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Marca Fermana, la rivelazione del presidente Bascioni: «Non mi ricandido, sono amareggiato e stanco» (Video)

IL PRESIDENTE a cinque giorni dalla scadenza del suo mandato alla guida dell'associazione, vuota il sacco. Uno sfogo, senza eccessi, ma con qualche stoccata, a partire da quelle rivolte ai Comuni che hanno lasciato Marca Fermana: «A nemico che fugge ponti d'oro. Ma ne restano 33 su 40. Vi sembrano pochi?»
Ivano Bascioni, presidente Marca Fermana, a Zoom

Ivano Bascioni

di Giorgio Fedeli

E’ arrivato a scadenza del suo mandato triennale alla guida di Marca Fermana. E oggi, quello ai microfoni di Zoom, la trasmissione di approfondimento di Radio FM1, è un Ivano Bascioni che, senza mai perdere l’aplomb che lo contraddistingue, qualche sassolino se lo toglie eccome dalle scarpe. «Non mi ricandido alla presidenza. Sono amareggiato e stanco» rivela. E non ha problemi a confessare i motivi della sua decisione a cinque giorni dalle votazioni per l’elezione del nuovo presidente della realtà associativa che riunisce gran parte dei Comuni del Fermano (33 al momento), oltre ad associazioni e scuole, e che si occupa principalmente di accoglienza. Ma che inevitabilmente tratta anche di promozione territoriale. Una realtà nata nel 2008 per volontà dei Comuni e che oggi, si diceva, ne conta 33. Insomma una consistente maggioranza. Ma si sa, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. E infatti non sono passati in sordina gli addii dei Comuni di Monte San Pietrangeli, Moresco, Monte Giberto e, da ultimo, Porto Sant’Elpidio (in passato avevano detto addio anche Rapagnano, Lapedona e Montefortino). Nelle scorse settimane è iniziato a circolare anche il ‘nome’ di Porto San Giorgio da quelli degli ‘scissionisti’ ma sembra che, dopo qualche frizioni, tra le parti sia tornato il sereno, almeno all’apparenza.

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Ecco, dunque, da questi addii parte Bascioni: «Non è Marca Fermana che deve andare a cercare eventi ma dovrebbero essere i Comuni a comunicarli. E se questo non avviene, giocoforza non possono essere veicolati, a partire dalla nostra app». Dunque di fatto si è deciso di creare una realtà che poi gli stessi padri, i Comuni, hanno abbandonato? La bolla di ‘carrozzone’ è a un passo. «Ci deve essere collaborazione e su quest’aspetto c’è stato un deficit». Ma allora perché in 33, comunque un numero consistente, restano in Marca Fermana se poi di fatto non la si ottimizza come elemento di aggregazione e amplificazione? «Qualcuno probabilmente resta perché “tanto restano anche gli altri”. Ma, sia chiaro, non è per tutti così, diversi Comuni – rimarca Bascioni – sono propositivi. Devo però constatare una certa miopia sulle potenzialità di questa realtà. Serve maggiore senso di aggregazione, questo è fuori discussione».

Quindi concetti come “rete”, “fare squadra” o “unire gli sforzi” nel Fermano sarebbero ancora e solo parole al vento, obiettivi lontani anni luce? «E’ una questione di campanilismo – replica il presidente uscente – quando invece dovremmo ragionare come un ente unico, è una questione di limite mentale. Ma, ripeto, se ribaltiamo la lettura dei numeri, avere 33 Comuni sotto un’unica effige è qualcosa di più unico che raro. E in tanti credono fortemente in Marca Fermana. Ci siamo mossi per la promozione, con diverse pubblicazioni che da sole varrebbero la quota annuale che i Comuni pagano. Abbiamo lavorato per bandi da Pnrr che fanno bene sì ai Comuni che vi partecipano ma anche a tutto il territorio».

Torniamo a quei Comuni che hanno detto addio: «A nemico che fugge ponti d’oro – non usa mezzi termini Bascioni – con uno solo degli ultimi quattro Comuni ho avuto un confronto. Con gli altri tre nulla. E quindi per me le motivazioni che li hanno spinti a lasciarci sono ancora incomprensibili. Poi se la vogliamo leggere dal punto di vista etico, non lo trovo corretto. Sono state delle sorprese. Penso che un motivo possa essere quello di voler correre da soli». Nulla di personale, dunque? Nulla che possa essere riconducibile alla figura del Bascioni presidente? «Tutti commettiamo errori, per carità – replica – ma non penso mi si possa recriminare granché. A dirla tutta, sono stato eletto nel 2022 e questi anni di presidenza, soprattutto causa Covid, non mi hanno favorito. Insomma sono stato un pò sfortunato. Se mi recrimino qualcosa? Beh forse avrei dovuto essere un pò più rompiscatole con i Comuni, avrei potuto coinvolgerli con un pizzico in più di decisione. Comunque di risultati ne abbiamo ottenuti, penso alle pubblicazioni su una importante rivista archeologica con i comuni di Fermo, Falerone e in programma Monte Rinaldo. Abbiamo vinto un bando per una pubblicazione, in itinere, sui Piceni che coinvolge 36 musei in tutte le Marche. E, pensate, siamo arrivati davanti a Urbino con Raffaello. Sì vero, ma – confessa col sorriso il presidente – perché Raffaello non è circoscrivibile a un interesse solo locale».

Tornando al sostegno, in questo caso economico, con le quote, a Marca Fermana i Comuni da 0 a 1000 abitanti pagano cento euro all’anno, quelli da 1001 a 5000, 250 euro. Quelli da 5000 a 15mila, 500, quelli da 15mila a 30mila, mille euro e quelli sopra a 30 mila (solo Fermo dunque) 2mila. Le associazioni 100 euro annui mentre le scuole ne fanno parte gratuitamente. In pratica Marca Fermana, a fare i conti della serva, incassa annualmente circa 13mila euro. E attualmente, stando alle parole del presidente, ha i conti in sostanziale pareggio. «Ci aspettavamo un pizzico di aiuto in più da tutti, in primis dalla Regione. Ma considerate che già per l’anno in corso, e siamo solo a gennaio, abbiamo già stanziati 50mila euro, e altrettanti per Borghi Maestri (il progetto che vede coinvolti i comuni di Petritoli e Monte Vidon Combatte). Le spese sono coperte. Certo, quelle fisse sono superiori alle quote. Come le fronteggiamo? Semplice, con i bandi». Infine un occhio al futuro prossimo. «Se mi ricandido alla presidenza? No, sono stanco e amareggiato. Ma resto comunque disponibile a far parte del CdA anche perché ci sono, come dicevamo, dei progetti in corso. Un augurio a chi mi succederà? Che Marca Fermana sia vista in maniera più sinergica». Questo però sembra più un monito ai Comuni che non un augurio al prossimo presidente: «Beh diciamo un pò a tutti» conclude Bascioni. E se nessuno si candiderà per raccogliere il suo testimone, l’attuale presidente è anche pronto a restare al suo posto per qualche mese: «Dovrei convocare nuove elezioni» ma non all’infinito. E se nessuno dovesse candidarsi, Marca Fermana potrebbe finire in gestione alla Provincia. Un passaggio che, con ogni probabilità, potrebbe sancire il suo de profundis.


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