Torneo Cavalleresco di Castel Clementino, la dama del Palio Rebecca Balducci si presenta

SERVIGLIANO - L'evento ieri in Comune alla presenza del sindaco Marco Rotoni. Alla dama del Palio è stato poi simbolicamente consegnato il drappo dipinto, oggetto della contesa dei rioni. Ldovrà restituire al vincitore al termine della giostra

di Elia Frollà

«È un bagaglio culturale decisivo per i nostri borghi. È un elemento forte che lega la città e fa parte del nostro dna». Queste le parole spese da Marco Rotoni, sindaco di Servigliano, nella conferenza stampa di ieri, tenutasi in Comune, a proposito del Torneo Cavalleresco di Castel Clementino, giunto ormai alla cinquantacinquesima edizione.

In questa “seconda tappa” di avvicinamento alla quintana, come lui stesso l’ha definita, è stata presentata la nuova Dama del Palio, Rebecca Balducci.

«Se dovessi descrivere il Torneo Cavalleresco con una parola– afferma Rebecca, 24 anni, studentessa di medicina, ringraziando il sindaco e l’amministrazione per averla scelta – userei “casa”. Infatti, penso che sia l’unico vero evento per il quale, pur non essendo sempre qui durante l’anno, ho necessità di tornare. È un’emozione unica per me che sono cresciuta con questa atmosfera»

A lei, che lo dovrà restituire al vincitore al termine della giostra, è stato poi simbolicamente consegnato il drappo dipinto, oggetto della contesa dei rioni. A realizzarlo, come accade ormai da diciassette anni secondo una tradizione avviata dall’allora sindaco Maurizio Marinozzi, sono stati gli studenti delle terze classi delle scuole secondarie di primo grado del paese. I ragazzi della 3E e 3F, infatti, coordinati dalla docente Alessandra Antolini, si sono dedicati alla sua realizzazione in orari scolastici ed extrascolastici. Il dipinto, mostrato in anteprima ai presenti, ma di cui, ancora, non può trapelare nulla se non indicazioni stilistiche, è ispirato alle tecniche pittoriche e alle tematiche dei quadri del grande Vincent Van Gogh. A dominare, tuttavia, come spiegato dalla stessa professoressa, è il tema dell’incontro delle generazioni.

Si tratta dello stesso incontro generazionale che è linfa vitale della rievocazione e che è alla base dell’idea di far realizzare agli studenti il palio, di far sì che i ragazzi del Centro Socio Educativo L’Albero dei Talenti curino il drappo della bandiera contesa dagli alfieri e dell’iniziativa scolastica che prevede l’avviamento al maneggio della bandiera. Questi progetti sono il frutto di un’operazione importante che mira al coinvolgimento dei giovani nel torneo, in modo che, citando le parole del sindaco Rotoni, «acquisiscano un bagaglio culturale decisivo per i nostri borghi».

«È un’occasione importante per tutta la comunità – ha proseguito il primo cittadino – che si ritrova in certi valori condivisi. Al di là di tutto, quello che facciamo vedere è quello che siamo: la gioia di festeggiare il palio è la gioia di esserci tutti, nessuno escluso».

Questo progetto, sostenuto dalla Fondazione Carisap, prende il nome simbolico di Anello Mancante, alludendo agli anelli della giostra e indicando, invece, la generazione che si intende coinvolgere nella vita della comunità. «La missione – spiega il regista Gianluca Viozzi – resta quella di tramandare queste tradizioni, facendo capire che questi sono importanti momenti di arricchimento, non tempo sottratto ad altro».

Ribadendo questo importante obiettivo, lo speaker del Torneo, Maurizio Marinozzi, presente insieme a Luigina Rossi, presidentessa della Pro Loco, e Mirko Berdini, rappresentante dei consoli di tutti rioni, conclude l’incontro definendo questa occasione come una sveglia che suona come per ricordarci l’arrivo di un evento importante a cui non si vuole mancare, «una sveglia che suona e che ci dice che c’è la Quintana».


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