Ponte sull’Ete, Calcinaro: «La struttura c’è. Ora ci vorrà tempo ma il più è fatto». Vesprini: «Che orgoglio». Ipotesi primavera per l’inaugurazione

INFRASTRUTTURA - «Ora ci vorrà tempo, ve lo dico subito ma il più è fatto. Voglio essere cauto altrimenti si generano false illusioni. Dovranno essere realizzate molte altre opere. Quali? Basti pensare al fondo del ponte, all'asfalto, all'illuminazione. E poi ci sono il collaudo, le opere spondali. Vanno anche posizionati gli archi che collegano il ponte stesso alle rampe. Cronoprogramma? «Parlo solo in presenza del mio avvocato, mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Dunque si resta al pregresso, ossia che se tutto fila liscio «e non vedo motivi - questo sì, lo dichiara il sindaco - perché non fili» l'opera potrebbe essere fruibile per la prossima primavera

(foto dal profilo Fb di Paolo Calcinaro)

«Volevo condividere con voi questo, la struttura è fatta: è gigantesca…e così si spiega il grande lavoro in officina per creare, assemblare, zincare e verniciare i pezzi. Ora ci vorrà tempo, ve lo dico subito ma il più è fatto…e ne sono fiero!». Così il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, sulla realizzazione work in progress del ponte ciclopedonale sul fiume Ete. Un ponte che inizia a prendere, in effetti, forma. L’intelaiatura, lo “scheletro” ormai sono ben visibili, tangibili. Ma il primo cittadino richiama comunque alla moderazione, di fatto. Insomma l’invito è a non accelerare troppo con gli animi e l’euforia. E quel «ci vorrà tempo, ve lo dico subito» parla da solo. In altre parole chi ha pensato di poter pedalare o camminare sull’infrastruttura da qui alle prossime settimane, si tolga il pensiero dalla testa. «Perché quell’inciso? Semplice – spiega il sindaco, contattato dalla nostra redazione – perché voglio essere cauto altrimenti è un attimo che si generano false illusioni. Dovranno essere realizzate molte altre opere. Quali? Basti pensare al fondo del ponte, all’asfalto, all’illuminazione. E poi ci sono il collaudo, le opere spondali. Vanno anche posizionati gli archi che collegano il ponte stesso alle rampe. Insomma se da una parte Calcinaro si dice fiero per il prosieguo dei lavori, dall’altra fa da pompiere ai troppo facili entusiasmi. Ma allora il cronoprogramma? «Parlo solo in presenza del mio avvocato – scherza il primo cittadino – mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Dunque si resta al pregresso, ossia che se tutto fila liscio «e non vedo motivi – questo sì, lo dichiara il sindaco – perché non fili» l’opera potrebbe essere fruibile per la prossima primavera.

E a chi punta l’indice sull’ingente esborso di denaro pubblico per realizzare l’opera, Calcinaro replica in maniera tranchant: «Ci tengo ad una precisazione, senza polemica alcuna ma solo per spiegare e meglio fare comprendere tutti: questo stupendo ponte è realizzato grazie alla aggiudicazione di un bando della regione Marche per il finanziamento di ciclovie. I comuni di Porto San Giorgio e Fermo se lo sono aggiudicato finendo in graduatoria sopra ad altri Comuni non finanziati. Quindi se non fosse stato finanziato questo ponte ai nostri Comuni quei soldi – sottolinea il sindaco – non si sarebbero tramutati nel marciapiede sotto casa o in sostegni alle famiglie: semplicemente sarebbero andati ad altri Comuni costieri marchigiani e noi, come spesso accadeva, saremmo stati a guardare a bocca asciutta». Un concetto che il primo cittadino estende a tutti i fondi del piano di resilienza: «Questo accade anche per tutti i milioni in arrivo con il Pnrr: finanziano progetti specifici e indicati dallo Stato e dall’Europa. Se non ce li aggiudichiamo…sono persi. Questo sempre per spiegare come funziona la macchina pubblica! Scusate!».

«Ho visto la genesi di quest’opera dall’inizio, ai tempi in cui ero assessore ai lavori pubblici  – aggiugne il sindaco di Porto San Giorgio Valerio Vesprini – e vederla che sta per concludersi e realizzarsi nella sua interezza desta anche orgoglio. La struttura, oltre a dare concretezza alla vicinanza materiale delle due città ed alla sua funzione ciclopedonale, anche da un punto di vista architettonico ha una sua valenza, ha dato forma e corpo ad un progetto e ad un render che ora sono realtà».

 

I sindaci Valeio Vesprini e Paolo Calcinaro

Completato il montaggio, che ha visto all’opera le ditte Cosmep e Di Stefano entrambe di Teramo, del ponte ciclopedonale sull’Ete con i suoi archi, i 55 metri di lunghezza del solo impalcato, i 6 metri di larghezza come previsto per la Ciclovia, di cui è il primo ponte ciclopedonale realizzato (e non passerella ciclopedonale come già ne esistono) fino a questo momento. In questi giorni la struttura ha preso corpo e forma, dall’impalcato alle travi tutto è stato accuratamente e scrupolosamente montato, una struttura che è ben visibile anche da lontano e dall’autostrada e che ha destato l’interesse e la curiosità di molti che si sono trovati a passare da queste parti. Un’opera che testimonia la comune volontà espressa dalle città di Fermo e di Porto San Giorgio sin dall’inizio di attuare un sistema di mobilità sostenibile da svilupparsi lungo l’asse costiero a confine dei due Comuni, realizzando un ponte pedonale e ciclabile in corrispondenza della foce dell’Ete Vivo. Ad agosto erano arrivati dall’Abruzzo le prime travi e pezzi zincati dell’impalcato che erano stati assemblati e verniciati in carpenteria, poi la seconda tranche di parti della costruzione e nei giorni scorsi il via alle operazioni di montaggio e varo. Il tutto seguito attentamente dalla direzione dei lavori affidata allo Studio Arkteam di Alessio Marini e allo Studio dell’ing. Federico Palestini.  Il ponte ciclopedonale che collega Fermo e Porto San Giorgio è il primo che viene realizzato nella nostra regione nell’ambito del progetto sulla Ciclovia Adriatica che riguarda sei regioni, di cui le Marche è capofila e riveste una grande importanza dal punto di vista ambientale e turistico. La sua realizzazione è rientrata nel finanziamento previsto dal Programma Operativo Regionale (POR) Marche Fesr 2014-2020.

 

(foto dal profilo Fb di Paolo Calcinaro)

 


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