di Serena Murri
Welfare più umano, tre concerti alla Comunità di Capodarco per accendere un faro sui temi sociali. Don Vinicio Albanesi: «Ci troviamo in una dimensione in cui le economie di scala fanno trattare le persone in maniera disumana. Le fragilità vanno affrontate in maniera umana». Gli appuntamenti musicali si svolgeranno alle 21 sulla terrazza della comunità 24 giugno, 2 luglio e 8 luglio.
Don Vinicio Albanesi ha spiegato i due motivi principali della conferenza stampa di oggi, quello di riallacciare i rapporti con la stampa e con il territorio: «Vogliamo tornare a parlare di Welfare umano, mentre la tendenza del momento è curare la fragilità in modo disumano. Sono due le categorie più fragili, l’adolescenza e il fine vita quando uno ha bisogno di grandi cure e grandi attenzioni. Sta capitando che questo welfare o non funziona o sorgono delle strutture che accolgono anziani a pagamento. Questo avviene, abbassando il livello della qualità assistenziale, quando su 20 pazienti ci sono 2 badanti che si occupano dei pasti e dell’igiene, un infermiere che guarda tutto e si occupa dei farmaci. Prevalgono l’accorpamento ed economie di scala che portano a trattare le persone in maniera disumana».
Data l’esperienza della Comunità «vorremmo – ha continuato Don Vinicio – trovare un modo di affrontare le fragilità attraverso le forme umane. È umano, infatti, dare alle persone ciò di cui hanno bisogno, soprattutto nel momento della fragilità. Per gli adolescenti siamo a buon punto, per le persone disabili la nostra esperienza dice che si può fare assistenza in maniera diversa e umana passando attraverso una serie di qualità, cibo, accoglienza, spazi, personalizzazione degli orari, forme che fanno sì che la vita possa essere vissuta. Stanno emergendo, sempre più forme di disagio e fragilità, trattate come pesi. Meno si spende e più si risparmia con una trascuratezza peccaminosa. Le risorse sono sempre meno e c’è accanimento sui deboli, come per gli accreditamenti delle strutture, ci hanno chiesto 190 allegati per accreditare una nostra struttura. Siamo ad una forma di meccanizzazione ingestibile e onerosa che ci mette in difficoltà, con rette ferme al 2012, una situazione preoccupante. Il degrado delle strutture è dovuto al disinteresse».
Il direttore, Riccardo Sollini ha aggiunto che «tutta la campagna è mossa dal tema umano come approfondimento. Abbiamo cercato di farlo anche indirettamente, in base al bisogno crescente in fatto di disagio nell’adolescenza, così a Fermo e a Porto San Giorgio è sorto il centro The Tube, una sorta di oratorio 3.0 che lavora non solo sui ragazzi che sono i protagonisti dello spazio ma anche sulla dispersione scolastica e le relative dinamiche sociali. È un centro per valorizzare le tante competenze dei ragazzi, da far emergere in uno spazio che non sia competitivo. Abbiamo l’educativa di prossimità, in collaborazione con l’Ambito XIX per intercettare le azioni rivolte ai ragazzi che frequentano i non luoghi della città che diventano poi spazi di vita che possono sfociare in situazioni più serie. The Tube ha avuto un’esplosione di contatti, c’è bisogno di sviluppare relazioni, dove anche le famiglie hanno trovato un ruolo. L’idea era quella di riaprire, dopo il Covid, le porte della comunità che non è solo spazio di cura ma di incontro e di conoscenza. Abbiamo pensato a tre serate di musica per far passare la campagna non solo di denuncia ma di costruzione di spazi di riflessione».
Le date dei concerti saranno il 24 giugno con Duo Limes con Domenico Di Maria (sax) e Luca Giarritta (pianoforte), il 2 luglio con Ta Néa Trio con Monica Del Carpio (violoncello), Lara Perticari (violino), Samuele Ricci (viola), l’8 luglio con l’Ensemble di ottoni Aeris con Stefano Bellucci (trombone), Mario Bracalente (tromba), Federico Bruschi (bassotuba), Giovanni D’Aprile (corno), Nicola Santochirico (tromba).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati