L’Avis dei Sibillini ricomincia da dove aveva lasciato, tre anni fa, per colpa del Covid che però non ha fermato le donazioni: sono state 499 le sacche di sangue raccolte lo scorso anno.
E, questo, nonostante le difficoltà legate ancora alla paura virus che ha messo il mondo in ginocchio.
Nonostante la sede decisamente poco adatta: un container, che non permette la presenza di più donatori contemporaneamente e implica l’attesa, tra una donazione e l’altra, all’aperto. Male sia nel freddo inverno che nella torrida estate. Di un luogo più idoneo non se ne parla.
L’Avis dei Sibillini, che raggruppa comuni del Piceno e del Fermano va avanti, seppure non c’è ricambio generazionale: solo 12 nuovi donatori di cui 4 diciottenni.
«La popolazione, nelle aree montane, invecchia – ha fatto notare il vice presidente dell’Avis dei Sibillini, Domenico Annibali – o se ne va in località meglio servite».
Dello spopolamento risente anche il gruppo che raggruppa donatori dei comuni di Amandola, Comunanza, Force, Montemonaco, Montefortino, Montefalcone, Smerillo ,Montedinove, Rotella, Santa Vittoria in Matenano, Montelparo.
Problemi non nuovi ma che non hanno smorzato l’entusiasmo di tornare a celebrare in presenza l’assemblea annuale dei soci, che si è svolta domenica 5 marzo a Comunanza.
Bellissima e di buon auspicio la festa alla vigilia dell’assemblea, della quale sono stati protagonisti gli alunni di 52 classi delle scuole appartenenti agli Isc di Amandola e Comunanza: 518 allievi, provenienti da 6 diversi comuni e che hanno prodotto 40 lavori sul tema della donazione e della loro esperienza durante i tre anni di didattica a distanza, la famosa Dad.
La cerimonia di premiazione del concorso grafico pittorico si è svolta sabato 4 marzo, al Centro Polifunzionale di Protezione Civile di Comunanza, alla presenza del sindaco Alvaro Cesaroni e dell’assessore alle Politiche Sociali Francesca Perugini, oltre che del presidente dell’Avis dei Sibillini, il dottor Franco Rossi, ed il vice Domenico Annibali.
La domenica dopo, i donatori e familiari si sono ritrovati nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Comunanza per commemorare i donatori defunti nel corso degli ultimi 3 anni.
Poi tutti si sono trasferiti all’Auditorium “Luzi”, dove il dottor Rossi ha esposto la relazione annuale ed ha presentato i bilanci consuntivo e preventivo, poi sottoposti a votazione come da statuto Nazionale.
Sono stati riportati i dati sull’andamento delle donazioni dell’anno 2022 che, nonostante il calo dei soci, sono risultate in linea con gli anni precedenti, grazie alla più assidua disponibilità dei volontari rimasti e che sono stati caldamente ringraziati dalla platea presente.
Erano presenti, in questa giornata di lavoro e di festa, l’assessore comunale Perugini, la presidente dell’Avis provinciale di Fermo Elena Simoni, l’Avis di Torre San Patrizio ed una delegazione dell’Avis di Sant’Elpidio a Mare.
Al termine della manifestazione sono stati premiati i donatori meritevoli che in questo periodo di confinamento non hanno potuto ricevere il riconoscimento che lo statuto avisino prevede relativamente al numero delle donazioni effettuate ed agli anni di permanenza nell’associazione.
I premiati, sono stati: 55 donatori con il rame, 52 con l’argento, 44 con l’argento dorato, 15 con l’oro e 5 con l’oro e rubino.
E’ stata anche l’occasione di chiedere ai donatori presenti di invitare parenti, amici e conoscenti ad unirsi a loro per poter continuare a garantire un certo numero di sacche necessarie per i nostri ospedali.
«Nonostante siamo ancora in attesa di una sede più consona – ha ribadito Annibali – siamo infatti ancora in un container da 5 anni, la famiglia avisina dell’entroterra dei Sibillini non ha ridotto eccessivamente l’apporto del proprio sangue alla comunità marchigiana, recuperando, alla fine dello scorso anno, quel gap miscelato di paura e di ridotto ricambio generazionale.
E’ inaccettabile ed incomprensibile – ha continuato Annibali – che dopo tante richieste ed appelli a cui nessuno ha risposto, si debba continuare ad effettuare donazioni in un container.
Quando invece, proprio di fianco al prefabbricato, c’è una struttura libera di circa 1.400 metri quadrati. All’Avis Sibillini basterebbero soltanto 100, 120 metri quadri».
m.n.g.
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