di Alessandro Luzi
«Abbiamo puntato sulla flessibilità per trasformare i capannoni di quel quartiere in occasione di sviluppo per il territorio». È quanto affermato questa mattina dal sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro riguardo la variante di Campiglione. Era stata approvata nel Consiglio comunale di mercoledì e oggi è stata presentata alla stampa nella sala G. Corinaldesi del palazzo Comunale. «Non è scontato che il primo punto del programma elettorale venga realizzato, sapendo quanto è farraginosa la normativa sull’urbanistica. Ci siamo messi a lavorare sin da subito per realizzare la variante. Abbiamo ascoltato imprenditori, cittadini, proprietari terrieri, la Regione e anche la minoranza. Tante sono state le riunioni anche sotto la pandemia». Mercoledì in Consiglio comunale non erano mancate le critiche da parte dell’opposizione. Sotto i riflettori era finito anche il consumo di suolo. «È a impatto zero – ha puntualizzato Calcinaro -. Viene invece rifunzionalizzato l’esistente. Di nuovo c’è poco nulla. Sono state sbloccate tante situazioni che non permettevano lo sviluppo dell’area. Ci sono due grandi aree di progetto attorno al nosocomio, ad oggi circondato dalla campagna. Con questa variante è stata data pluralità di destinazione a tutti i comparti edificatori». Ma quando partiranno i primi cantieri? Si attenderà la fine dei lavori dell’ospedale? «Per gli imprenditori il domani è già ieri quindi credo che a brevissimo arriveranno i primi investimenti. Le esigenze delle aree produttive erano nella zona a nord di Campiglione, via Malintoppi, ex Omsa ed ex Sadam. Abbiamo cercato di assegnare delle destinazioni più duttili possibile. I capannoni vuoti saranno destinati a attività commerciali, produttive e servizi. L’operazione ha tirato dietro l’interesse della Regione, in particolare riguardo la viabilità. L’attenzione è stata concentrata anche sulla Lungotenna. Verrà portata ad 11 metri di ampiezza. Poi sorgerà un ponte sul casello della A14 all’altezza di San Marco. Ci sono intanto già degli interessi imprenditoriali».
«L’iter è stato portato a termine in tempi ragionevoli – ha aggiunto l’assessora all’urbanistica, Maria Antonietta Di Felice -. C’è stata una programmazione partecipata ed è partita dal lavoro esistente. In più abbiamo avuto il coinvolgimento della società di consulenza Nomisma. Ci ha guidato verso un rapporto di condivisione e dialogo con tutti gli interessati alle aree di Campiglione e Molini-Girola. Quelle zone erano caratterizzate da una forte fragilità viaria e infrastrutturale. Con le indagini effettuate si è aperto un mondo e ha preso piede tutto il discorso legato alla viabilità. Anche la Regione ha aperto le orecchie. L’idea di un nuovo ponte di collegamento con il casello della A14 dà la possibilità di sviluppo alla Lungotenna. I lavori sulle vie di percorrenza verranno realizzati a stralci con diverse modalità di finanziamento in modo da snellire le procedure burocratiche».
A coordinare il tavolo di lavoro è stata la consigliera Sara Pistolesi. «Abbiamo messo in campo due linee di ragionamento – ha affermato -. Innanzitutto volevamo rispondere a un obiettivo di mandato, cioè mettere su carta lo sviluppo economico e lavorativo del territorio. Inoltre, era doveroso favorire la vivibilità del quartiere, rafforzando gli spazi di comunità. Le procedure sono state interessanti perché abbiamo lavorato su un nuovo modo di concepire l’urbanistica. Non volevamo far calare dall’alto un disegno di progettazione per non bloccare di nuovo le aree esistenti. Piuttosto era fondamentale sciogliere i nodi esistenti attraverso il dialogo. Altro punto importante è stato non ragionare su due quartieri diversi ma considerarli come un unicum».
«C’era l’esigenza di rivedere l’urbanistica sia di Campiglione che di Molini – ha concluso Alessandro Paccapelo, dirigente del settore urbanistica -. Fino ad oggi abbiamo avuto una pianificazione disarticolata. L’ospedale quindi era in un contesto disorganizzato. Ora ogni comparto appartiene ad una proprietà diversa. Tale autonomia permette ad ogni proprietario di partire con i lavori in modo indipendente. Da sottolineare la celerità con cui siamo arrivati alla conclusione dell’iter. Di norma il periodo minimo consentito è di 18 mesi. Abbiamo iniziato nel marzo 2022 ed è stato completato a settembre del 2023 quindi siamo rientrati nei tempi. Un ringraziamento anche all’architetto Marina Rita Marcantoni e al geometra Stefano Santini».
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