di Giorgio Fedeli
Ci risiamo, è iniziata la stagione estiva anche per i vandali in spiaggia. Ieri notte, infatti, “manipoli” di giovani, magari in preda all’alcol o, chissà, forse anche a droghe, hanno danneggiato le attrezzature da spiaggia di diversi chalet di Porto San Giorgio. Insomma riecco il vandalismo sulla sabbia. Riecco, sì. Perché il deplorevole fenomeno affligge la costa sangiorgese ormai da anni. E toglie il sonno, nel vero senso della parola, oltre a soldi e pazienza, agli operatori balneari.
Ieri notte, sulla costa sangiorgese, c’erano anche i controlli interforze con polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza che, infatti, sono subito arrivati non appena chiamati dai concessionari di spiaggia. Ma, si sa, se all’arrivo delle forze dell’ordine, i ragazzi scappano, si dileguano con il favore del buio, contro il vandalismo si può fare ben poco. Restano i danni e l’amarezza degli operatori. Il dispositivo interforze ha pattugliato fino a notte fonda la costa, da nord a sud. E infatti non si sono verificate risse o disordini in strada e nei locali.
Ma tornando sulla sabbia: «Ci hanno danneggiato di tutti, a partire dagli ombrelloni – lo sfogo di Ulderico Beato, dello chalet ristorante Baia Principe – hanno ribaltato un pattino di salvataggio e buttato giù una torretta mentre noi dobbiamo restare inermi perché sembra che nessuno possa fare nulla contro questi vandali. La legge non permette praticamente di fare alcunché e noi siamo obbligati a vedere danneggiati i nostri beni. Oltretutto perdiamo anche il sonno. Sì perché la notte siamo lì a cercare di vigilare, di salvare il salvabile e poche ore dopo dobbiamo aprire la spiaggia per i nostri clienti. Questa è vita? Siamo in guerra? E allora perché non possiamo fare nulla per tutelarci? Dobbiamo solo subire. Facciamo turismo e accoglienza, ci viene chiesto di farlo ma poi non ci viene consentito di lavorare dignitosamente. Comunque devo ringraziare le forze dell’ordine che sono subito arrivate non appena le abbiamo chiamate ma anche loro cosa possono fare?».
Dello stesso avviso Paolo Santarelli, dello chalet La Conchiglia, anche questo finito nel mirino dei vandali: «Anche da noi hanno spezzato degli ombrelloni, sfilato i paletti dalla sabbia. io mi domando: cosa le fanno a fare le ordinanze che proibiscono l’accesso in spiaggia dopo una certa ora, se poi non si riesce a farle rispettare? Sulla strada se parcheggi l’auto con una ruota fuori dalle strisce o se passi col rosso, subito sanzione. In spiaggia nulla, è una terra di nessuno. Come a dire “cosa li mettiamo a fare i semafori rossi se nessuno controlla?”. E noi tra l’incudine e il martello: se interveniamo per fermare quei vandali rischiamo una denuncia o, peggio, una coltellata. Però le tasse ci chiedono di pagarle eccome. Queste dovrebbero equivalere a delle garanzie, alla sicurezza, e invece…dovremmo anche sborsare denaro per della vigilanza su suolo demaniale? Non vi sembra assurdo? La verità è che se non si fa capire a questi delinquenti che ci sono dei limiti superati i quali si è puniti, poi non ci si può lamentare se non avranno freni anche su qualcosa di peggio». Insomma l’estate sangiorgese è iniziata anche nel suo lato più oscuro, quello del vandalismo, della microcriminalità (che poi quel “micro” non è che piaccia così tanto a chi in spiaggia ci lavora). Un inizio certo non atteso con ansia, ma per alcuni versi, a sentirli parlare, quasi messo in conto dai balneari.
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