Un grave lutto ha colpito il mondo della boxe.
Questa notte è morto improvvisamente all’età di 68 anni Luigi Minchillo, soprannominato per la sua tempra “il guerriero del ring”. Olimpionico a Montreal nel 1976, campione d’Italia nel 1979 e campione europeo nel 1981, nel corso della carriera ha affrontato, nelle categorie dei welter, dei superwelter e dei pesi medi, i pugili più forti dell’epoca come Sugar Ray Leonard, Roberto Durán, Thomas Hearns, Maurice Hope, Mike McCallum. Nel 1988 aveva appeso i guantoni al chiodo, dopo aver disputato 60 incontri, ottenendo 55 vittorie, di cui 31 per KO.
Nato il 17 marzo 1955 a San Paolo di Civitate (Puglia) da circa trent’anni viveva a Pesaro dove aveva fondato la palestra di pugilato “Minchillo Boxe”. Il dramma si è consumato alle 23.00 di ieri, domenica 24 settembre, quando ha accusato un malore tra le mura domestiche. Vani sono stati i soccorsi dei medici intervenuti per tentare di rianimarlo, prima a casa e successivamente all’ospedale “San Salvatore” di Pesaro, dove purtroppo è deceduto per un aneurisma.
Luigi Minchillo lascia la moglie Cristina e i suoi tre figli Stefania, Paolo e Sabina. Tanti i messaggi di cordoglio apparsi sui social, dal presidente nazionale Federazione Pugilistica Italiana, Flavio D’Ambrosi, a quello del presidente del Comitato Regionale Marche, Luciano Romanella, che ha commentato “oggi il pugilato marchigiano e nazionale accusa una grave perdita, se ne è andato un campione, un atleta, un maestro di boxe e di vita a noi tutti caro”.
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