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«Ridateci i servizi sanitari, che ospedale avremo?» Treggiari scrive ad Acquaroli

AMANDOLA - L'ex sindaco scrive al governatore: «Tutti sanno che si sarebbe potuto riportare qualche servizio essenziale nel vecchio Vittorio Emanuele II che, a dispetto di chi lo vorrebbe distrutto ed irrecuperabile, è ancora là, in piedi, ad aspettare che qualcuno si decida, spendendo pochi euro, a metterlo nelle condizioni di riprendere parte delle sue funzioni»

L’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari

Riceviamo da Riccardo Treggiari, ex sindaco di Amandola, e pubblichiamo una sua lettera aperta al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.
«Caro Presidente Acquaroli, scrivo da elettore che ha riposto in Lei la massima fiducia, perché la nostra zona montana potesse ripartire, dopo anni di inarrestabile declino, dovuto alle continue sottrazioni di servizi primari, messi in atto dai governi regionali che si sono succeduti nel tempo. Mi piacque il suo progetto di riequilibrio del territorio del quale, purtroppo per noi, non se ne avvertono ancora segni tangibili. Per tamponare la fuga degli abitanti dei Sibillini e, magari, fare sí che qualcuno qua si possa trasferire, è necessario riportare subito quei servizi che ci consentano almeno di sopravvivere. Parlo di Sanità. Sono quasi sette anni che siamo senza Ospedale e se è pur vero che, lentamente, si sta  completando la nuova struttura, vorremmo conoscerne la destinazione e la classificazione tecnica. Che tipo di nosocomio? Ospedale in Area Disagiata come garantito dal Decreto Balduzzi? Se così fosse, dovremmo aspettarci un vero Pronto Soccorso, con tanto di chirurgo ed anestesista, ma, a leggere i numeri del personale medico dedicato, constatiamo che sono gli stessi di chi l’ha preceduto. Assente la Chirurgia, con il solo Reparto di Medicina, che non raggiunge nemmeno i venti posti letto, desumiamo che non avrà un Primario e, non disponendo di questa figura apicale, quello previsto non opererà mai in autonomia, ma sarà una dependance del Murri di Fermo. Prima di vedere in funzione la nuova struttura, comunque, necessiteranno almeno ancora due o tre anni. Nel frattempo, qui, i decessi fluiscono con continuità impressionante; tutti sanno che si sarebbe potuto riportare qualche servizio essenziale nel vecchio Vittorio Emanuele II che, a dispetto di chi lo vorrebbe distrutto ed irrecuperabile, è ancora là, in piedi, ad aspettare che qualcuno si decida, spendendo pochi euro, a metterlo nelle condizioni di riprendere parte delle sue funzioni. D’altra parte, concludo, la Regione, salvo non decida di demolire il complesso edilizio ospedaliero, strutturalmente sano, è obbligata, in virtù dell’Ordinanza Commissariale n.37 del 8 settembre 2017, avendo deciso di edificare una nuova struttura, a ripristinare il vecchio nosocomio, con fondi propri, avendo destinato alla stessa nuova struttura le risorse economiche del terremoto. Con lo stesso spirito, ed immutata stima, di quando decisi di votarLa, La prego di non deluderci».

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