Addio a Gianluca Vialli. Calcinaro: «Simbolo del calcio lontano da quello di oggi». Ubaldi: «Meritava il Mondiale»

LUTTO - L'amico fraterno del ct jesino della Nazionale aveva 58 anni. Nel 2014 ritirò a Macerata il premio Etica sportiva a Overtime festival

Canesin-Vialli-Spagnuolo

Vialli premiato da Canesin e Spagnuolo a Overtime nel 2014

E’ morto Gianluca Vialli: ex attaccante di Sampdoria, Juventus e Nazionale e amico fraterno del ct di Jesi Roberto Mancini. Il loro abbraccio dopo la vittoria degli Europei di calcio a Wembley nel 2021 resterà per sempre negli occhi e nei cuori dei tifosi azzurri.

Vialli aveva 58 anni ed è morto nella clinica di Londra dove era ricoverato per curare il cancro al pancreas che aveva scoperto nel 2017. «Un ospite indesiderato, un compagno di viaggio che avrei evitato volentieri», lo aveva ironicamente definitivo lui stesso. Nel 2014 era stato anche ospite di Overtime, il festival di Macerata dedicato al mondo dello sport. Dalle mani dell’allora assessore Alferio Canesin e dell’ideatore della kermesse Michele Spagnuolo ricevette il premio Etica sportiva dell’anno per i dieci anni della Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport onlus. 

Gianluca Vialli (fonte Wikipedia)

Nato calcisticamente nella Cremonese, nell’estate del 1984 Vialli passa alla Sampdoria ed è proprio con i blucerchiati che scriverà pagine indelebili del calcio italiano. “I gemelli del gol”, così fu ribattezzata la coppia formata insieme a Roberto Mancini, che portò la Samp a vincere tra le altre cose la Coppa delle Coppe nel 1989-90 e lo storico scudetto nel 1990-1991. Poi il passaggio alla Juve, dove vincerà un altro scudetto (’94-’95) e la Coppa Campioni del ’95-96. Ha chiuso la carriera da giocatore al Chelsea, dove è stato player-manager, poi ha continuato ad allenare in Premier League al Watford fino al 2002. Nei quindici anni successivi è stato opinionista e commentatore tv, fino al 2017 quando ha scoperto di avere il cancro. Quando il suo amico-fratello Mancini è arrivato alla guida della Nazionale, lo ha voluto con sé come capo delegazione e consigliere. Così i due gemelli del gol sono tornati sportivamente uno a fianco dell’altro, portando l’Italia sul tetto d’Europa, nell’indimenticata finale di Wembley. Lo stesso stadio che quasi 20 prima negò loro la gioia di alzare la Coppa dei Campioni al cielo, nella finale persa dalla Samp contro il Barcellona.

«Gianluca Vialli – l’omaggio del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro – ha rappresentato per me uno di quei simboli di quel calcio che mi ha fatto innamorare…quel calcio lontano mille miglia da quello di oggi. Un calcio dove le squadre meno blasonate come lo erano Verona o Sampdoria potevano anche vincere uno scudetto, un calcio di stadi stracolmi qualsiasi fosse la partita, un calcio che si giocava in contemporanea ed alla domenica…perché al centro c’era il tifoso e non il business televisivo. Vialli ne ha fatto parte anzi ne è stato una colonna…».

«Una notizia tremenda. Grande dolore e cordoglio – le parole del sindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi – per un leader leale avversario del mio Milan a cui è mancata solo la soddisfazione del mondiale. Al pari di campioni come Baresi, Maldini, Mancini, Baggio e tanti altri, avrebbe meritato di diventare campione del mondo in maglia azzurra ed anche campione europeo, solo la maledizione dei rigori lo ha impedito in troppe occasioni. Ma Vialli alla pari di tutti i ragazzi di Azeglio Vicini, di Arrigo Sacchi e Cesare Maldini sarà sempre tra i campioni di tutti noi e un esempio da imitare. Riposa in pace Campione».

Lapidario l’addio del sindaco di Porto Sant’Elpidio, Nazareno Franchellucci, con un conciso ma intriso di emozioni «Ciao Gianluca».


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