«La parola chiave che può riassumere ciò che è avvenuto lunedì è: “grottesco”». Inizia così la nota del Coordinamento ex Fim arrivata a margine della Conferenza dei Servizi di due giorni fa.
«A cominciare dall’organizzatore della C.d.S. (l’Amministrazione Comunale) che non ha voluto intorno a sé, in Sala Giunta, i così detti “uditori” relegandoli in una sala riunioni del secondo piano del palazzo comunale, sprovvista di un adeguato sistema di visione e di ascolto che li mettesse in grado di seguire e capire gli interventi dei partecipanti. Oltre alle associazioni anche i consiglieri comunali dell’opposizione hanno subito lo stesso trattamento da parte dell’Ente organizzatore – continua la nota -. Dopo un’ora di inattuata partecipazione democratica, sancita invece dalla legge, dopo ripetute lamentele e dopo i mal riusciti tentativi di aggiustare l’audio per renderlo efficiente, gli emarginati sono semplicemente entrati nella stessa Sala Giunta, ove hanno finalmente potuto mettere in atto il proprio diritto all’ascolto, perdendo, però, tutta la prima parte degli interventi (più della metà dei lavori). Questo sotto l’occhio malevolo di alcuni dei presenti. Anche se in palese contrasto con la nuova normativa sulle Conferenze dei Servizi, le persone presenti in Sala Giunta erano molte di più di quelle che è possibile ammettere: c’era un’abnorme abbondanza di soggetti, di professionisti vari, anche in rappresentanza della proprietà, molti dei quali hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio pensiero in maniera ripetuta Poi, finalmente, di fronte all’innegabile evidenza dei fatti e alla fondatezza della rivendicazione del proprio diritto ad ascoltare, il Sindaco ha concesso l’ingresso in sala, mettendo a tacere il malcelato fastidio di qualcuno. Questa possibilità ha permesso di udire in maniera migliore, ma la sala era sovraffollata ed il brusio di fondo non ha garantito a tutti la corretta percezione di quanto detto dagli organi competenti. Auspichiamo che la prossima conferenza dei servizi sia svolta in sala consiglio e che le persone ammesse a parlare siano quelle aventi diritto di rappresentanza degli enti preposti».
Oltre all’organizzazione del C.d.S., il Coordinamento entra nel merito della questione discussa e critica la conclusione. «Si è chiesto all’ARPAM e all’ATS, Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo, di effettuare studi specifici sulla “compatibilità con la salute pubblica di un eventuale mantenimento della struttura così com’è, quindi senza effettuare la sabbiatura”. Una farsa vera e propria (nel suo significato etimologico) all’interno di “una messa in scena” più facilmente fruibile da chi è informato in maniera minore o più superficiale sui fatti da discutere – dice il Coordinamento -. Le due aziende avevano già espresso la propria opinione al riguardo quando fu approvato il progetto originario ed ancora in vigore di risanamento della Cattedrale. In quella sede, preso atto dei risultati delle indagini conoscitive sull’inquinamento, avevano concordato che con la sabbiatura (proposta dalla proprietà), la muratura sarebbe stata conforme al rispetto delle norme sulla salute pubblica».
Il gruppo di associazioni, a questo punto, si fa delle domande. «Dopo quasi 18 anni ci si accorge dell’inquinamento e dell’importanza della salute pubblica? Perché non è stato fatto prima? Di chi è la colpa di cotanta attesa? O forse oggi diranno che la situazione è cambiata? È rientrata nei limiti anche grazie al naturale dilavamento dei muri e la diminuzione degli elementi inquinanti? Chissà? Crediamo che la risposta sarà fornita in tempi brevi, anzi, brevissimi – concludono -. A questo punto, ci chiediamo con forza: che cosa dice l’opposizione? Quali sono le sue posizioni? Per piacere, non vengano fuori con la solita tiritera della bonifica, perché questa sta a cuore a tutti, in particolare a noi del Coordinamento di Associazioni che denunciamo una colpevole e voluta immobilità che dura ormai da quasi vent’anni».
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