La “famiglia arcobaleno” e la funzione genitoriale

L'ANALISI di Giuseppe Fedeli: «Se l'inclusione di nuovi modelli non va ripudiato tout court, sarà tuttavia l'esperienza in ambiti pluralistici a dar ragione o meno ai “tradizionalisti”, oppure a chi ritiene le nuove frontiere della famiglia lo sbocco "naturale" dei nuovi "moduli" intrafamiliari, e non solo. In altre parole, occorrerà verificare sul campo se la scelta di un modello non tradizionale consenta la inclusione e la valorizzazione delle differenze: in tal modo si supererebbe ogni forma di pregiudizio nei confronti dei nuovi "assetti" della prima e vitale cellula della società»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

“La famiglia è sede di un capitale primario perché in essa le persone mettono in gioco, si scambiano, non qualche aspetto di sé, come capita all’interno dei ruoli sociali ma Sé, la totalità di Sé”

Nel contesto sociale contemporaneo, la famiglia nucleare (ovvero, quella composta da una coppia genitoriale, eterosessuale, con figli biologici conviventi), non rappresenta più l’unica forma, data la coesistenza di altre tipologie familiari che derivano da un processo di profonda trasformazione strutturale della famiglia tradizionale: per cui a quest’ultima vediamo affiancarsi nella  società famiglie allargate; ricomposte; multietniche; unipersonali; monogenitoriali; omogenitoriali; adottive. Premesso che chi scrive crede nella insostituibilità, ai fini della crescita armonica dei suoi componenti, della famiglia “tradizionale” (salvo riserve nel caso di conflitti in seno alla stessa, che possano nuocere gravemente alla prole), ciò che conferisce identità alla famiglia, rappresentandone la cifra, è l’intreccio delle relazioni che si sviluppano al suo interno, caratterizzato da reciprocità, sessualità, generatività, amore: questo, a prescindere dalla sua struttura.
Nel caso del figlio, costui inizia la sua intera costruzione identitaria proprio nella relazione con il genitore dello stesso sesso. Pertanto, nell’orizzonte della funzione genitoriale, il bambino delinea le prime coordinate del suo mondo psichico, fin quando non si completi il processo di identificazione. Ora, se l’inclusione di nuovi modelli non va ripudiato tout court, sarà tuttavia l’esperienza in ambiti pluralistici a dar ragione o meno ai “tradizionalisti”, oppure a chi ritiene le nuove frontiere della famiglia lo sbocco “naturale” dei nuovi “moduli” intrafamiliari, e non solo. In altre parole, occorrerà verificare sul campo se la scelta di un modello non tradizionale consenta la inclusione e la valorizzazione delle differenze: in tal modo si supererebbe ogni forma di pregiudizio nei confronti dei nuovi “assetti” della prima e vitale cellula della società.

* giudice


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