di Giuseppe Fedeli *
“Non sappia la tua sinistra(…)”
“Video meliora proboque, deteriora sequor”(Ovidio)
C’è un vecchio detto che recita: “fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce”. La metafora/allegoria vuol significare che il bene non fa mai rumore, mentre il male sì: un rumore assordante, cupo. Differentemente dal male, il bene è silenzioso. Opera e basta. Tante persone hanno speso la vita (non solo i grandi mistici, i Santi, chi, a similitudine del Cristo, ha votato interamente la propria vita al prossimo) per aiutare fratelli in difficoltà, esseri svantaggiati, “diversamente abili” (in quanto tali emarginati dalla “società di paillettes e sorrisi al botox”), come merce vecchia da buttare: perché non producono, non sono funzionali al sistema (all’azienda Italia, per restare dentro ai nostri confini).
Il “giusto”, invece, si adopera ad allacciare una comunione e una comunità di intenti e di sentimenti, a far circolare il bene e il calore tra i suoi membri, così rendendo bella e interessante anche un’avventura che si dibatte tra il tragico e l’eroico, il dolore e una eroica resistenza. Solo se ci si affratella e ci si stringe gli uni agli altri, allora anche la fatica di Sisifo, la fatica di durare ha un senso. Il personaggio mitologico sfida imperterrito il destino, “tenta” l’assurdo (Camus), vincendolo: l’assurdo di vivere, che alla fine dà un senso all’essere qui, in questo giardino di splendori e miserie.
* giudice
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