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Commercio, a P.S.Giorgio chiusi 20 negozi in un anno. Reggono il colpo turismo e ristorazione

PORTO SAN GIORGIO - Sono una ventina le attività commerciali che a Porto San Giorgio hanno chiuso i battenti in un solo anno. Gli ultimi dati si riferiscono a febbraio 2023. Ci mostrano un quadro non proprio roseo per uno dei due settori (l'altro è il turismo) che fanno da traino all'economia cittadina. E così, se nel febbraio 2022 il commercio in sede fissa poteva contare su ben 697 attività di cui 29 medie strutture e 12 giornali, un anno dopo il numero è sceso a 678.

Fiera San Giorgio

di Sandro Renzi

Sono una ventina le attività commerciali che a Porto San Giorgio hanno chiuso i battenti in un solo anno. Gli ultimi dati si riferiscono a febbraio 2023. Ci mostrano un quadro non proprio roseo per uno dei due settori (l’altro è il turismo) che fanno da traino all’economia cittadina. Non è un segreto che il commercio da tempo sia in sofferenza, quello al dettaglio soprattutto. Basta dare uno sguardo in giro per vedere il proliferare di cartelli affissi alle vetrine con su scritto vendesi o affittasi, oppure le saracinesche abbassate da un giorno all’altro. Di più tra dicembre e gennaio quando si chiudono anche i bilanci delle attività. E così, se nel febbraio 2022 il commercio in sede fissa poteva contare su ben 697 attività di cui 29 medie strutture e 12 giornali, un anno dopo il numero è sceso a 678.

Sono andati persi negozi di abbigliamento, di oggettistica e fruttivendoli, ma anche un giornalaio e una media struttura di vendita. Il Covid, come è noto, ci ha messo del suo e chi ha cercato a stento di sopravvivere nei mesi della bufera pandemica ha poi mollato la presa optando per la chiusura definitiva. Tiene invece il “food and beverage”, per nulla toccato dalla crisi almeno stando ai numeri. Erano 211 bar, ristoranti e pizzerie nel 2022, sono 212 a febbraio 2023. Anche se non sono mancati cambi di gestione che hanno però permesso alla struttura di rimanere in vita. L’unico settore che cresce è quello delle strutture ricettive. Un calderone nel quale tuttavia confluiscono non solo gli alberghi ma anche le pensioni, i B&B e gli appartamenti ammobiliati per uso turistico. Sono quasi certamente queste ultime due categorie a trainare un comparto che negli anni ha perso soprattutto gli alberghi a Porto San Giorgio. Diversi quelli che hanno chiuso per sempre, diversi quelli che aprono solo per la stagione estiva. Nel complesso si è comunque passati da 77 a 103. Il settore legato alla cura della persona (acconciatori ed estetisti) ha visto ben 4 chiusure, da 97 a 93.

Segno meno pure per i distributori di carburante che da 11 passano a 9 e per le agenzia di viaggio da 10 a 9. Segno più invece per le lavanderia cresciute di una unità: da 10 a 11. Ma anche per le attività di panificazione, da 11 a 12. Sul fronte degli addetti occupati in otto anni, dal 2012 al 2020, si sono persi poco meno di 600 posti di lavoro. Dieci anni fa c’erano 4.633 addetti con 1.765 imprese attive (fonte Infocamere). Nel 2020 con 1.611 imprese attive gli addetti occupati erano scesi a 4.065. L’unico segnale positivo, spulciando i dati del 2018, riguarda invece il reddito pro-capite. A Porto San Giorgio era di 20.704 euro (reddito imponibile per contribuente) a fronte di un dato medio della Regione Marche che si attestava a 19.422 euro. Discorso analogo per il reddito imponibile per abitante che nella cittadina rivierasca ammontava a 14.666 euro contro i 13.987 della media regionale.


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