Paolo Crepet a Villa Vitali con le sue “Lezioni di sogni”

FERMO - Lo psichiatra e sociologo protagonista di un talk di un'ora e mezza intitolato “Lezioni di sogni” nel quale offre spunti e riflessioni sul futuro dei giovani e sul destino dell'educazione ormai diventato compito arduo per la maggior parte dei genitori

Paolo Crepet, psichiatra e sociologo fra i più conosciuti ed apprezzati in Italia, approda nella splendida arena all’aperto di Villa Vitali a Fermo. Lo fa con un talk di un’ora e mezza intitolato “Lezioni di sogni”, titolo tratto direttamente dal suo ultimo ed omonimo libro nel quale offre spunti e riflessioni sul futuro dei giovani e sul destino dell’educazione ormai diventato compito arduo per la maggior parte dei genitori.

Viene introdotto da Nicoletta Todesco, consulente e trainer, la quale collabora da diversi anni con lo psichiatra. E lui parte subito con la prima provocazione, raccontando un episodio recente di un ragazzo appena lasciatosi con la propria fidanzata, il quale non sa dare spiegazione sulle ragioni della rottura. «L’amore è fatica – incalza Crepet – non è cosa semplice, ci vuole impegno! Certi tipi di amore non finiscono mai, perché vanno al di là, arrivano all’essenza. Tutto ciò che è immateriale, tutto quello che va oltre la cellula ed il corpo, non finisce». 

Prosegue poi il suo monologo parlando di libertà: uno dei temi a cui tiene di più, sottolineando come non bisogna mai essere schiavi, ma cercare piuttosto di essere se stessi ragionando con i propri mezzi e sostenendo le proprie idee: «Non bisogna mai smettere di indignarsi – e poi citando uno dei suoi autori preferiti, Bukowski – le anime libere sono poche e sono molto rare, però vi accorgete subito quando ne incontrate una, perché vi fa del bene, vi sentite meglio. Io trovo che questo concetto di libertà visto come contagioso, terapeutico e curativo, sia semplicemente straordinario». Insomma, lezioni di vita e di quotidiano. Crepet esorta continuamente ad uscire dai ranghi, lo fa anche attraverso i social, raggiungendo tutti, ed anche in questa occasione si fa ascoltare da un pubblico variegato ed interessatissimo, da una platea piena e una Villa Vitali sold out.

Proprio a proposito della libertà ci tiene a ricordare quanto fosse deviante il concetto di educazione trasmesso dai nostri padri, l’idea del “non fare, non dire, non ti esporre” come se fosse un mantra, facendo dimenticare di essere tutti diversi,  cercando di omologare anziché valorizzare le potenzialità del singolo bambino prima, adulto poi. La stessa scuola poneva i banchi in maniera geometrica, impedendo anche di muoversi. «Non farti notare – prosegue – ci dicevano. E perché non dovremmo? Io voglio essere notato, mi piace essere notato, per qualsiasi cosa. Bisogna essere notati, non per il potere, ma perchè si è fatto qualcosa di interessante». Il potere a cui si riferisce Crepet, è senza dubbio quello della trasgressione, l’aver provato, sperimentato la propria libertà, l’essere se stesso sempre e comunque, perché ogni bambino ha un talento, già Maria Montessori ne era convinta: «Essere folli, guardare le cose in maniera originale, essere unici – incita lo psichiatra –  perché ognuno ha la sua strada da fare ed ognuno ha diritto alla propria libertà. Dobbiamo lasciare quel che abbiamo fatto ad altre persone, noi siamo ciò che lasciamo a chi viene dopo di noi». 

Invita poi a trasmettere un messaggio di gioco ai bambini che sia il più autentico possibile, affinché possano trascorrere momenti in cui si sporcano e sperimentano, smettendo di richiamarli continuamente solo per ricordare loro certi confini. Essi in realtà rappresentano solamente paure genitoriali e non permettono loro di scoprire la libertà individuale. 

Conclude infine toccando dei tasti profondi sul piano emotivo, sollecitando il pubblico a ricordare certi momenti anche tristi della propria vita «quando entri in un luogo dove ha vissuto qualcuno di importante per te, che ora non c’ è più. Sono gli stessi momenti che oggi si tende generalmente a celare ai bambini ed ai giovani, impedendo loro di provare dolore, preservando la loro serenità e sbagliando ancora una volta modo di fare, da genitori protettivi. Le emozioni fanno parte della nostra vita – afferma – anche quelle tristi, anche il dolore, i bambini devono sperimentare anche quelle negative, perché permettono loro di crescere».

Saluta il pubblico divertito anche dai suoi racconti, con un augurio speciale: «Cercate la luna, cercate la luce, date seguito alle vostre ambizioni, alle vostre passioni. Non dobbiamo essere normali, né sforzarci di esserlo. Siamo nati per fare delle cose straordinarie, ognuno lo è – conclude Crepet – tutto passa nella vita, fuorché le emozioni che avete provato. Godetevi tutto quello che avete, siate liberi!».

Laura Cutini


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