Marina Palmense, un ponte (non prima di fine anno) e una ciclovia contro l’isolamento. Nel segno della sostenibilità

FERMO - Sul ponte ciclopedonale la ditta ha chiesto e ottenuto dalla Regione una ulteriore proroga fino al 31 agosto per la consegna dei lavori. Se non ne chiederà un'altra, dalla consegna dei lavori passeranno almeno un altro paio di mesi, necessari per le operazioni di verifica dell'opera e per il suo collaudo

di Daniele Iacopini

Ponte sull’Ete, vale a dire i 55 metri più agognati dalle amministrazioni comunali di Fermo e Porto San Giorgio, quelli sospirati dai patiti del cicloturismo, quelli attesi da un quartiere, Marina Palmense, che vedrebbe cadere una storica barriera verso nord.

Tempistiche in costante rimodulazione

In questi mesi tante voci si sono rincorse sulla conclusione dei lavori e sulla successiva, effettiva fruibilità dell’opera da parte dei cittadini.
Al momento, la ditta ha chiesto e ottenuto dalla Regione Marche una ulteriore proroga fino al 31 agosto per la consegna dei lavori. Lavori che hanno subìto slittamenti nel corso degli anni a causa di una lunga serie di situazioni che non staremo qui a ricordare.
Se la ditta non chiederà una ulteriore proroga (eventualità possibile, comunque), dalla consegna dei lavori passeranno almeno un altro paio di mesi, necessari per le operazioni di verifica dell’opera e per il suo collaudo. Insomma, già così dovremmo essere quasi a fine 2023.
L’assessore ai Lavori pubblici, Ingrid Luciani, evita di parlare di date precise, essendo la realizzazione del ponte legata a una serie di varianti non sempre prevedibili. «E’ un’opera delicata e particolare – sottolinea -. E’ la prima volta che un’opera di così ampia portata e di questa tipologia viene realizzata nel nostro territorio. Quindi, vista la delicatezza del momento, legata non solo all’esecuzione dei lavori ma anche alla congiuntura storica, i problemi avuti nel reperimento di materiali, ecc… evito di dare date precise per senso di responsabilità e serietà. La proroga è stata richiesta e rilasciata, stanno lavorando e si intravede la fine».

Un quartiere “aperto”, nel segno della mobilità dolce

Una volta che il ponte sull’Ete sarà finalmente completato, Marina Palmense cercherà di guardare anche verso sud. È intenzione dell’amministrazione, infatti, quella di intercettare parte degli oltre 8 milioni di euro di fondi del progetto Ciclovia Adriatica, di cui la Regione Marche è capofila. Regione che si è data dei criteri e adesso dovrà stabilire quali porzioni finanziare e quali realizzare in un secondo momento. La speranza è che il tratto fermano sia tra quelli che andranno a realizzazione. Le risorse, nello specifico, servirebbero a completare il tratto litoraneo già iniziato sul lungomare di Marina Palmense e portarlo fino ad Altidona. Sarebbe il completamento naturale di un’opera che, a quel punto, consentirebbe di attraversare e di godere dell’intera costa della provincia fermana.
In questo senso, il comune di Fermo sta lavorando in sinergia proprio con quello di Altidona. Quello fermano, del resto, è un tratto che sarebbe logico realizzare, perché di fatto con piccoli interventi di pochi chilometri ciascuno,  senza grossi problemi di fattibilità legati alla tipologia del territorio, si riuscirebbe a unire un tratto che da Civitanova arriverebbe a Porto d’Ascoli!

Un quartiere “geloso” della sua diversità

Marina Palmense è un quartiere che ha avuto una evidente accelerazione negli ultimi anni in termini di interventi volti a migliorare le infrastrutture e colmare il gap esistente con altre aree della città. Si pensi alla rotonda stradale realizzata all’incrocio con Torre di Palme; si pensi alla strada lungo la ferrovia, finalmente risistemata; si pensi allo stesso lungomare, fino alle nuove attività di ristorazione aperte negli ultimi giorni.
Inoltre, proprio in queste ore sono iniziati i lavori per la realizzazione della nuova palestra. Un’altra struttura al servizio della parte sud della costa fermana.

Tuttavia Marina Palmense deve fare attenzione anche a non stravolgere la sua caratteristica principale, che è quella di un tratto costiero “selvaggio”, lontano dalla consuetudine turistica estiva. Un quartiere dove l’ambizione di crescita dovrà necessariamente confrontarsi con il rispetto delle peculiarità, quelle caratteristiche che la rendono diversa e apprezzata per la sostenibilità ambientale e l’attenzione alla natura.
«Non c’è dubbio – afferma il vicesindaco Mauro Torresi – Marina Palmense deve continuare a differenziarsi rispetto agli altri tratti costieri e deve tenersi stretta questa particolarità di quartiere dove si può vivere ancora un rapporto positivo con la natura. È questo aspetto che lo rende unico. Un quartiere rispettoso dell’ambiente, dunque, e che al tempo appetibile per chi ha un diverso approccio turistico. Mare, flora, fauna… A tal proposito, mi piace ricordare che nell’ultimo periodo il Wwf ha attivato due punti di osservazione nell’oasi naturalistica. Siamo molto contenti di questa specificità! L’intenzione è quella di dotare il quartiere dei servizi e dei supporti necessari per accrescere la qualità della vita. Il tutto senza disperdere ciò che fa di Marina Palmense un unicum nel panorama provinciale».


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