Screpante boccia la riforma Cartabia: «Con la carenza di magistrati non ridurrà i tempi della giustizia» (Videointervista a Zoom)

LA PRESIDENTE neoeletta del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Fermo a 360 gradi. Dalle nuove sfide, su tutte quella della nuova riforma, all'aspetto più intimo e personale: «Sono una persona tenace, responsabile, concreta e ironica. Dedico l'elezione ai miei cari, soprattutto a mia suocera»
L'intervista alla presidente del Coa Fermo, Fabiana Screpante ai microfoni di Radio FM1

La presidente del Coa di Fermo, Fabiana Screpante

di Francesco Silla

Negli studi di Radio Fm1, ieri sera, ospite la nuova Presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Fermo, Fabiana Screpante. Un focus sulla recente elezione e sui problemi e le sfide da affrontare, a partire dalle critiche alla riforma Cartabia. E non è mancato il lato più umano dell’avvocato, con la dedica dell’elezione, da parte della presidente, ai suoi cari «in particolare a mia suocera, scomparsa l’anno scorso. Lei ha visto in me delle qualità che nemmeno io sapevo di avere. Mi reputo una persona concreta, leale, determinata. E sì, diciamolo, anche ironica».

Ieri sera, all’ormai appuntamento fisso del giovedì con Zoom, programma di approfondimento politico condotto dal direttore di Cronache Fermane e Radio Fm1, Giorgio Fedeli, è intervenuta la nuova Presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Fermo, Fabiana Screpante. Un’occasione per delineare i prossimi obiettivi e le sfide che aspettano alla neoeletta presidente. Un’elezione che ha visto, per lei, quasi un plebiscito con 305 voti all’avvocato Screpante su 395 votanti: «Nonostante la lista unica presentata c’è stata un’ottima partecipazione degli iscritti all’Ordine, che hanno dato le loro preferenze per eleggere i sette membri del consiglio dell’Ordine. Questo risultato è un attestato di stima che mi ha reso particolarmente felice».

Se il precedente consiglio dell’Ordine ha dovuto affrontare il Covid, come ribadito nella puntata di Zoom con ospite il presidente uscente Stefano Chiodini, colei che ne ha raccolto il testimone, insieme al nuovo consiglio dovrà affrontare l’applicazione della riforma Cartabia: «Dal primo marzo entreranno in vigore nuove norme, sia per quanto riguarda il processo civile che quello penale, che vanno a stravolgere la procedura – spiega l’avvocato Screpante – Un esempio può essere, nell’atto civile, il cambiamento dell’atto introduttivo, i termini per le costituzioni e altre questioni procedurali che vanno messe in pratica e che dovrebbero portare a una restrizione dei tempi. In questo momento però questo stravolgimento del sistema desta particolari preoccupazioni, non solo per noi avvocati ma anche per i giudici. La prima cosa che ha fatto questo nuovo Consiglio è stato mettere in programma un convegno formativo che ci sarà lunedì 6 febbraio. In teleconferenza abbiamo due professori di procedura civile dell’Università di Bologna, di cui uno si occuperà di un approfondimento di processo civile più generale mentre l’altro si concentrerà sul processo civile in materia di famiglia. Per quanto riguarda il discorso del penale invece, siamo in contatto con la camera penale di Fermo con il presidente Andrea Albanesi e stiamo anche in quel caso attivando un servizio di aggiornamento agli iscritti per capire come muoverci nel miglior modo possibile».
Arriva poi un giudizio da parte della Presidente sulla riforma: «Per come la vedo al momento, non è una buona riforma. Non andrà a ridurre i tempi di procedura. Il problema principale, a mio avviso e ad opinione dei più, è proprio quello della carenza di organico, nelle cancellerie e nella magistratura. Ovviamente gli avvocati e il sistema assorbiranno questa riforma, che in linea di principio potrebbe anche avere le carte in regola per snellire i tempi. Il problema però, come dicevo, è la mancanza di giudici, meno posti vacanti, una continuità nel tenere una causa e una scadenza perentoria che sia applicata sia agli avvocati che ai giudici. La risposta dell’apparato giudiziario deve essere tempestiva, soprattutto in quelle procedure che vanno a cambiare la vita delle persone. A Fermo siamo fortunati, perché c’è una collaborazione virtuosa tra avvocati, magistrati, cancellerie e procura, con cui abbiamo superato il periodo Covid e con cui supereremo anche questa nuova riforma a cui ci dobbiamo adeguare».


Screpante si esprime poi sui rapporti avvocati e assistiti: «Bisogna essere sempre chiari con i clienti, visti i lunghi processi e i problemi del sistema giudiziario. Ci sono poi dei metodi alternativi per risolvere le controversie. Ad esempio, a Fermo c’è un organismo di mediazione, di cui il presidente è l’avvocato Stefano Chiodini, dove ci sono diversi colleghi che fanno da mediatori tra le parti. Un sistema che funziona ma che non può essere applicato a tutte le controversie. Il ruolo del Consiglio è fondamentale, anche nel contesto informativo per il cliente. La mentalità sta cambiando e tanti sono informati sull’istituto di mediazione. Tante controversie si risolvono lì attraverso gli avvocati. E questa è una risposta ai tempi lunghi. Si raggiunge un incontro tra le parti in tempi brevissimi, in molti casi questo può fare la differenza».
L’avvocato Screpante torna poi a parlare del Fermano: «Parlo per il civile. Da quello che ho potuto vivere, le questioni di diritto di famiglia sono in aumento. Non solo separazioni e divorzi, ma anche tutte quelle legate ai minori e ai loro curatori speciali. È un settore in crescita. Il tribunale di Fermo è un tribunale piccolo ma attivo, sia nel civile che nel fallimentare. I giudici hanno un carico e un ruolo abbastanza importante».
In occasione delle votazioni per il consiglio dell’Ordine, si è rinnovato anche il Cpo (Comitato Pari Opportunità). «La parità in questo settore c’è, anche perché io ne sono un esempio. Ovviamente essere donna non aiuta nell’accesso ad alcuni tipi di lavori e per questo la Cpo esiste. Si punta su progetti ed eventi di formazione sulla parità. Forse il problema è nella popolazione e in come viene visto un avvocato donna. Le statistiche parlano chiaro, noi donne guadagniamo di meno dei nostri colleghi uomini. Perché? Se è una propensione del cittadino a scegliere avvocati uomini, questo è preoccupante, perché dovrebbe essere valutata la carriera, la preparazione, i rapporti e le caratteristiche di una persona, che in questa professione contano molto. Non posso dire di non essermi mai sentita in difficoltà. Poi però sono andata avanti e il comitato pari opportunità serve proprio a questo. È stata eletta da poco la nuova presidente, Laura Botticelli, e con lei ci sarà una collaborazione costante, così come con le altre associazioni e con la Camera Penale. Le altre voci vanno ascoltate per rispondere alle esigenze di tutti gli iscritti all’Ordine e soprattutto per rispondere alle diversità di territorio che il Tribunale di Fermo copre».
Riguardo al calo di iscritti all’Ordine degli avvocati «se parliamo degli ultimi anni era prevedibile visti i molti concorsi che sono usciti per cancellieri, funzionari e magistrati. Questo calo non c’è solo da noi ma in tutta Italia. Ci sono state anche delle assunzioni importanti per l’ufficio del processo. Quindi arrivano delle cancellazioni perché gli avvocati si spostano attraverso concorsi in altre fasi del sistema di giustizia. La professione dell’avvocato è ancora ambita da molti ragazzi e ragazze. Sono cambiate alcune procedure che rendono sempre nuovo questo lavoro. Ma la gratificazione è sempre la stessa. E non parlo a livello economico, dove spesso c’è difficoltà ad incassare. La pratica è cambiata, sono cambiate le regole di procedura ed il lavoro è diventato più macchinoso e difficile. Questo ridimensionamento del numero di avvocati che c’è stato negli ultimi anni può essere anche un bene perché aumenta la qualità del servizio. È un lavoro bello che fa crescere continuamente a livello umano. Una delle iniziative che più ha funzionato è quella del Progetto Legalità nelle scuole, per cui devo ringraziare la collega Alessia Capretti. Un’iniziativa per coinvolgere le scuole e far conoscere questo mondo e questo mestiere. Trasmettere il messaggio di legalità nelle scuole è importante e dimostra che il consiglio non è solo un organo istituzionale».
In conclusione, alla domanda a chi dedica questo successo e chi è, Fabiana Screpante risponde: «Sono una persona normale, molto tenace, concreta e responsabile. E sì, diciamolo, anche ironica. La presidenza non era un mio obiettivo fino ad un anno fa. Il mio era quello di lavorare bene ed essere una persona completa, non solo a livello lavorativo. Una persona non è fatta solo di lavoro. Ho una famiglia, due figli. E la priorità sono loro. Dedico quindi questa vittoria a chi mi vuole bene. In particolar modo a mia suocera, scomparsa lo scorso anno, che forse è la persona che molti anni fa ha visto in me delle qualità che nessuno aveva scorto. Certo non è stato facile conciliare la famiglia al lavoro ma lo rifarei, altre mille volte».


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