Spetterà all’Ast (ex Asur) dire se lo stato attuale in cui è conservata la Cattedrale nell’area dell’Ex Fim è inquinante o no e in che tipologia è inquinato. È questo la conclusione del tavolo tecnico tenutasi questa mattina nel Comune di Porto Sant’Elpidio dove hanno partecipato il sindaco Franchellucci, la Regione, la Soprintendenza, il Segretariato, l’Arpam, l’Ast, la proprietà Fim srl e i progettisti della bonifica.
La tematica era quella di analizzare i punti che il Segretariato, nel preavviso di rigetto della demolizione e ricostruzione della Cattedrale, aveva anticipato potessero essere ancora necessari in termini di approfondimento tecnico.
«Nell’analizzare le questioni è emerso un aspetto prioritario che è quello della salute pubblica – dice il primo cittadino portoelpidiense -. Nell’approvazione del progetto di bonifica del 2007, l’autorità sanitaria diceva che il bene non era conservabile in queste modalità ma necessariamente doveva essere effettuata un’operazione di sabbiatura e successivamente di conservazione. Oggi, la proprietà sostiene che la bonifica è iniziata e hanno verificato che la metodologia indicata non è possibile perché non fa altro che distruggere il bene stesso».
Così, al termine della discussione, la Conferenza ha chiesto formalmente ad Ast, che era presenta al tavolo, di fare uesta verifica che servirà a capire se il bene può essere conservato, e dunque non è inquinato oppure se deve essere trattato. Sarà dunque l’azienda sanitaria a dire se lo stato attuale è inquinante o no e in che tipologie è inquinato, senza però poter decidere in merito alla demolizione.
«Appena arriverà il parere verrà riconvocata immediatamente la conferenza dei servizi – aggiunge Franchellucci -. Non saprei dare una tempistica visto che tutto sarà legato al lavoro dell’Ast».
A conclusione del tavolo tecnico, la Soprintendenza ha aperto alla possibilità di incontrare la proprietà attraverso dei tavoli tecnici per valutare altri sistemi o metodi di conservazione.
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