Graduatorie Erap da rifare, Interlenghi (Fermo Capoluogo): «Calcinaro poco previdente, ai tempi votai contro»

FERMO - La Corte Costituzionale ha bocciato il vincolo dei 5 anni di residenza sul territorio per l'assegnazione delle case popolari. Il capogruppo di minoranza attacca il primo cittadino che, nel 2021, non accolse le sue istanze: «Come sempre il rimedio si trova in ritardo»

Renzo Interlenghi

«Quando il consiglio comunale di Fermo con la delibera n. 15 del 19.03.2021 approvò il nuovo regolamento comunale per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, che recepiva la L. R. 49/2018 (errata alla fonte proprio dalla norma che prevedeva che il limite della possibilità di avanzare domanda di assegnazione fosse legata al fatto che il richiedente risiedesse nella Regione da almeno 5 anni) gli unici a votare contro fummo io e il consigliere Andrea Morroni. Mettemmo in guardia, l’intera assise, circa la incostituzionalità di tale norma, facendo presente che la Corte Costituzionale, con sentenza 44 del 2020, aveva già dichiarato l’illegittimità costituzionale della analoga norma regionale della Lombardia». A parlare è Renzo Interlenghi, capogruppo di Fermo Capoluogo dopo la notizia di ieri sullo stop del vincolo dei 5 anni residenza sul territorio per la compilazione delle graduatorie delle case popolari. Nello specifico, la Corte Costituzionale, con la sentenza 43 del 17 luglio, si è espressa in merito alla legge regionale sui requisiti di accesso per gli alloggi residenziali dichiarandola incostituzionale l’estensione introdotta dall’amministrazione regionale a guida Ceriscioli che aveva portato da 2 a 5 anni il periodo.

Caso che preoccupa il presidente dell’Anci Marche, Paolo Calcinaro, il quale lamenta il fatto che «bisognerà ora verificare se siano presenti o meno richiedenti che sarebbero stati esclusi secondo il vincolo dell’estensione»

«Ai tempi si spiegò che anche quella della Regione Marche sarebbe stata dichiarata tale e si chiedeva un gesto di coraggio da parte del consiglio comunale per dare un segnale di lungimiranza – continua Interlenghi -. Oggi, appunto, il sindaco Calcinaro si dice preoccupato per gli esiti concreti della declaratoria di incostituzionalità perché occorrerà verificare se tra i richiedenti esclusi vi siano coloro che non rispettavano il requisito dichiarato incostituzionale, con ciò comportando il rallentamento delle assegnazioni. Mi chiedo a cosa abbia pensato dal 2019 ad oggi, sapendo che sulla norma gravava la spada di Damocle della consulta. Come sempre il rimedio si trova in ritardo, con il rischio di compromettere le legittime esigenze abitative di cittadini che gravitano in situazioni di difficoltà economica».

«E’ vergognoso il modo in cui vengono trattati questi problemi, perché non si tiene conto dell’emergenza abitativa; la casa, oltre ad essere un diritto sacrosanto, è uno dei disagi principali per chi non ne ha una disponibile – conclude il capogruppo fermano -. Si spendono soldi per consulenti che forniscono servizi di svago e divertimento, ci si autoincensa per le opere fatte ma la realtà di chi a Fermo sta male è invariata. In campagna elettorale utilizzavo spesso lo slogan “A Fermo sta bene, chi sta bene”, a distanza di tre anni poco o nulla è stato fatto per migliorare le condizioni di vita dei cittadini più deboli e indifesi, cui vengono destinate le briciole frutto di una politica assistenzialista e clientelare che nel 2023 si sperava non più esistente».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti