Processo “Spese Facili”, 16 prescrizioni

IL PROCEDIMENTO va avanti per 39 imputati per ipotesi di peculato. La sentenza è attesa per la primavera prossima

Processo “Spese facili”: raffica di prescrizioni. Sono 16, infatti, le posizioni dichiarate prescritte nell’ambito del processo ribattezzato “Spese facili” e in cui rimangono, dunque, 39 imputati.

E’ questo l’ultimo tassello in un procedimento che ha visto chiamati alla sbarra ex consiglieri regionali accusati di peculato per aver ottenuto, stando almeno alla tesi della procura di Ancona, rimborsi per fatture non squisitamente istituzionali o, comunque, non giustificate durante i loro mandati. Nel processo figuravano, almeno fino a ieri, 55 imputati. E per 16 di loro è arrivata la prescrizione. Le spese finite sotto la lente della magistratura, risalivano agli anni 2008, 2009 e 2010.

Si andava da spese di cancelleria a quelle per la ristorazione e per la telefonia. Il verdetto di prescrizione ha riguardato Giuliano Brandoni, Antonio D’Isidoro, Roberto Giannotti, Leonardo Lippi, Katia Mammoli, Luigi Minardi, Fabio Pistarelli, Cesare Procaccini, Franca Romagnoli, Vittoriano Solazzi, Franco Sordoni, Oriano TIberi, Luigi Viventi, Roberto Zaffiri, Ottavio Brini e Franco Capponi. Il giudice ha dichiarato prescritte alcune contestazioni mentre altre sono cadute perché già oggetto di un filone in cui due ex consiglieri sono stati assolti in appello con sentenza irrevocabile.

Ora dunque, alla luce della sentenza, il processo prosegue per le restanti 39 persone, per fatti che arrivano fino al 2012. E ci si attende un pronunciamento definitivo entro la primavera. Tutto è nato, almeno giudiziariamente, nell’estate del 2016. Per 5 persone che avevano scelto il rito abbreviato era arrivata l’assoluzione. Per altri 60 il proscioglimento. Tra i cinque rientravano Gian Mario Spacca e Giacomo Bugaro che, dopo i ricorsi della Procura, erano stati condannati dalla Corte di Appello di Perugia ma la sentenza è stata annullata, di recente, dalla Cassazione che ha rinviato il procedimento a Firenze. Per gli altri 60 la Procura aveva impugnato il proscioglimento portando il tutto in Cassazione che ha rimandato gli atti al tribunale di Ancona con conseguente riavvio del procedimento. Ne è scaturita una nuova udienza preliminare nel 2019: 55 rinvii a giudizio e 5 abbreviati.

Con riti alternativi sono arrivate 4 condanne e un’assoluzione, per l’attuale governatore Francesco Acquaroli (ai tempi non era ancora stato eletto presidente delle Marche). Le condanne sono state successivamente riformate, a settembre dello scorso anno, in Appello: assolti Adriana Mollaroli, Stefania Benatti e Giovanni Zinni, prescrizione per Lidio Rocchi. Sul procedimento in atto, la prossima udienza è stata fissata al 28 febbraio, per l’audizione dei testimoni. A quel punto si passerà alla discussione.

“Spese facili” in Regione: annullate le condanne di Spacca e Bugaro


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