Palloncini bianchi e lacrime per l’ultimo saluto alla 14enne Alessia Massimi: «Sei stata e resti un dono per tutti noi»

PORTO SANT'ELPIDIO - Chiesa della Santissima Annunziata gremita per l'addio alla 14enne morta lunedì scorso. «Oggi è la festa anche di Carlo Acutis, un giovane che qualche anno fa morì in questo giorno. La sua tomba ora è ad Assisi, un giovane dell’età di Alessia e mi verrebbe da dire: Carlo prendila e gioca con lei, canta con lei, esprimi quell’amore e quella vitalità che lei ci ha donato quaggiù. Alessia è un dono e proprio per questo, essendo un dono non è nostro fino in fondo perché ci è stato dato. Alessia è viva, lo è nei nostri cuori e lo sarà sempre. Alessia ci dice di non perdere il sorriso e lei ci aiuterà a ritrovarlo». Struggenti i ricordi dei familiari e della migliore amica

Alessia Massimi

di Maikol Di Stefano (foto Simone Corazza)

I palloncini bianchi volati verso il cielo, le lacrime e tanta commozione hanno accompagnato l’ultimo saluto ad Alessia Massimi, la quattordicenne stroncata lunedì sera da un malore mentre era nella propria abitazione insieme ai genitori. Una giornata di lutto per tutta Porto Sant’Elpidio, una comunità che nella chiesa della Santissima Annunziata si è voluta stringere attorno alla famiglia della piccola. Gli amici, ma anche compagni di scuola e professori oltre a parenti e conoscenti. Tra i banchi e le navate della chiesa c’erano anche tante persone che Alessia non l’avevano mai conosciuta, restando comunque segnate dalla notizia della sua morte. Presente anche il sindaco Massimiliano Ciarpella, insieme al vicesindaco Andrea Balestrieri e agli assessori Enzo Farina e Marco Traini. Amico di famiglia e affranto dal dolore il presidente del consiglio comunale Diego Tofoni. Un via vai di persone quelle che si sono riunite intorno a papà Ermanno e mamma Sara, e proprio a loro la comunità elpidiense ha voluto far sentire tutta la propria vicinanza.

Il ricordo:

Ad aprire la funzione è stato don Paolo Canale, parroco della Santissima Addolorata del quartiere Corva e Cretarola (dove viveva Alessia). «Prima di iniziare mi hanno chiesto se Alessia fosse della mia parrocchia. La verità è che lei è di tutta Porto Sant’Elpidio. Lo testimonia la presenza di tutti i parroci qui, di voi riuniti, la presenza della scuola, dell’amministrazione comunale che ci ricorda che Alessia è un tesoro di e per tutti noi. Siamo qui insieme oggi per accompagnarla e salutarla, dare forza a voi genitori perché lei è soprattutto vostra. Noi siamo qui con voi perché la fede di tutti noi insieme possa aiutarci in questo momento e affidarla al Signore che noi chiamiamo il Dio della vita e non della morte”.

Parole riprese poi, nell’omelia, dal parroco. «Non è mai facile in questi momenti anche per noi sacerdoti trovare le parole. Tutti hanno gli stessi sentimenti come quello di stare vicini e di fare silenzio. Qui però il Signore continua a parlare ai nostri cuore, siamo consapevoli che in questo momento il Signore ci chiede di continuare ad avere fede, che la vita è più forte della morte. Gesù ci dice: “non temere, sono qui e ti tengo fra le mie mani” e vorrei veramente che oggi ognuno di noi senta questa stretta di mani. Io chiedo al Signore allora di farci sentire la nostra fede, di sentire che Alessia è viva, lo è nei nostri cuori e lo sarà sempre. Ci dice: alzatevi. Noi per alzarci però dobbiamo stringere quelle mani. Oggi è la festa anche di Carlo Acutis, un giovane che qualche anno fa morì in questo giorno. La sua tomba ora è ad Assisi, un giovane dell’età di Alessia e – continua il parroco – mi verrebbe da dire: Carlo prendila e gioca con lei, canta con lei, esprimi quell’amore e quella vitalità che lei ci ha donato quaggiù. Alessia è un dono e proprio per questo, essendo un dono non è nostro fino in fondo perché ci è stato dato. In questi momenti il Signore ci ricorda che lo è stato in ogni giorno, ogni istante e momento che ha vissuto con noi. A voi genitori dico che tutto quello che potevate fare, l’avete fatto e credo che questo sia motivo di consolazione per voi. Penso che Alessia ci darà la forza e voi ragazzi dovete fare cose grandi anche per lei, vivendo la vita come un dono con semplicità come ha fatto lei. Se un giorno qualcuno vi domanderà “ma a che serve credere nella resurrezione?” voi ricordatevi di Gesù. Se oggi siamo qui è perché crediamo in essa, nella resurrezione e non lasciamo che la gente ci derida per questo. Alessia ci dice di non perdere il sorriso e lei ci aiuterà a ritrovarlo. Non oggi, non subito, ma il Signore ci tiene per mano. Avete insistito come famiglia perché ci fossi io oggi, ecco io so che siete forti e sono qui a dirvi che siamo tutti noi vicino a voi».

Si abbracciano forte gli amici della 14enne, tanti i ragazzi arrivati vestiti uguali con i pantaloni neri e la maglietta bianca a simboleggiare quel candore che Alessia aveva mostrato nella sua vita. C’è sconforto nei loro occhi, ma anche la voglia di stringersi, farsi forza insieme. Tanti i ragazzi del polo scolastico “Carlo Urbani” che in pochi mesi si sono trovati a vivere altre due tragedie enormi. Costretti dalla vita a veder andar via compagni che fino a pochi giorni fa giravano tra corridoi ed aule insieme a loro.

Poi i saluti dei tanti amici e conoscenti, la prima a parlare è la zia Francesca. «Sento che questa vita è irregolare e non giusta. Questo sento adesso. Cara Alessia mi ritrovo qui a dedicarti queste parole che mi escono a stento. Vorrei descriverti al mondo, ma spero che sarà la tua mancanza, i tuoi tanti amici, la tua bontà a fare i saluti e renderti onore». Poi è stato il momento del professore Luca Tosoni, le sue parole alla famiglia: «Quelle parole che non sono riuscito a dire ai miei studenti martedì, i volti che guardavano il vuoto, l’abbracciarsi e capisci quanto sia importante la presenza. Noi vorremmo essere qui come scuola per farvi forza, farvi sentire l’affetto e tutto l’amore. Vogliamo ricordare il sorriso di Alessia, la sua naturalità nelle relazioni. Era sempre presente e partecipe. Noi vorremmo ricordarla così ed essere per voi questa forza».

A seguire le parole anche dei compagni di classe. «Facevi sorridere chiunque, bastava guardarti e riuscivi a far star bene anche chi in quel momento era triste o stava soffrendo. Una ragazza fantastica, ti ricorderemo per sempre e per sempre resterai nei nostri cuori. Sei stata una grande compagna di classe, ora si è aggiunta nel cielo un’altra stella che brilla». C’è emozione nella voce di ogni singolo ragazzo. «Siamo sicuri che starai sempre accanto alla tua mamma Sara e il tuo papà Ermanno. Noi ragazzi da oggi dovremmo vivere questo dolore senza nasconderlo mai, perché ci aiuterà. Ciao Ale, ora sei l’angelo più bello, ti vogliamo bene». Strappa commozione e lacrime, infine, Alice, la migliore amica. «Cara Ale è tutta la mattina che piango e tu non ci sei ad abbracciarmi. Tu sarai sempre la mia cara amica, quella che guardi con orgoglio e mai con invidia. Ancora ho impresse le notti che abbiamo passato a parlare insieme, il viaggio da fare con mamma e Sara, il sogno di due quattordicenni di una casa da dividere insieme da grande. Promettimi che un giorno ci rivedremo perché sei la stella più grande che porto».

L’ultimo saluto:

Il piazzale gremito intorno al carro funebre, ci sono i palloncini bianchi che si alzano in cielo ed un lungo applauso ad accompagnare l’uscita del feretro dalla chiesa. Poi di nuovo il silenzio glaciale mentre il carro si allontana verso il cimitero. Al centro del piazzale restano quei ragazzi vestiti di bianco ad abbracciarsi, farsi forza e ricordare ancora una volta Alessia.


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