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Fusione dei Comuni montani, Vallesi: «Sono d’accordo, serve a garantire i servizi»

FUSIONE - Il primo cittadino di Smerillo dopo la proposta di Treggiari: «E' importante che ci siano economie e strutture per aumentare la qualità dei servizi. Le persone che vivono nei nostri paesi devono avere gli stessi diritti dei cittadini di una grande città. Questa opportunità va studiata. Facendo passare il principio che si tratterebbe di un modo per difendere il campanile, non per sminuirlo»

Antonio Vallesi

«Sono un grande promotore delle fusioni. Penso che vadano assolutamente fatte: non abbiamo alternative per garantire i servizi necessari». Così Antonio Vallesi, sindaco di Smerillo, che fa sua la proposta dell’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, di far nascere la “città dei Sibillini”.

Vallesi che, tuttavia, non nasconde le difficoltà: «Ma sapete cosa significa mettere d’accordo 5 o 6 sindaci? Ogni primo cittadino pensa di essere il più bravo…ed è normale altrimenti non ci candideremmo a ricoprire questo ruolo! Inoltre, una ipotesi di fusione non deve assolutamente far perdere le singole identità. Per questo, una fusione che funzioni deve essere fatta da contesti simili per territorio e numero di abitanti. Altrimenti si rischia grosso».

Per il  primo cittadino di Smerillo occorre ragionare nell’ottica di fare tutto insieme e non, invece, di tenere ognuno le cose per sé. «Pensiamo alle scuole – afferma – tutti le vogliono nel proprio paese. Invece dovremmo pensare a grosse strutture, a un sorta di college con cucina, piscina, ecc… che accolga i ragazzi e offra un servizio di qualità».

L’ex sindaco Treggiari parla della possibile fusione di paesi facenti parte di tre province diverse: Fermo, ovviamente, oltre ad Ascoli e Macerata. Ma questo non potrebbe rappresentare un limite e una ulteriore difficoltà? «Questo non è un problema – afferma Vallesi – Certamente andrebbe fatta una consultazione, un referendum tra i cittadini. Che oggi non passerebbe di sicuro, però. Allora bisogna spingere e sensibilizzare sui vantaggi effettivi. La fusione, insomma, ha senso se fatta per garantire servizi. Un esempio pratico di condivisione: avevamo due uffici postali a Smerillo, adesso ne abbiamo uno. L’altro ufficio è aperto a Montefalcone. Nei giorni pari è aperto quello di Smerillo, nei giorni dispari quello di Montefalcone. Avevamo uffici uguali, adesso abbiamo diversificato. Il servizio è garantito».

Il sindaco precisa il senso del suo discorso: «Tenere aperti tutti gli uffici tecnici, per esempio, non conviene più. Addirittura converrebbe consegnare i certificati richiesti direttamente a casa piuttosto che tenere aperto il Comune». In questo senso, proprio le Poste potrebbero svolgere un ruolo importante: «Con il progetto Polis si farà tutto alle Poste – continua Vallesi – vale a dire casellario, certificati di nascita, di morte…dal Pnrr sono stati stanziati dei soldi in tal senso».

Insomma, fusione sì ma andrebbe contestualizzata. «E’ importante che ci siano economie e strutture per aumentare la qualità dei servizi. Le persone che vivono nei nostri paesi devono avere gli stessi diritti dei cittadini di una grande città. Questa opportunità va studiata. Facendo passare il principio – conclude – che si tratterebbe di un modo per difendere il campanile, non per sminuirlo».

Daniele Iacopini

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