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Porto, avviata la decadenza della concessione. La Marina non ci sta, Marconi: «Il Comune è in debito con noi, adiremo le vie legali»

PORTO SAN GIORGIO - Il presidente del Marinedi non va per il sottile nei confronti del Comune: «Abbiamo chiesto il riequilibrio della concessione a un tavolo ad hoc previsto dalla legge. Ma da due anni non si procede. A questo punto sarà proprio la legge a prevalere sull'inerzia»

Concessione demaniale, il Comune avvia il procedimento per la dichiarazione di decadenza. E la Marina risponde passando alle carte bollate.

L’Amministrazione comunale di Porto San Giorgio, infatti, ha fatto sapere in queste ore che dal servizio Demanio e Patrimonio è partita la comunicazione di avvio del procedimento per la dichiarazione della decadenza della società Marina di Porto San Giorgio dalla concessione demaniale marittima del porto turistico. Il tutto per il mancato pagamento dei canoni.

Una notizia che certo è maldigerita dalla Marina che, con il presidente di Marinedi, l’ingegner Renato Marconi, non ci va per il sottile: «Noi vantiamo un credito, non certo un debito, col Comune. Ora adiremo le vie legali e siamo convinti che la legge ci riconoscerà nuovamente i nostri diritti, sì nuovamente».

Andiamo per ordine, con l’ingegner Marconi che ripercorre l’iter interlocutorio con il Comune: «La lettera dell’ente non ci ha colto di sorpresa ma noi siamo creditori, non certo debitori, del Comune. Da oltre due anni abbiamo chiesto un tavolo per il riequilibrio della concessione demaniale. E sia chiaro, è un tavolo previsto dal codice della navigazione, dunque dalla legge. Ma, e non so il perché, da due anni questa interlocuzione non va avanti. Illustri pareri, anche di noti giuristi, ci dimostrano che la nostra posizione è corretta. Abbiamo anche tre pronunce del Consiglio di Stato che riconoscono i nostri diritti. Tre anni fa, quando siamo arrivati al porto, abbiamo subito mostrato anche con i fatti un atteggiamento certamente non ostile nei confronti del Comune, anzi assolutamente collaborativo. Ci dispiace che si sia arrivati a tanto (con la missiva dell’ente che comunica l’avvio del procedimento per la dichiarazione della decadenza della concessione). A questo punto adiremo le vie legali».

Ma perché la Marina si sente creditrice? «Semplice. Perché nel corso degli anni ha pagato spesso e volentieri cifre ben superiori rispetto a quelle dovute. Il piano regolatore è stato approvato dopo 42 anni e in questo lungo periodo la concessione non poteva essere messa in atto – spiega Marconi – restano 8 anni all’attivo. E certamente con questo margine non si può costruire nelle aree a terra. Si dialogava per il rinnovo per altri 32 anni di concessione. Ma tornando ai canoni, in alcuni casi, per fare un esempio, si è arrivati a pagare anche 290 mila euro al posto dei 100 mila annui. Ecco perché da due anni siamo fermi con i pagamenti, perché è stato versato più del dovuto. Siamo dunque a credito di qualche migliaio di euro. E speravamo di risolvere la questione al tavolo per il riequilibrio. Vorrei anche ricordare che la Corte Costituzionale ha riconosciuto una diminuzione del canone. Abbiamo vinto al Consiglio di Stato. Ed ora, come ci è consentito dalla legge, impugneremo l’atto del Comune dinanzi al Tar. Siamo convinti che la legge prevarrà sull’inerzia emersa dal tavolo del riequilibrio. Intanto il porto continua a funzionare in attesa – il pungolo di Marconi – del dragaggio all’ingresso, che spetta al Comune. All’imbocco c’è una profondità di 2,5 metri mentre all’interno dell’approdo è a 2,9 metri».

g.f.

L’ingresso della Marina di Porto San Giorgio


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