Con il termine ‘Catasto‘ si indica l’archivio pubblico all’interno del quale vengono registrati gli estremi identificativi dei beni immobili presenti sul territorio nazionale; pertanto, si divide in ‘catasto terreni’ e ‘catasto fabbricati’ ed è in vigore in tutte le provincie d’Italia. Fanno eccezione Gorizia, Trieste, Trento, Bolzano e alcuni comuni del Veneto e della Lombardia dove è ancora in vigore il sistema ‘tavolare’, ossia l’organizzazione catastale di origine austro-ungarica.
Il ruolo e l’importanza del Catasto
Fino al 31 ottobre del 2012, il Catasto in Italia era gestito dall’Agenzia del Territorio, successivamente accorpata all’Agenzia delle Entrate che si occupa ancora oggi della gestione dell’archivio e delle informazioni in esso registrate.
Come si può facilmente intuire, il database catastale – formato sia da documenti cartacei che dai dati disponibili in formato digitale – riveste un ruolo di fondamentale importanza nella gestione del patrimonio immobiliare. Grazie ai riscontri che vengono registrati dai vari catasti competenti per le singole provincie, è infatti possibile assolvere a numerosi oneri burocratici, amministrativi e tributari; inoltre, attraverso appositi adempimenti, è possibile modificare, aggiornare i dati catastali, al fine di regolarizzare lo stato giuridico-amministrativo di un immobile. Ciò è di particolare rilievo per i fabbricati, spesso oggetto di ristrutturazione, riqualificazione, procedure di abbattimento e ricostruzione ed altre tipologie di intervento che possono modificarne la conformazione strutturale originaria.
In aggiunta, essendo un archivio pubblico, il Catasto consente a qualsiasi cittadino che abbia bisogno o interesse, di accedere alle informazioni relative ad un bene immobile regolarmente accatastato (ossia inserito nel database del catasto provinciale competente). Per fare ciò, è possibile rivolgersi direttamente agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate presenti sul territorio oppure inoltrare la richiesta online; in alternativa, il servizio di consultazione – che in gergo tecnico viene definito ‘visura’ – è disponibile anche tramite portali specializzati come Ivisura. Nello specifico, i cittadini possono richiedere una visura catastale o una ipotecaria; nel primo caso, la procedura di consultazione consente di acquisire, come spiega il portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate:
La visura ipotecaria o ipocatastale, invece, serve a consultare le varie ‘formalità’ registrare al catasto in relazione ad un determinato bene immobile; in termini pratici, permette di verificare se il bene è gravato da ipoteche o altri provvedimenti simili.
La possibile riforma del Catasto
Dato il ruolo cruciale che riveste sul fronte amministrativo e tributario, l’attuazione di una effettiva e sostanziale riforma del Catasto si è dimostrata sempre piuttosto complessa. Non a caso, l’ultimo intervento significativo risale agli anni Ottanta; di recente, però, l’argomento è tornato in auge di recente e, nei fatti, è stata già messa a punto una riforma del sistema catastale; da oltre un anno, inoltre, è stata approvata in via definitiva la Legge-delega che consente al Governo di implementare le misure previste. In realtà, l’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni ha palesato fin da subito un atteggiamento non particolarmente favorevole nei confronti dell’argomento, rimandando l’attuazione della riforma.
Ma cosa prevede, in concreto, l’intervento normativo? In sostanza, l’idea è di modificare il sistema di rilevazione catastale, al fine di modernizzare l’operato dell’Agenzia delle Entrate; l’obiettivo passa anche da una maggiore digitalizzazione delle risorse impiegate per l’acquisizione e la gestione delle informazioni, così da favorire anche la comunicazione delle stesse tra le varie amministrazioni. Altro aspetto di rilievo è quello che riguarda la quantificazione del valore patrimoniale e della rendita degli immobili che, nelle more della possibile riforma, potrebbe basarsi su nuovi parametri, incluso il valore di mercato.
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