Caso Salvatelli, Petrozzi: «Crisi seria. Surreale, in giunta e consiglio esponenti di partito» Nel mirino deleghe e bilancio

PORTO SAN GIORGIO - Il consigliere di maggioranza a tutto campo: «Alle riunioni di maggioranza tornino a partecipare i segretari cittadini o gli esponenti politici dei partiti di centrodestra. non è possibile che le deleghe all'urbanistica ed ai lavori pubblici siano assommate nella figura del sindaco. Anche il Bilancio a un tecnico»

Renzo Petrozzi

«La recente vicenda della revoca del vicesindaco Salvatelli è una questione politica di primario interesse che necessita di confronto. Non può essere fatta passare sotto silenzio». Il consigliere comunale di maggioranza, Renzo Petrozzi, torna a dire la sua sul casus belli che ha infiammato la politica sangiorgese: la revoca delle deleghe all’assessore Lauro Salvatelli da parte del sindaco Valerio Vesprini. E Petrozzi ne ha per tutti, senza peli sulla lingua.

«Premessa a questa mia nota stampa, a scanso di fraintendimenti, è che il sottoscritto, pur avendone pieno titolo, non rivendica posti in Giunta o la Presidenza del Consiglio in questa amministrazione sia in questo momento, sia per tutto il tempo che la stessa durerà. Non entro nel merito della procedura di allontanamento dalla giunta del vicesindaco. Essa è nelle prerogative del sindaco,  il quale non deve giustificazioni. Tuttavia, la giustificazione, anche se non dovuta, è stata ugualmente fornita nell’affermazione resa dal primo cittadino, secondo la quale Salvatelli sarebbe stato  rimosso perché non gli avrebbe comunicato per tempo il suo passaggio al partito Fratelli d’Italia.  Ciò che lascia esterrefatti è che da questo partito non sia uscito un commento, o una dichiarazione da parte dei suoi esponenti a qualsiasi livello. Niente. Soltanto un disarmante: tutto tace. Esiste però una contraddizione: da una parte si sostituisce un assessore perché non ha comunicato al sindaco di aderire ad un partito, dall’altra si omette il fatto, più che evidente, che, in realtà, sia in Giunta sia in Consiglio Comunale figurano esponenti di partito candidatisi nel 2022 in pseudo liste civiche. La lista “Insieme”  infatti  era  costituita quasi completamente da esponenti di Lega e Fratelli D’Italia, la lista “Per Porto San Giorgio” era in realtà Forza Italia. Non si comprende perché Fratelli d’Italia e suoi alleati minori che governano l’Italia e le Marche abbiano accettato supinamente di presentarsi senza simboli alle elezioni comunali di Porto San Giorgio, per appoggiare un candidato sindaco che era stato nove anni in giunta insieme al Pd. Il motivo forse ce lo fornirà il tempo».

«Non c’è niente di male a fare politica nei partiti, i quali sono le fondamenta della democrazia. Il civismo a tutti costi non è necessario.  L’unica spiegazione  è che i partiti nel 2022 siano scesi in campo senza simboli perché avevano riserve a presentarsi agli elettori appoggiando un candidato che aveva governato per tanti anni con la sinistra. E’ ora  che questa situazione surreale abbia termine e che i partiti vengano fuori coi loro uomini e i loro simboli, costituendo come è giusto dei gruppi consiliari coi loro nomi.  Il mascherarsi da civici ha consentito una enorme incoerenza sulla delibera sul cinema Excelsior che era stata respinta nell’aprile 2022,  quando i partiti di centrodestra erano all’opposizione con i loro simboli, ed è stata invece votata poche settimane fa dagli stessi partiti camuffati da civici, in sintonia con il Pd. Sono stato solo io, in coerenza con quanto espresso nel 2022, l’unico consigliere a non votare quella delibera. E’ necessario e urgente, dopo la sfiducia al vicesindaco, fare il punto della situazione in maggioranza, poiché si è, nei fatti, determinata una seria crisi. E’ altresì importante che alle riunioni di maggioranza tornino a partecipare i segretari cittadini o gli esponenti politici dei partiti di centrodestra così come è avvenuto nella fase pre-elettorale. La verifica deve comportare un confronto politico-programmatico sulle criticità e i progetti da realizzare: non è possibile che le deleghe all’urbanistica ed ai lavori pubblici siano assommate nella figura del sindaco, già gravato dai numerosi impegni del suo ufficio. In tali settori è indispensabile la figura di un assessore tecnico, esperto e consapevole della complessità della materia, e capace di interfacciarsi tra la politica e gli uffici.  Analoga riflessione concerne il bilancio, dove è urgente affidare la delega ad un tecnico, che sappia dirimere le questioni salienti quali tasse, Pnrr, gestione dei finanziamenti vari. Conoscendo i politici – la chiosa dissacrante di Petrozzi – posso prevedere che a tali mie dichiarazioni non verrà fornita dai partiti e dal Palazzo alcuna risposta». 

 


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