Dottoressa 118 aggredita da un paziente: «Continuo a fare il lavoro che amo ma mancano rispetto e sicurezza»

SANITA' - Le dichiarazioni di Giuliana Brunetti, la dottoressa del 118 picchiata da un paziente soccorso dopo un incidente stradale. Un'aggressione che le ha procurato una lesione all'orbita oculare

«Vorrei ringraziare tutti coloro che in queste ultime ore mi sono stati vicino dopo che ho subìto l’aggressione. Io ho fatto solo il mio lavoro, quello che amo, e sono che comporta, purtroppo, dei rischi». A parlare è Giuliana Brunetti, la dottoressa del 118 picchiata da un paziente soccorso dopo un incidente stradale. Un’aggressione che le ha procurato una lesione all’orbita oculare con un evidente ematoma tra l’occhio e lo zigomo sinistro.

Sull’increscioso episodio la sanità locale e la Regione non se ne sono state con le mani in mano: «Esprimo solidarietà alla dottoressa – le parole del direttore Ast Fermo, Gilberto Gentili – l’assessore regionale Filippo Saltamartini mi ha contattato interessandosi dell’accaduto».

«Le mie condizioni stanno lentamente migliorando – racconta la dottoressa Brunetti – e voglio lavorare. Posso farlo. Voglio farlo anche perché conosciamo tutti il problema della carenza di personale. Non posso e non voglio creare disagi ai colleghi. Il 118, oltretutto, da sempre è la mia vocazione, la mia missione. Sapete, sono 17 anni che faccio questo lavoro. Mi appartiene, ce l’ho nel cuore. Purtroppo di aggressioni verbali ne capitano spessissimo ma di essere aggredita fisicamente no, non mi era mai capitato. Quando quel soggetto mi picchiava l’ho pregato di calmarsi perché quel suo sforzo poteva causargli un peggioramento delle sue condizioni fisiche» insomma si è preoccupata dello stato di salute del paziente prima ancora che del suo. Dicesi senso del dovere, vocazione, spirito di servizio e abnegazione. Ma ha comunque rischiato grosso: «Beh ho rischiato di restare cieca. Noi siamo abituati a non sottovalutare mai qualsiasi tipo di situazione ma francamente non mi aspettavo una simile reazione da quel paziente».

Rischi, appunto. E certamente episodi simili al netto dell’abnegazione della dottoressa e di tanti suoi colleghi, operatori sanitari e volontari (nel corso dell’intervento in questione anche un autista dell’ambulanza della Croce azzurra di Porto San Giorgio ha riportato la rottura degli occhiali) di certo non contribuiscono a sanare il gap di personale che sceglie la specializzazione in medicina d’urgenza. Vedasi la carenza di personale al Pronto soccorso e al 118. Il tutto “aggravato” da un gap di personale tra le forze dell’ordine che contribuisce ad allungare i tempi di intervento in caso di soccorso. In altre parole, è praticamente impossibile che le forze dell’ordine arrivino insieme ai sanitari.

«La situazione obiettivamente è peggiorata. E’ venuto a mancare il rispetto per chi sta cercando di salvare una vita, in condizioni di sicurezza e tutela che spesso non sono delle migliori. E poi – la disamina di Brunetti – mancano informazioni puntuali sul servizio del 118. Sembra che le frustrazioni della gente si riversino su di noi, siamo ormai in una società che vuole tutto e subito. Non siamo maghi ma ci impegniamo anima e cuore per fare del nostro meglio. Servirebbe ripartire dalle scuole per educare le persone, fin da quando sono bambini. Serve tornare a parlare di rispetto reciproco e della sua importanza. In questi giorni, comunque, sono stata raggiunta da tanti attestati di stima e vicinanza,  come quelli arrivati dall’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, del direttore Ast Gilberto Gentili, dalla presidente dell’ordine dei Medici, Anna Maria Calcagni, dalle forze dell’ordine e poi tanti, tanti colleghi. Li ringrazio di cuore, ovviamente, come ringrazio pure le pubbliche assistenze, la Croce azzurra di Porto San Giorgio in questo caso, che ci affiancano quotidianamente nel nostro lavoro, e che spesso sono in strada con militi volontari».

 

Paziente colpisce al volto la dottoressa del 118 e rompe gli occhiali all’autista dell’ambulanza

 

 

 

 


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