di Antonietta Vitali (foto e video Simone Corazza)
19 luglio 1992, strage di via D’Amelio, muore ucciso in un attentato il giudice Paolo Borsellino. Con il ricordo di questa data, è stata aperta la cerimonia di consegna dei diplomi dell’Itet “Carducci-Galilei” di Fermo svoltasi ieri sera, presso Villa Vitali a Fermo. Un omaggio quasi imprescindibile a lui e, soprattutto, alle sue parole che ancora, 31 anni dopo il terribile evento, sono arrivate dritte ancora a far scorrere un brivido lungo la schiena di tutta la platea presente all’evento.
La lezione lasciata dal giudice Borsellino sta nella profonda convinzione che «la mafia si combatte con l’azione della magistratura, delle forze dell’ordine, con la buona politica ma, soprattutto, con l’educazione. Alimentare una coscienza civile diffusa è l’unico vero antidoto per combatterla. Strumento fondamentale – riteneva il magistrato – è insieme alla famiglia, la scuola, agenzia educativa per eccellenza, attraverso la quale i giovani devono formarsi come persone e cittadini onesti. Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo».
È stato questo il messaggio con il quale, non solo ieri sera, ma nel corso dei cento gloriosissimi anni di attività che vanno dal 1923 ad oggi, l’Itet di Fermo, guidato dalla dirigente scolastica Cristina Corradini, ha voluto profondere a tutte le generazioni di giovani che hanno affidato il loro futuro alla formazione ricevuta all’istituto Carducci-Galilei di Fermo.
L’evento di ieri celebrava il conseguimento del diploma delle quinte classi dell’anno scolastico 22-23, nonché il primo anno di diploma per il corso partito solo cinque anni fa di grafica e comunicazione.
In un tangibile clima di festa, gioia, partecipazione sia da parte dei giovani che delle famiglie, rispetto, complicità tra alunni e insegnanti, si sono alternati, nel corso della serata, momenti musicali eseguiti sia dalla banda dell’istituto che da studenti che cercano di far emergere i propri talenti oltre a quelli scolastici, come anche momenti di danza.
Oltre alla consegna dei diplomi sono stati premiati anche molti studenti anche di altre classi oltre ai quinti che, nel corso del loro percorsi di studi, si sono distinti per particolari meriti.
Alla serata, moderata dal professor Giuseppe Lupoli e organizzata insieme a tutto il personale docente e scolastico in coordinamento con la dirigente scolastica, la professoressa Cristina Corradini, molte le personalità intervenute tra cui Micol Lanzidei, assessore alla Cultura del Comune di Fermo, il consigliere regionale Marco Marinangeli, la consigliera provinciale Pisana Liberati, il sindaco di Montegranaro Endrio Ubaldi. il presidente Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani. ù
Presente alla festa dei Diplomi dell’Itet, si diceva, anche l’ufficio scolastico regionale delle Marche con i dirigenti tecnici Gianni Russo e Corrado Faletti, che hanno espresso parole di stima per la scuola e le attività che dimostra di saper realizzare, che danno lustro all’intero territorio e che rafforzano le aspettative della comunità sapendone interpretare i bisogni. Un saluto e un sentito augurio è stato da loro rivolto anche ai docenti, ai ragazzi e alle numerose famiglie presenti, nel comune convincimento che il percorso compiuto in questi 100 anni rappresenta un’eredità da conservare e capitalizzare quale miglior esempio per costruire la scuola dell’oggi e del domani, fatta di valori, formazione di qualità, ricerca dei migliori traguardi, ancor più in scuole dal profilo formativo tecnico ed economico, in cui l’innovazione va di pari passo sia con l’educazione che con l’inclusione.
Apprezzate anche le numerose eccellenze, ovvero studenti che, con la guida dei loro docenti, si sono distinti per merito e che sono stati premiati dalla dirigente scolastica durante la serata. Segno tangibile dell’entusiasmo di voler realizzare lavori che hanno ottenuto riconoscimenti e piazzamenti da podio nell’ambito di competizioni e concorsi di livello sia regionale che nazionale.
Alcuni, tra gli intervenuti, sono stati ex alunni del Carducci che vanta al suo attivo anche un’associazione di ex studenti capitanata da Fabio D’Erasmo.
L’augurio, unanime, di tutti gli intervenuti, è stato rivolto ai ragazzi, neo diplomati e non, perché sappiano far tesoro degli insegnamenti ricevuti, restando fedeli a loro stessi, cercando di fare della propria vita un capolavoro da non misurare nella quantità di denaro guadagnata ma, prima di tutto, in virtù e valori.
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