«Il divario economico-sociale tra potenti e “sommersi” va colmato»

IL PUNTO di Giuseppe Fedeli: «Le cause di questa spaccatura affondano le radici in tempi lontani (a partire dal colonialismo, via via retrocedendo), ma quel che balza agli occhi, e la rende imperdonabile, è la vergogna che suscita l'abissale differenza di condizioni: divario, che, in parte, dovrebbe essere colmato con l'aiuto delle varie organizzazioni governative. Ma, sopra ogni altra cosa, rilanciando un modello, che non sia calibrato esclusivamente sull'interesse egoistico delle grandi multinazionali, che, serve dei padroni, fanno degli affari la loro unica ragion d'essere»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

«Troppo grande e scosceso il divario tra i ricchi e potenti della terra da una parte,e il resto del mondo dall’altra. Cause strutturali dovute a politiche egemoniche e agli interessi delle grandi Nazioni e delle lobby aumentano sempre più il delta tra i due “status”. Fra i “patrizi” e i “plebei” si situa il ceto medio, la cosiddetta Middle class, che, negli ultimi decenni, a causa degli effetti del globalismo economico-finanziario, figlio del liberalismo off limits, sta subendo il contraccolpo di una recessione, di dimensioni tali, da averlo relegato alle “periferie” della società».

«Le cause di questa spaccatura affondano le radici in tempi lontani (a partire dal colonialismo, via via retrocedendo), ma quel che balza agli occhi, e la rende imperdonabile, è la vergogna che suscita l’abissale differenza di condizioni: divario, che, in parte, dovrebbe essere colmato con l’aiuto delle varie organizzazioni governative. Ma, sopra ogni altra cosa, rilanciando un modello, che non sia calibrato esclusivamente sull’interesse egoistico delle grandi multinazionali, che, serve dei padroni, fanno degli affari la loro unica ragion d’essere». 

 

* giudice 


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