«Governare una città richiede conoscenza della storia, delle esigenze, delle potenzialità, delle priorità di quel luogo, per poter agire in modo appropriato senza distruggere ciò che lo identifica e non sprecare soldi pubblici. Le Amministrazioni che si sono succedute a Porto Sant’Elpidio, in questi ultimi decenni, hanno seguito tutte la stessa strada: demolire, sostituire, accendere mutui, accordarsi con i privati».
Inizia così la riflessione di Angela Serafini e del suo gruppo, che guardano con diffidenza agli ultimi sviluppi sul futuro dell’ex Fim a Porto Sant’Elpidio. «Il volto della nostra città sta cambiando senza una logica urbanistica e senza una reale necessità. Vedasi piazza Garibaldi, il Beniamino Gigli, lo spazio dell’Orfeo Serafini, via Cesare Battisti, le ville, la Fim. Attualmente, la massima attenzione è concentrata sulla Fim: il 30 gennaio si è tenuta l’ennesima Conferenza dei servizi per parlare dell’inquinamento presente sulla Cattedrale per decidere il da farsi: tenerla perché non inquinata o eseguire il metodo della “sabbiatura” che potrebbe farla crollare, come sostiene la proprietà».
«L’inquinamento della fabbrica, di cui si è sempre parlato, dal terreno ora si è spostato solo sulla Cattedrale – contesta la Serafini – diventata, secondo il nostro Sindaco, un grosso pericolo per la salute pubblica. Ci si accorge solo oggi che questo inquinamento volatile è rischioso? Fino ad oggi cosa hanno fatto le amministrazioni comunali, la proprietà, Asur, Soprintendenza? Si è permessa la demolizione di tutto il complesso dell’area Fim e lo smantellamento delle travi che formavano meravigliose capriate, anche all’interno della Cattedrale, senza tener conto della salute di nessuno. Anzi, durante la demolizione dei vari fabbricati, sono stati aperti i cancelli e la gente è stata invitata ad assistere all’esecuzione dei lavori».
Scettico il gruppo di Angela Serafini, sul fatto che l’abbattimento di ciò che resta della Cattedrale sarebbe risolutivo del problema inquinamento. «Sono trascorsi molti anni, è stato spazzato via quasi tutto di questa struttura, è stata cancellata la nostra storia, è stato ridotto ad uno scheletro la Cattedrale, forse sperando che qualche calamità la facesse cadere. Ora spunta l’inquinamento».
Da salvare, secondo la Serafini, solo «l’impegno profuso in questi anni per salvare il complesso Fim da parte di Legambiente, Italia Nostra e associazioni civiche, che è stato grande e lodevole. Oggi molte altre associazioni, gruppi, comitati locali e non si sono uniti a loro per salvare ciò che rimane del concimificio che ha contribuito a costruire una parte della storia lavorativa e sociale della nostra città. Anche noi, oltre ad aver collaborato dall’esterno, vogliamo aggiungere la nostra voce per sostenere direttamente la causa del coordinamento delle varie associazioni».
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