Appello per la liberazione di El Qaisi, mozione del Pd-Noi Insieme a S.Elpidio a Mare

SANT'ELPIDIO A MARE - «chiediamo al sindaco e all’amministrazione comunale di impegnarsi affinché venga chiesto al Governo Italiano di attivarsi immediatamente presso le autorità israeliane per la scarcerazione immediata e incondizionata di Khaled El Qaisi, a meno che non gli siano prontamente notificati dei capi di imputazione internazionalmente riconosciuti e sia sottoposto a un procedimento penale che rispetti pienamente gli standard internazionali del processo equo, così come richiesto da Amnesty International. Chiediamo anche che il Governo Italiano tuteli un proprio cittadino ingiustamente ed immotivatamente detenuto»

A Sant’Elpidio a Mare il gruppo consiliare del Pd-Noi Insieme, composto dai consiglieri Fabiano Alessandrini, Roberto Gallucci e Mirco Romanelli, ha presentato una mozione con appello alla liberazione di Khaled El Qaisi. L’atto si discuterà oggi pomeriggio in Consiglio comunale. E ad illustrarne i passaggi salienti sono gli stessi consiglieri.

«Khaled El Qaisi, cittadino italo-palestinese, traduttore e studente di Lingue e Civiltà orientali all’Università La Sapienza di Roma e fondatore del Centro di documentazione Palestinese, è stato arrestato dalle autorità israeliane il 31 agosto mentre attraversava il valico di Allenby, dopo aver trascorso una vacanza con la sua famiglia a Betlemme, nei territori palestinesi occupati. Al controllo dei bagagli è stato ammanettato senza alcuna motivazione o giustificazione sotto gli occhi increduli della moglie e del figlio di quattro anni: elementi che configurano un quadro di detenzione arbitraria in violazione del diritto internazionale.
Khaled El Qaisi è stato tenuto in isolamento per 14 giorni ad Ashkelon e gli è stato impedito di avere contatti regolari con la sua famiglia e con i suoi legali. Restano ancora ignote le accuse e le asserite “ragioni di sicurezza” che hanno portato all’arresto e al suo trasferimento in Israele. La sospensione del diritto alla difesa e il diniego di giusto processo sono inaccettabili e – rimarcano dal gruppo consiliare di opposizione – costituiscono gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre, le condizioni di detenzione a cui Khaled El Qaisi è sottoposto sono potenzialmente riconducibili a un crimine di diritto internazionale. Sono oltre 5000 i palestinesi detenuti in Israele (165 dei quali di età compresa tra 12 e 17 anni), tra i quali almeno 1260 sono in carcere senza accusa né processo.
E’ questa una situazione che viene costantemente sottaciuta dai Governi e dai media occidentali, con la scusa di non voler danneggiare quella che viene ritenuta l’unica democrazia del medio oriente. Ma è proprio in nome della democrazia dello stato di Israele, il quale va preservato e difeso, che questo modo di agire non può essere, a maggior ragione, tollerato.
Dopo varie proroghe della detenzione di Khaled, si sperava che la questione avesse fine con l’udienza del 21 settembre scorso, ma anche in questo caso è stata prorogata la detenzione per altri 11 giorni sempre senza accuse.
Amnesty International Italia ha chiesto la scarcerazione immediata e incondizionata di Khaled El Qaisi, a meno che non gli siano prontamente notificati dei capi di imputazione internazionalmente riconosciuti e sia sottoposto a un procedimento penale che rispetti pienamente gli standard internazionali del processo equo.

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La richiesta è diretta alle autorità israeliane, ma l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato anche il governo italiano ad agire affinché Khaled El Qaisi, che ha nazionalità italiana e palestinese, torni al più presto in libertà.
Dunque chiediamo al sindaco e all’amministrazione comunale di impegnarsi affinché venga chiesto al Governo Italiano di attivarsi immediatamente presso le autorità israeliane per la scarcerazione immediata e incondizionata di Khaled El Qaisi, a meno che non gli siano prontamente notificati dei capi di imputazione internazionalmente riconosciuti e sia sottoposto a un procedimento penale che rispetti pienamente gli standard internazionali del processo equo, così come richiesto da Amnesty International. Chiediamo anche che il Governo Italiano tuteli un proprio cittadino ingiustamente ed immotivatamente detenuto. Ed ecco perché invitiamo il presidente del consiglio comunale di inviare la deliberazione di approvazione (qualora sia approvato) del presente atto di indirizzo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, ai gruppi parlamentari di Camera e Senato».


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