Al via il primo Centro Interuniversitario per la Ricerca Musicologica in Italia: il trait d’union tra Unimc e i Conservatori di Fermo e Pescara

FERMO – Il CeIRM nasce con l’intento di coniugare l’aspetto musicologico, performativo e teorico. Il consiglio scientifico è costituito dal direttore, il docente di Musicologia Generale e Transculturale a Unimc Vincenzo Caporaletti, e dai consiglieri Nicola Verzina e Paolo Rosato, rispettivamente direttore del Conservatorio Pergolesi e docente in Poesia per Musica e Drammaturgia al Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara

Da sx Paolo Rosato, Nicola Verzina, Vincenzo Caporaletti

 

di Alessandro Luzi

Lo spirito della ricerca scientifica consiste nel tendere lo sguardo sempre verso nuovi orizzonti. Ecco allora che per la prima volta in Italia si assiste alla nascita di un CeIRM (Centro Interuniversitario per la Ricerca Musicologica). L’accordo è stato siglato grazie alla visione pioneristica del prof. Vincenzo Caporaletti, direttore del Centro e docente e di Musicologia Generale e Transculturale all’Università di Macerata, Nicola Verzina, direttore del Conservatorio G.B. Pergolesi, ed il maestro Paolo Rosato, docente in Poesia per Musica e Drammaturgia presso il Conservatorio ‘D’Annunzio’ di Pescara. Il CeIRM è stato presentato questo pomeriggio presso l’ufficio della direzione del Conservatorio di Fermo.

«Questa collaborazione tra Università e Conservatori è fondamentale – ha esordito Verzina -. L’interesse consiste nel coniugare gli aspetti musicologici a quelli performativi e teorico-compositivi. La musicologia si unirà alla ricerca scientifica per definire un nuovo status. L’accordo è conseguente a varie attività degli anni passati, a cui hanno partecipato sia Paolo Rosato, fino a due anni fa docente al Conservatorio di Fermo, e Vincenzo Caporaletti. Il CeIRM sarà l’occasione per riflettere e confrontarsi su prospettive diverse in grado di apportare visioni innovative. Lo scopo degli studi è proprio quello di proporre idee originali e nuovi traguardi da raggiungere. Siamo alla ricerca di un metodo nuovo. La produzione scientifica, artistico-performativa sarà scandita da molteplici attività trasversali come convegni, attività concertistiche, pubblicazioni monografiche e discografiche, introduzione di Master, dottorati e Corsi di Formazione di musicisti e musicologi. Intanto abbiamo già fissato i primi convegni, uno è previsto per il 4 e 5 maggio, incentrato sul timbro come fattore culturale della musica contemporanea».

Il direttore del CeIRM, Vincenzo Caporaletti, ha rimarcato il legame tra il Centro e la tradizione musicale fermana, in particolare l’eredità lasciata dall’Istituto Fermano di Musicologia, fondato negli anni ’90, a Fermo, dal musicologo Marco De Natale. «Fu il primo punto d’incontro tra l’Università ed il Conservatorio – ha puntualizzato -. La nostra ambizione è di raccogliere il suo testimone, proseguire il percorso ed espandere il raggio di azione. Infatti l’accordo è stato siglato anche con il Conservatorio di Pescara, quindi sarà una realtà importantissima del centro Italia. Il CeIRM raccoglierà anche gli stimoli della ricerca musicologica provenienti dall’altro centro da me diretto, ovvero il Centre de Recherche International sur le Jazz et les Musiques Audiotactiles e verrà instaurato un legame con la Universidade Federal do Espírito Santo. Pertanto è indirizzato anche verso il panorama scientifico internazionale. Questa istituzione può diventare il punto di riferimento per il settore pedagogico-didattico, i Master, i corsi di varia tipologia ed i dottorati di ricerca. Di fatto stiamo anticipando una concezione già presente negli Stati Uniti, in cui i Conservatori sono classificati come vere e proprie Università. Sarò affiancato da dei colleghi di elevata caratura professionale con cui condividiamo una visione della musicologia omnicomprensiva. Questa prospettiva apre alla musica del ‘900, quindi alla contemporaneità. Offrirà anche prospettive occupazionali. Per l’autunno stiamo organizzando un workshop con l’European Trio di Enrico Pieranunzi».

Ha concluso l’appuntamento il consigliere e maestro Paolo Rosato: «Anche io collaborai con De Natale e fu un’esperienza molto formativa. Il Conservatorio è in grado di unire tante forze e questa è l’occasione per promuovere un’attività di ricerca inter e transdisciplinare coinvolgendo più soggetti. Gli studi artistici non devono rimanere settoriali ma vanno svolti in sinergia. Sarà anche l’occasione per convergere le differenti esperienze musicali di ognuno».


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