L’Ete esonda, campi allagati e case isolate. Ferracuti: «A che punto è il progetto? Intanto si sistemi quell’argine» (Video e Foto)

FERMO - La segnalazione del proprietario terriero Fabrizio Ferracuti che anche ieri, nonostante la pioggia non sia caduta in misura allarmante, si è ritrovato i suoi campi allagati a causa dell'esondazione dell'Ete in un punto in cui l'argine è distrutto dal 2013
L'esondazione dell'Ete in contrada Ete bivio strada San Michele-Camera

L’esondazione dell’Ete, ieri, in contrada Ete bivio Strada San Michele-Camera

di Giorgio Fedeli

Allagamenti, esondazioni, danni e disagi. E ogni volta è la stessa storia. Ormai da anni, dieci per la precisione, in contrada Ete, bivio strada San Michele-Camera.

Non servono nemmeno più bombe d’acqua, non servono alluvioni tipo quella devastante del 2011, ormai basta che il fiume Ete si alzi un pò che circa 5 ettari di campi si allagano irrimediabilmente. Come se non bastasse, alcune strade vengono invase da acqua e melma isolando di fatto anche diverse famiglie. La causa dell’esondazione con conseguenti allagamenti risiederebbe in un argine divorato dal fiume giusto 10 anni fa. E da allora nessuno ha provveduto a sistemarlo.

Oggi, dopo la piena di ieri, nonostante il maltempo non sia stato dei peggiori mai registrati, i proprietari delle terre tornano a far sentire la loro voce. Perché, come al solito, si sono ritrovati i campi invasi da acqua e melma. «Lo facciamo per due semplici motivi – spiega Fabrizio Ferracuti, proprietario terriero insieme ai fratelli – il primo è per capire a che punto è il progetto che prevedeva interventi di sistemazione del fiume per circa 7/8 chilometri dalla foce verso l’interno. Il secondo è per segnalare che, per risolvere il problema in contrada Ete basterebbe una giornata di lavoro». Sì perché gli allagamenti in questione sono provocati dall’esondazione dell’Ete che in un punto a poche centinaia di metri dalla strada San Michele ha distrutto un argine. E così la sponda sud del fiume subisce sistematicamente gli allagamenti.

«Quell’argine è rotto dal 2013, sì avete capito bene. Sono 10 anni che è rotto. E da 10 anni ci allaghiamo – continua Ferracuti – abbiamo scritto più e più volte a Comune e Provincia ma nessuno è mai intervenuto. E paradossalmente noi privati, anche volessimo intervenire autonomamente, non possiamo farlo perché stiamo parlando di pertinenze demaniali. Quindi servono autorizzazioni e nulla osta. Ma per rimettere a posto quell’argine basterebbe un giorno di lavori con un escavatore». I privati anche oggi torneranno a scrivere, alla Regione. Nello specifico al Genio civile della Regione che dal 2016 è competente in materia. «Vorremmo capire a che punto è quel progetto. Sappiamo che mancava un parere, sembra della Soprintendenza. Abbiamo speranza che si sblocchi da qui a breve? Ma torneremo anche a ribadire che nel frattempo chi di dovere potrebbe attivarsi per un lavoro in somma urgenza per tamponare quell’argine ed evitare quello che capita praticamente ogni volta che l’Ete si alza di qualche centimetro». Nelle prossime ore i proprietari torneranno a sollecitare le istituzioni, partendo dal Genio civile della Regione, competente in materia dal 2016, per avere delle risposte.


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