Lavoro estivo, i balneari: «Richieste in calo ma situazione ancora sotto controllo» L’analisi di Cna sulla spiaggia

ESTATE - Il trend del rapporto domanda-offerta del lavoro stagionale. Nel Fermano i balneari garantiscono uno stato appetibile della spiaggia e dello stabilimento. Questo a beneficio del fermento turistico. Dall'altro lato i giovanissimi non meritano l'appellativo di 'fannulloni'. Vogliono lavorare ma, giustamente, a condizioni quantomeno dignitose.

di Alessandro Luzi

L’estate si avvicina, e con essa la ricerca di personale da parte degli operatori balneari. E allora iniziamo subito col dire che, a differenza di altre zone, per i concessionari del litorale fermano non si riscontrano criticità per quanto riguarda i lavoratori stagionali, seppur con richieste in calo.

Le temperature diventano meno rigide mentre dei tiepidi raggi solari lambiscono il territorio. Affacciandosi sul lungomare delle cittadine della riviera, è già possibile intravedere qualcuno disteso a torso nudo e qualche altro tuffarsi nell’acqua ancora gelida. Sono i segnali di una primavera che timidamente si fa vedere dietro l’uscio e si appresta a varcare la soglia. De André in ‘Un chimico’ la immaginava come una donna meravigliosa, dalle labbra carnose e i capelli di grano. Tuttavia, a discapito della bellezza, ogni anno al suo arrivo si diffonde la stessa diatriba: balneari vs. dipendenti. Due eserciti infervorati, uno contro l’altro come i Rojo e i Baxter nel celebre film di Sergio Leone ‘Per un pugno di dollari’, si sfidano a colpi di dichiarazioni. I primi etichettati, in generale, a livello nazionale, come eccessivamente esigenti, gli altri come un pò troppo fannulloni.

Romano Montagnoli

Come ogni generalizzazione, ciò impedisce la comprensione (o quantomeno l’analisi) delle dinamiche tra le due categorie. Innanzitutto, per quanto riguarda il Fermano, non c’è alcun duello pubblico tra le due categorie e i toni sono molto pacati. «Se guardiamo il trend generale è vero che le richieste di lavoro sono diminuite – ha affermato Romano Montagnoli, presidente del Sib – ma riusciamo tranquillamente a coprire tutti i ruoli e le turnazioni. Poi ovviamente c’è anche una nostra selezione. Assumiamo i ragazzi che pensiamo abbiano le caratteristiche idonee a questo mestiere».

Lo scenario non è drastico ma, a detta di Montagnoli, la curva della domanda è in discesa. Perché? «Stiamo assistendo a un cambiamento del mondo del lavoro e delle abitudini dei ragazzi. Inoltre qui le stagioni balneari sono corte rispetto ad altre zone, pertanto possiamo garantire una stabilità lavorativa e di conseguenza non ci sono professionisti. I dipendenti sono studenti delle scuole superiori o universitari che vogliono mettere da parte dei soldi da spendere durante l’inverno. I più predisposti sono i ragazzini tra i 16 e i 18 anni. Cerchiamo di fidelizzarli in modo da riassumerli anche in vista delle stagioni successive, fino a quando non troveranno una professione stabile o si sposteranno altrove per intraprendere la carriera universitaria».

 

E si arriva al nodo stipendi: «Parliamo di cifre dignitose. Si aggirano attorno ai 1.000/1.300 euro al mese per otto ore lavorative. Come da normale contratto di lavoro sono garantiti anche i turni di riposo. La durata va dai tre ai cinque mesi. Certo, non arricchiscono ma non sono compensi miseri. Poi qualche pecora nera che offre 3 o 4 euro all’ora c’è sempre ma sono casi davvero isolati». Anche Alessandro Quinzi, titolare del Quibeach, è sulla stessa lunghezza d’onda: «All’inizio della scorsa stagione sembrava davvero ci fosse carenza di personale, invece poi le domande sono arrivate. C’è stato solo un piccolo ritardo rispetto al solito. Non riscontriamo criticità di questo tipo. Ovviamente essendo una professione stagionale ogni anno dobbiamo riformare lo staff. I ragazzi arrivano per guadagnare qualcosa per coprire le spese personali e quando trovano situazioni più stabili lasciano questo ambito. È normale. Tendenzialmente ogni anno riconfermiamo la stessa squadra e sostituiamo qualche elemento. Se disponibile, chi è stato con noi torna volentieri».

«Sicuramente rispetto agli altri anni c’è meno richiesta – ha sottolineato Andrea Serafini, gestore del Marakaibo – ma lo scenario non è tragico. I giovanissimi tra i 16 e i 20 anni si danno molto da fare per cercare lavoro. Inoltre, occupano una fetta importante anche i pensionati. Sicuramente in percentuale minore, molti di loro cercano questo tipo di occupazione per tenere impegnata qualche ora della giornata e arrotondare il compenso della pensione. Anche per noi le cifre dei contratti si aggirano tra i 1.000/1.300 euro per otto ore di lavoro al giorno, riposo incluso».

Insomma, i balneari non puntano il dito contro i ‘giovani fannulloni’ e viceversa. La chiave del leggero decremento della richiesta di lavoro non è da rilegare a qualcuno che offre delle retribuzioni nettamente sotto la soglia della decenza. Forse lo stipendio è comunque percepito come esiguo rispetto alla mole e agli orari di lavoro? Sacrificare il weekend e iniziare il turno la mattina presto richiede una discreta forza di volontà. Ma è un sacrificio che per qualche mese molti sono disposti a fare. Conseguenze del reddito di cittadinanza? È da escludere in quanto molto difficilmente i ragazzi tra i 18 e i 20 ne sono percettori. Probabilmente sono i segnali di una cultura del lavoro in cambiamento.

Andrea Caranfa

Intanto la stagione è alle porte e le aspettative per la Cna di Fermo sono alte. A dirlo è Andra Caranfa, coordinatore pro tempore della sigla degli artigiani di Fermo: «Sarà la prima vera estate di totale ritorno alla normalità. La regione Marche è stata confermata come tra le più belle al mondo quindi ci aspettiamo un aumento di turisti e dei fatturati in linea con i livelli pre-pandemici. Per quanto riguarda il personale, ci sono delle carenze nel settore del salvataggio. È ancora presto, ci auguriamo che nelle prossime settimane arrivino delle richieste in quanto rivestono un ruolo fondamentale per la sicurezza delle spiagge».

A gravare sui balneari c’è il nodo Bolkestein: «Alla vigilia della stagione turistica la Cna chiede se effettivamente ci sono le condizioni per applicare questa legge. Va riunito al più presto il tavolo tecnico previsto dalla Legge Milleproroghe per rilevare il grado di disponibilità della “risorsa spiaggia” marittima, fluviale e lacuale attraverso la mappatura. Questa rassicurerebbe le imprese attualmente operative mettendole nelle condizioni di organizzare la propria attività nella bella stagione in tutta tranquillità rimanendo uno dei punti di attrazione del turismo nazionale. Ciò è fondamentale per continuare a garantire l’attività imprenditoriale sul territorio».

Quindi ai balneari del litorale fermano togliamo l’ingenerosa etichetta di ‘schiavisti’. Anche perché ad oggi le normative del diritto del lavoro sono molto stringenti e in caso di trasgressione le sanzioni sono decisamente severe. Piuttosto, balneari e dipendenti della provincia subiscono le dinamiche paradossali del mondo del lavoro italiano, sempre più inadeguato al costo della vita. Alla fine entrambi si trovano a lottare per ottenere ‘un pugno di dollari’, nell’incertezza e nella precarietà attualmente sempre più diffuse. Esercitare un’attività imprenditoriale di piccolo-medio livello implica delle enormi difficoltà, così come la ricerca di condizioni di lavoro decenti e accettabili. Nel finale del capolavoro di Sergio Leone, sia i Rojo che i Baxter vengono spazzati via dai rancori reciproci. Pertanto, salvo qualche singolo caso di trasgressore o inadempiente, nel Fermano i balneari garantiscono uno stato appetibile della spiaggia e dello stabilimento. Questo a beneficio del fermento turistico. Dall’altro lato i giovanissimi non meritano l’appellativo di ‘fannulloni’. Vogliono lavorare ma, giustamente, a condizioni quantomeno dignitose. Ora, avvicinare le due categorie sta un po’ a noi della stampa, un po’ a chi ha in mano il potere di cambiare il mondo del lavoro.


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