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Alle origini dell’Ascensione. Don Giordano Trapasso a Radio Fm1: «Rappresenta l’umanità nel corpo di Gesù» (Videointervista)

FERMO – Ospite negli studi di Radio Fm1, don Giordano Trapasso, vicario dell’arcidiocesi di Fermo, per parlare della festa dell’Ascensione, che cade domenica 21 maggio
Don Giordano Trapasso a Radio Fm1

don Giordano Trapasso

di Francesco Silla

Questo pomeriggio, ospite negli studi di Radio Fm1, intervistato da Alessandro Luzi, Don Giordano Trapasso, vicario dell’Arcidiocesi di Fermo, guidata dall’Arcivescovo, monsignor Rocco Pennacchio.

Don Giordano Trapasso è intervenuto per parlare dell’Ascensione, solennità che cade nella domenica del 21 maggio. Un excursus anche sulla Pentecoste e sul Corpus Domini.

«L’Ascensione è una solennità che richiama la Pasqua, che comprende la Resurrezione – spiega Don Giordano -. I cinquanta giorni successivi sono collegati ad essa e rappresentano quelli in cui Gesù si manifestò ai discepoli. Infine c’è anche l’esito della vita terrena di Gesù, che rappresenta la salvezza. Nel Cenacolo, infatti, annuncia ai discepoli che farà ritorno al Padre proprio nel giorno dell’Ascensione. Questo percorso, che va dal Natale, giorno in cui Dio si è fatto uomo, all’ascensione, giorno in cui Gesù torna al padre, rappresenta il percorso, appunto, di salvezza e la testimonianza dell’amore di Dio. Con questa celebrazione si vuole rappresentare l’umanità, racchiusa nel corpo di Gesù che sale a Dio. Questa solennità ci dice in fondo due cose. La prima è che la nostra umanità è così preziosa che Dio l’ha assunta e la vuole in sé. La seconda è che rappresenta il senso della nostra vita, che è un mistero che viene da Dio e che a Dio ritorna».

«C’è un tempo di memoria e di riflessione dopo la Pasqua – continua don Giordano Trapasso – sono i giorni in cui Gesù si è manifestato ai suoi discepoli. La solennità anticipa poi la Pentecoste che, lo dice la stessa parola, si trova a cinquanta giorni dalla Pasqua».

Ma qual è la sua origine? «Gli studiosi mettono insieme due derivazioni. Una è una sorta di festa della mietitura, che il popolo di Israele inizia a festeggiare quando si stanzia nella terra promessa. La seconda derivazione richiama la festa ebraica della legge sul monte Sinai che i discepoli di Gesù stavano festeggiando quando discese su di loro lo Spirito Santo. Quest’ultimo è il vero significato cristiano. L’Ascensione e la Pentecoste sono i giorni in cui Gesù lascia un mandato missionario, che supporta con la forza dello spirito santo che si manifesta sotto forma di lingue di fuoco. Questi giorni sono quindi il compleanno della Chiesa, in cui gli apostoli si fanno carico del messaggio di Gesù e iniziano a diffonderlo».

L’ultimo appuntamento è poi il Corpus Domini: «In questo tempo celebriamo quei misteri già onorati a Natale e a Pasqua. Il tempo ordinario inizia con due festività: la prima è la Trinità, che aiuta la comunità alla riflessione sulla comunione di persone che la formano. La domenica successiva c’è il Corpus Domini, in cui si terrà la consueta processione. È un appuntamento missionario, in cui la Chiesa porta il santissimo sacramento nelle vie di paesi e città. La missione dei cristiani è infatti portare il Signore nei luoghi in cui viviamo».


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