Non è passata inosservata, soprattutto agli occhi della Polizia di Stato, la scritta comparsa alcuni giorni fa su un muro lungo viale della Vittoria, a pochi metri dall’ingresso del Comune di Porto San Giorgio, in cui compaiono un cognome e un numero. Nulla di strano se non fosse che quel cognome è dell’attuale ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il numero potrebbe essere riconducibili alle vittime della tragedia di Cutro: 71. Un numero che, purtroppo, non corrisponde, ad oggi, al reale numero delle vittime a 87. Ma magari quando la scritta è stata realizzata i morti erano ancora 71.
Una tragedia immane, si diceva, causata dal naufragio del caicco carico di migranti avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. A quasi tre settimane dalla tragedia, ieri mattina è stato recuperato il corpo di un uomo di circa 40 anni. Ma considerando che quella scritta è lì da diversi giorni, potrebbe essere stata realizzata quando i decessi erano, appunto, 71 con uno straziante bollettino cresciuto di ora in ora, di giorno in giorno.
Comunque sul posto sono arrivati gli specialisti della Polizia, con Digos e Scientifica, proprio per effettuare tutti gli accertamenti del caso. Il nome di un ministro accostato a un numero verosimilmente riconducibile alla tragedia di Cutro, infatti, per gli investigatori della Questura è un fatto da attenzionare. E da qui le indagini.
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