facebook twitter rss

«Ciao Stefano, ci hai insegnato il bene incondizionato» L’ultimo saluto a Del Gobbo (Ascolta la notizia)

PORTO SAN GIORGIO/LAPEDONA - Oggi pomeriggio nella cattedrale di Porto San Giorgio il funerale di Stefano Del Gobbo, originario di Lapedona, deceduto venerdì scorso. Toccanti le parole della sorella e degli amici. Picchetto dei colleghi della Polizia locale
Print Friendly, PDF & Email

Stefano Del Gobbo

di Serena Murri

Cordoglio in tutto il Fermano per la perdita prematura di Stefano Del Gobbo, venuto a mancare all’amore dei suoi cari, venerdì scorso. I funerali si sono svolti oggi, nella cattedrale di Porto San Giorgio. Struggenti le parole della sorella Alida: «Siate come Stefano, gentili e generosi, al di sopra della rabbia e delle ripicche. Fate ogni scelta con il cuore. Così Stefano rimarrà in tutti noi». Del Gobbo lascia una moglie e una figlia.

Oggi pomeriggio, alle 15, in una cattedrale gremita, si sono riuniti l’intera comunità di Lapedona, gli amici, i parenti, le Forze dell’ordine, diversi sindaci e amministratori locali, tutti per porgere l’ultimo saluto a Stefano. Presenti il sindaco di Lapedona, Giuseppe Taffetani, quello di Campofilone, Gabriele Cannella e l’assessore Ercole D’Ercoli, la sindaca di Monterubbiano Meri Marziali, l’ex sindaco di Moresco Massimiliano Splendiani e tanti altri amministratori dai borghi della Valdaso, in molti dei quali Del Gobbo, originario di Lapedona, aveva lavorato. Era infatti un agente della Polizia locale dell’Unione dei Comuni della Valdaso. E oggi a rendergli omaggio anche tantissimi colleghi, da ogni parte del Fermano.

Ascolta la notizia:

Durante l’omelia, il parroco che ha celebrato la funzione, Don Mario Lusek, ha fatto una precisazione: «Non stiamo celebrando la fine degli affetti di Stefano ma la fine della sua presenza terrena che ha saputo regalare a noi tutti. I numerosi attestati di affetto ricevuti dalla famiglia sono la testimonianza del suo essere fra noi, attraverso il suo impegno e la sua umanità. Non solo attraverso il servizio svolto ma attraverso l’attenzione che ha rivolto a tutti noi con naturalezza, nel suo essere lavoratore sempre col sorriso amico. Non si è trattato di semplici attestati di cortesia ma di parole vere, è stata una risposta di sensibilità facilmente percepibile e autentica. I valori espressi da Stefano in vita non moriranno mai. L’attenzione verso chi si ama ci fa scoprire che anche in un momento di distacco e di addio, continuiamo a percepire la sua presenza e vicinanza, non più attraverso la percezione corporea dell’altro ma attraverso i valori e la profonda interiorità, quella che risiede nella stanza profonda nel cuore di Stefano». Sono state queste le parole scelte da Don Mario per sostenere tutti i cari e i parenti di Del Gobbo, accorsi increduli al funerale di Stefano, per accompagnare l’anima dell’uomo nell’ultimo viaggio.

Un intervento breve, quello di Don Mario, per lasciare spazio alle innumerevoli testimonianze che si sono susseguite da parte di parenti e amici e da quel mondo di sport e sociale del quale Del Gobbo faceva parte con vivacità e presenza continua. Il primo è stato l’intervento del parroco che lo seguiva fin da ragazzino, quando Del Gobbo aveva iniziato a giocare a pallone: «Stefano ci ha aiutato a vincere tante partite. Era bravo e coraggioso. Si buttava nella mischia, da bravo attaccante. L’ho rivisto quando lui e altri tornarono per una piccola partita. L’ho rivisto l’8 agosto con la famiglia, per celebrare il battesimo della figlia. Sono qui insieme a voi per salutarlo e accompagnarlo verso la misericordia di Dio, pregando per la sua famiglia affinché possa accogliere questa grande tristezza. Ciao Stefano».

Poi le parole struggenti quelle della sorella di Stefano, Alida: «Ti ringrazio perché sono sempre stata onorata di essere tua sorella. Eri un fratello eccezionale. Un figlio attento e premuroso. Grazie per esserci sempre stato. Grazie per averci insegnato a voler bene a tutti incondizionatamente. Siamo qui a trovare un senso a questo dolore immenso. Anche se non lo troveremo mai, di fronte ad ogni scelta penseremo a come avresti agito tu, con gentilezza e generosità. Tutti potremmo essere migliori. È questo il senso da trovare in questo dolore».

Poche parole quelle lette da una coetanea a nome di tutta la Terza C: «Ciao Stefano. Persone profonde e di spessore come te lasciano un grande vuoto. Continueremo ad aspettarti davanti al cancello mentre attendi tua figlia. Solo il tuo saper fare sempre un passo indietro, faceva sì che fossi sempre un passo avanti a tutti. Grazie per aver condiviso tutto con noi. Sei ovunque e sarai in tutte le cose che tua figlia farà. Fai buon viaggio».

Parole commosse anche dal sindaco di Lapedona, Giuseppe Taffetani che si è stretto ai familiari distrutti dal dolore: «In questi giorni sono stati tanti gli amministratori che hanno espresso vicinanza e cordoglio. Hanno avuto tutti un pensiero per Stefano. Una stupenda persona, lo conoscevo da 40 anni. Nella professione, in 9 anni da sindaco, non mi ha mai detto “non posso”. Era sempre disponibile. Ha sempre risolto i problemi attraverso il dialogo e il confronto. Ricorderemo sempre il suo sorriso. Porto l’abbraccio da parte di tutta la nostra comunità». I familiari hanno chiesto non fiori ma offerte alla Croce verde Valdaso.

Tanti altri hanno voluto ricordarlo, dall’amico che era con lui al concerto dei Radiohead tanti anni fa a Ferrara, ai compagni del calcio, per il divertimento e per il bene fatto, tutti hanno voluto regalare un pensiero che accompagnasse questa grave perdita. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe finita così, oggi. L’ultima benedizione, poi la bara è stata accompagnata fuori dalla chiesa, dove era pronto il picchetto dei colleghi della Polizia locale per dargli l’ultimo saluto, prima dell’ultimo viaggio.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti