«Umiltà, l’altra faccia della carità»

LA RIFLESSIONE di Giuseppe Fedeli: «Dichiarandomi al di fuori da un contesto, quello attuale, a dir poco demenziale (e demente), per quanto mi riguarda, una interpretazione falsata di quella che la moderna teologia ritiene la “quinta” virtù cardinale, che completa e riassume le altre quattro virtù, vale a dire la prudenza (“prudentia”), la giustizia (“jvstitia”), la fortezza (“fortitudo”) e la temperanza (“temperantia”), nel senso evangelico della purezza o verginità del cuore (“puritas cordis”), non avrà mai diritto d'asilo nella mia cittadella»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

L’umiltà, rifrazione del coraggio dell’uomo plasmato a immagine e somiglianza di Dio, è l’altra faccia della Carità. Tutti i grandi personaggi che hanno  attraversato e segnato i secoli si sono  vestiti del saio dell’umiltà: l’umile non ha bisogno di far mostra delle sue virtù, perché ha (già) di suo, è spiritualmente vivo. E poi, mettendo in mostra la virtù, farebbe l’esatto contrario, a ciò essendo indotto da una malcelata superbia. In parole povere, l’umiltà, come l’eleganza, non deve farsi notare, perché il suo stile è intrinseco al suo essere.  A differenza del supponente, la persona umile non ha da dire nulla: da ogni suo gesto e da poche parole – quando non dal silenzio- traspaiono il suo valore e la sua grandezza. Oggi l’umiltà è (dis)valore nella misura in cui chi ne è nunzio (non) serve a qualcosa, al ciclo produttivo. Ricordo mia madre, ferma e dolce a un tempo. I suoi silenzi, il suo esempio. Ricordo la sua umiltà, il suo tacere se non veniva interpellata, o quando “non era il caso” di intervenire, pur lasciando trasparire dai suoi occhi la sapientia. Dichiarandomi al di fuori da un contesto, quello attuale, a dir poco demenziale (e demente), per quanto mi riguarda, una interpretazione falsata di quella che la moderna teologia ritiene la “quinta” virtù cardinale, che completa e riassume le altre quattro virtù, vale a dire la prudenza (“prudentia”), la giustizia (“jvstitia”), la fortezza (“fortitudo”) e la temperanza (“temperantia”), nel senso evangelico della purezza o verginità del cuore (“puritas cordis”), non avrà mai diritto d’asilo nella mia cittadella.

* giudice


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