di pressione svolta dalla Cisl e dalla Fnp nazionali sul Governo, è però stato approvato anche un emendamento che determina l’incremento, dall’80 all’85%, della percentuale di rivalutazione delle pensioni con importo che va da 4 a 5 volte il trattamento minino. Operazione che garantisce un adeguamento di circa 150 euro al mese per le pensioni tra i 2.000 e i 2.500 euro lordi, che in provincia di Fermo sono circa 3.000. I trattamenti di importo superiore verranno rivalutati secondo percentuali differenti, calcolate su 4 scaglioni di importo (da 2626,91 a 3152 3,87% ,da 3152,29 a 4203,04 3,43% ,da 4203,05 a 5253 2,7% oltre 2,34%)».
«C’è ancora molto da fare. La Fnp, insieme alla Cisl, chiede al Governo – conclude Rocco – l’apertura di un tavolo di confronto per una modifica complessiva del sistema previdenziale, con la quale affrontare le tante questione aperte. Oltre a quella della rivalutazione dei trattamenti, segnaliamo la necessità di introdurre maggiore flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, di introdurre una pensione di garanzia per i giovani precari e di riconoscere ai fini previdenziali il lavoro di cura svolto dalle donne, specie nei confronti delle persone anziane e non autosufficienti. Proprio la non autosufficienza è una vera e propria emergenza sociale, che nella nostra Regione coinvolge più di 75.000 persone. Di queste, solo il 32% beneficia di servizi pubblici residenziali, diurni o domiciliari. Il restante 68% deve cavarsela da solo, con il sostegno dell’indennità di accompagnamento (525,11 euro mensili) e ricorrendo alle assistenti familiari private, che ufficialmente nelle Marche sono 14.061, ma delle quali se ne stimano circa il triplo. Da questo punto di vista è positiva l’approvazione dello “Schema di disegno di legge in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti“, i cui decreti attuativi vanno approvati entro il 1 marzo 2024. Una riforma che, se correttamente attuata potrà incidere in modo sostanziale sulla macchina organizzativa dei servizi sociosanitari che da troppo tempo lavorano senza una organica interazione e integrazione».
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