«Investimenti, reti territoriali e telemedicina per la sanità pubblica» La ricetta del sottosegretario Gemmato (Video)

PORTO SANT'ELPIDIO - Il sottosegretario alla Salute è intervenuto oggi pomeriggio in città nell'ambito dell'incontro dal titolo "Per una sanità più vicina al cittadino" organizzato da FdI
L'intervento del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato

di Francesco Silla

Investire nella sanità pubblica creando delle reti e dei filtri territoriali che contribuiscano a una capillarizzazione della sanità stessa e, contemporaneamente a decongestionare gli ospedali, partendo dai Pronto soccorso, facendo anche leva sulla telemedicina.

Questa, di massima, la ricetta illustrata dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, intervenuto oggi pomeriggio a Porto Sant’Elpidio nell’ambito dell’incontro dal titolo “Per una sanità più vicina al cittadino” organizzato da FdI. Presenti, infatti, la senatrice Elena Leonardi, segretario della commissione Sanità, il consigliere regionale Andrea Putzu, il consigliere comunale e coordinatore provinciale FdI, Andrea Balestrieri, il capogruppo comunale Giorgio Marcotulli e la coordinatrice comunale Gioia Di Ridolfo. Presente anche il candidato sindaco Massimiliano Ciarpella.

Il sottosegretario Gemmato

«Dobbiamo investire nella sanità pubblica. E questo governo – il punto del sottosegretario Gemmato – ci crede non fosse altro che nel triennio 2023/25 ha messo 7 miliardi e 50 milioni in più sul Fondo Sanitario nazionale. Immaginate che nel decennio prima del 2019, sono stati de-finanziati 37 miliardi di euro per la sanità pubblica. E’ stata sbagliata la programmazione sanitaria. E se ora volessimo immaginare il numero di medici che vorremmo da qui al futuro prossimo dovremmo attendere 10 anni perché, tra 6 anni di corso di laurea più quelli della specializzazione, l’immissione nel mondo del lavoro ce lo abbiamo tra un decennio.
Col Pnrr avremo 15,6 miliardi che verranno gestiti sui territori e porteranno all’apertura di 1350 Case di Comunità, 605 Cot (le centrali operative territoriali) e 400 ospedali di comunità, ulteriore articolazione per colmare le distanze tra ospedali e territori. La congestione dei Pronto soccorso avviene perché non esiste un filtro territoriale. Acquaroli ha immaginato l’aggregazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta che unendosi danno vita a dei punti di riferimento per i cittadini».

Aperta parentesi sulla telemedicina: «Oggi noi possiamo raggiungere qualsiasi punto d’Italia e fare le stesse diagnostiche che si fanno in ospedale. Se si rileva qualcosa di grave, allora il paziente va all’ospedale, altrimenti, come avviene nella maggior parte dei casi, se non è grave se ne torna a casa con il conforto del medico. E in questa rete possiamo coinvolgere anche i laboratori convenzionati per realizzare tutta una serie di analisi che tranquillizzi il cittadino ed eviti l’accesso improprio in ospedale puntando sulla golden hour che può salvare la vita».

«Credo che la regione Marche debba essere rivalutata dopo molti anni di governo Pd – il punto del consigliere regionale Putzu- Abbiamo trasformato Asur in Ast come conseguenza della riforma sanitaria, questo per combattere anche la carenza di medici di medicina generale, sentinelle nel territorio. Da quando è arrivato, il presidente Acquaroli ha finanziato borse di studio, credendo nell’importanza della sanità nel territorio. Quello che il presidente ha fatto in questi anni il Pd non lo ha fatto in dieci anni. Per il territorio di Porto Sant’Elpidio vorrei proporre di spostare il Sert e trasformarlo in un polo per medici di base. Tutto deve partire dal basso per cambiare questa città».

«Il diritto alla salute –  il punto di Elena Leonardi – è qualcosa a cui noi tendiamo sempre. La catena sanitaria deve rispondere alle emergenze e garantirle. L’impostazione data alla sanità negli ultimi decenni ha portato ad una situazione drammatica. I servizi sanitari sono stati visti come una spesa che gravava sul bilancio pubblico. Questo ha portato ad uno scollegamento tra medicina ospedaliera e medicina del territorio. La riforma tende ad avvicinare gli investimenti al territorio, investendo in personale mentre la mancata programmazione di chi ci ha preceduto ha portato a questa crisi sanitaria».


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