“Via Zeppilli”, la mostra fotografica di Miola e Trapé sbarca a Magliano di Tenna

LA MOSTRA fotografica sarà inaugurata il prossimo 9 agosto alle 19 e resterà aperta fino 10 settembre. Il sindaco Pietro Cesetti: «Ne siamo orgogliosi»

Da sin. Pietro Cesetti e Alessandro Miola

La mostra fotografica “Via Zeppilli” del fotografo fermano Alessandro Miola, con Luana Trapé, sbarca a Magliano di Tenna. L’esposizione, di cui Cronache Fermane è partner insieme alla Pro loco di Magliano, alla Fiof e a Marca Fermana, e con ovviamente il patrocinio del Comune di Magliano di Tenna, si compone degli scatti fotografici di Miola con foto originali del manicomio di Fermo nel 1990.

La mostra si terrà al Torrione Medievale (con ingresso in piazza Gramsci) nel centro storico di Magliano, e sarà  visitabile dal 9 agosto, quando si terrà l’inaugurazione alle 19 con aperitivo di benvenuto, al 10 settembre. L’ingresso è libero. Ad agosto la mostra sarà visitabile dalle 18 alle 20 e dalle 21 alle 23, mentre a settembre dalle 18 alle 20.

«Era un pò di tempo che volevamo portare a Magliano l’arte, l’estro e la professionalità di Alessandro Miola, fotografo fermano, nonché reporter tv per la Rai e collaboratore di diversi quotidiani. Nonostante i suoi impegni in Italia e all’estero, ci siamo riusciti e – le parole del sindaco Pietro Cesetti – ne siamo orgogliosi. Sulla tematica della mostra fotografica ci siamo trovati subito d’accordo: “Via Zeppilli” la via dei matti, dell’ex Manicomio provinciale, chiuso poi, di fatto, nel 1998 dopo la legge Basaglia. Come spesso ricorda ironicamente nei suoi spettacoli di comicità Piero Massimo Macchini, anche lui non poteva che nascere e crescere proprio in quella Via.  Personalmente ho dei ricordi indelebili d’infanzia, quando d’estate trascorrevo le vacanze scolastiche presso i nonni materni a Magliano. Credo verso fine anni ‘60 qualche volta a bordo della mitica 500 andavamo insieme a Fermo a trovare la zia Vittoria, degente presso quella struttura. Colpita da una forma grave di leucemia, a quei tempi fatale, al punto da danneggiarla inesorabilmente nei movimenti e nella parola. Nonostante ciò – ricorda il primo cittadino – il suo sguardo trasmetteva affetto e serenità, sebbene la sua sofferenza fosse ingabbiata in un corpo sminuito. Se ne andò presto, ancora giovane, finalmente libera da ogni costrizione.  Ma i suoi occhi è come se ancora mi seguissero, così come quelli delle altre persone presenti, per me, per la mia età, li vedevo come personaggi di un film a tratti divertenti, in quegli ambienti, quei locali ampi e al tempo stesso isolati, quasi nascosti, dove purtroppo quelle malattie erano tenute al margine della società quasi fossero una colpa. Oggi quei volti li ritrovo qui immortalati nel tempo e per la storia, con la magia di un grande artista, di un grande fotografo. Grazie, Alessandro».

 


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