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Affitti per universitari e trasporti, l’affondo dei GD contro Governo e Regione

I GIOVANI DEMOCRATICI del Fermano: «Quello che chiediamo non è altro che l’attuazione del diritto all’istruzione sancito dall’articolo 34 della nostra Costituzione; poiché vogliamo ricordare al governo, al ministro Valditara e al Presidente di Regione che il diritto alla casa e la riduzione delle diseguaglianze sono anch’essi diritto allo studio e non si possono lasciare soli migliaia di ragazzi che rinunciano a studiare e a formarsi perché non in grado di poter sostenere le ingenti spese legate alla vita da fuori sede»

«Nel corso degli anni moltissimi studenti del Fermano hanno deciso di intraprendere un percorso universitario al di fuori della nostra regione. Le mete più gettonate sono Bologna, Roma e Milano che negli ultimi 10 anni hanno visto aumentare vertiginosamente il numero di iscrizioni. Sempre di più i nostri coetanei si sono dovuti adattare alle “non regole” del mercato immobiliare delle città universitarie. La scarsità delle offerte immobiliari, il periodo post pandemico e l’inflazione alle stelle hanno visto un aumento medio di oltre 30 euro al mese arrivando a toccare i 50 euro nell’ultimo trimestre del 2023». Inizia così la considerazione dei Giovani Democratici del Fermano nell’affrontare il tema del momento, quello della protesta per gli affitti universitari.

«Noi come Giovani Democratici della provincia di Fermo, crediamo che il governo centrale debba intervenire in maniera strutturale e smetterla con delle cure palliative che più che risolvere un problema lo posticipano all’anno dopo. Meloni&Co hanno annunciato che non sarà rinnovato il fondo di 330 milioni a sostegno degli affitti e in più all’orizzonte non vi è nessuna volontà di intraprendere un piano di edilizia pubblica che sia alla portata di tutti e possa portare ad una calmierazione dei prezzi delle abitazioni private. La situazione nella nostra provincia – aggiungono i GD – si aggrava ancora di più se andiamo a vedere il trasporto pubblico. Dal post pandemia e dall’aumento del costo del carburante, si è assistito ad una riduzione vertiginosa delle corse da e verso la capitale. Molti studenti infatti sono costretti ad adattarsi alle linee di autobus rimaste a prezzi e in fasce orarie discutibili. La soluzione a tutto questo molto spesso, risulta essere la linea ferroviaria che per la tratta Porto San Giorgio – Roma impiega sei ore con tanto di cambio in Ancona. I fondi del Pnrr sarebbero serviti anche a tutto questo ma il governo Acquaroli è stato in grado di saper perdere un’importantissima occasione di rilancio per le Marche perché totalmente inadeguato a qualsiasi tipo di programmazione tecnico-politica. Quello che chiediamo – concludono – non è altro che l’attuazione del diritto all’istruzione sancito dall’articolo 34 della nostra Costituzione; poiché vogliamo ricordare al governo, al ministro Valditara e al Presidente di Regione che il diritto alla casa e la riduzione delle diseguaglianze sono anch’essi diritto allo studio e non si possono lasciare soli migliaia di ragazzi che rinunciano a studiare e a formarsi perché non in grado di poter sostenere le ingenti spese legate alla vita da fuori sede».


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