Catalini (Fesmed) al summit col ministro Schillaci: «Sul tavolo i nodi della sanità, urgono risposte immediate»

INCONTRO - Il presidente nazionale Fesmed: «Il Ministro ha ben compreso l’urgenza delle nostre richieste che riflettono una situazione non più sostenibile all’interno degli ospedali e dei luoghi di lavoro e attiverà da subito tavoli tecnici per condividere con le organizzazioni sindacali gli aspetti legislativi realizzabili a medio termine. Nell’immediato però ci aspettiamo che alla disponibilità seguano fatti concreti sulle questioni più urgenti»

Giambattista Catalini

di Antonietta Vitali

“Intervenire con nuove leggi e nuovi contratti per salvare il sistema sanitario pubblico” questo il tema principale dell’importante incontro intersindacale svoltosi questa mattina alle 10 presso il Ministero della Salute, in via Lungotevere Ripa 1 a Roma. 

Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria sono state ricevute oggi dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, al fine di definire alcuni punti sui quali risulta essere urgente intervenire per frenare la profonda crisi legata alle professioni sanitarie specificatamente riferita alle figure dei medici e degli infermieri. In particolare sono stati ribaditi al Ministro gli ambiti, sia legislativi che contrattuali, per i quali è necessario e urgente un immediato intervento e, cioè, l’abolizione del tetto di spesa per l’assunzione di personale, riforma del DM 70, riforma della legge 502 che proponga nuovi modelli organizzativi del sistema, congruo finanziamento del prossimo contratto valido per il triennio 2022-2024, defiscalizzazione di parte del salario, un intervento diretto che incida sulle condizioni di lavoro nel contratto in discussione in queste settimane, incentivi immediati per trattenere i colleghi nel servizio pubblico rendendo competitivo il confronto con le cooperative.

«È necessario – ha dichiarato Giambattista Catalini, presidente nazionale Fesmed-Federazione Sindacale Medici Dirigentiadoperarsi con urgenza e precisione per frenare il grave fenomeno dei medici in fuga e delle poche vocazioni mediche e infermieristiche che si registrano in questo momento storico. Dobbiamo andare a colmare profondi vuoti di stipendi troppo bassi, di alti rischi medico legali, di turni di lavoro troppo pesanti. Inoltre, un problema molto serio è legato al consumo di risorse dei medici gettonisti, cioè professionisti che accettano di lavorare per le cooperative dalle quali vengono pagati a gettoni, cioè per singoli turni. Il compenso a gettone è più alto, le cooperative possono permettersi di pagare di più perché il titolo di spesa viene prelevato dal capitolo “beni e servizi” e non da quello “personale” delle aziende sanitarie, con l’ulteriore aggravante che, sottraendo troppi fondi dalla voce “beni e servizi” normalmente dedicata agli investimenti in nuovi macchinari e nuove tecnologie, si frena anche la spinta innovativa legata ad un discorso di medio lungo termine».

«Il Ministro – ha proseguito il presidente Catalini – ha ben compreso l’urgenza delle nostre richieste che riflettono una situazione non più sostenibile all’interno degli ospedali e dei luoghi di lavoro e attiverà da subito tavoli tecnici per condividere con le organizzazioni sindacali gli aspetti legislativi realizzabili a medio termine. Nell’immediato però ci aspettiamo che alla disponibilità seguano fatti concreti sulle questioni più urgenti». 

Primo banco di prova sarà il contratto in discussione all’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni, dove l’incontro intersindacale proseguirà nel pomeriggio sempre della giornata odierna. Successivi risultati sono attesi con la prossima legge finanziaria e tutte le altre opportunità legislative che potranno accogliere le richieste delle sigle sindacali legate alle professioni sanitarie.

 


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