Il ritorno di Stefano Protti alla Fermana: «Ho rimesso l’elmetto»

FERMO – L'allenatore ha parlato in conferenza stampa del suo nuovo ciclo sulla panchina gialloblu. Presente il presidente Simoni, il dg Tubaldi, il ds Galassi e tutti i membri del nuovo Cda: «Richiamare Stefano è stata una scelta unanime. È lui la persona adatta per conquistare la salvezza»

di Matteo Malaspina

Era il 15 aprile scorso quando Stefano Protti si era seduto per l’ultima volta in sala stampa al Recchioni. La partita era l’ultima casalinga della stagione 2022/23, Fermana-Pontedera 0-4, con i gialloblu già salvi e con la testa in vacanza. Poi l’addio in estate, il nuovo allenatore Andrea Bruniera e giovedì scorso il ritorno del mister romagnolo sulla panchina dei canarini. Sono passati sei mesi e oggi, Protti, si è nuovamente seduto in quella sala stampa ma con meno leggerezza rispetto ad aprile perché ora c’è una salvezza da raggiungere e tanto tanto lavoro da fare.

«Sono qui per parlare di campo, di giocatori e di lavoro – fa subito chiarezza il mister escludendo qualsiasi domanda sulle vicende societarie e quant’altro -. Dopo il buon punto contro la Spal c’è molto da fare: testa bassa e lavorare perché c’è da portare la barca in porto. Ora ci aspetta la partita con l’Entella poi trasferta ad Olbia nell’infrasettimanale e il derby con l’Ancona. Certo, sarebbe stato meglio tornare ed affrontare una squadra di Promozione in amichevole piuttosto che un calendario così difficile – ha scherzato –, ma ho rimesso l’elmetto e sono pronto a prendere subito gli spari».

Non si nasconde Protti. Di problemi ce ne sono, dice, e pure parecchi ed è per questo che a Ferrara contro la Spal «ho preferito ad affidarmi alla vecchia guardia, a chi mi conosce, per ritrovare la compattezza. Poi, piano piano, inseriremo i nuovi. All’inizio ho bisogno di conoscere tutti i giocatori, sia a livello tecnico che mentale e capire quanti cambi ho ha disposizione, su quanti posso fare affidamento e per questo ci vuole tempo».

Ma l’allenatore ha ben chiaro l’obiettivo che è la salvezza. È tornato perché ci crede e perché non poteva perdonarsi il fatto di vedere la sua Fermana trovarsi in posizioni di classifica scomode senza fare niente. «Se quando il telefono ha squillato rifiutavo di tornare, mi sarei sentito una mer** – ha spiegato senza mezzi termini -. Ho pensato che dovevo venire qua e vedere cosa potevo fare e se potevo dare una mano. Non sono quello che risolverà tutti i problemi ma, se serve, sono disponibile a lavorare anche 24 ore al giorno per questi colori. Impegno massimo e fare un passettino alla volta, prima evitando la retrocessione diretta e poi vedere dove possiamo arrivare».

Un passaggio anche sulla non riconferma dell’estate scorsa: «Non c’erano le condizioni ne per me ne per la società, non sapevamo nemmeno che squadra avremmo allestito. La società ha deciso così e ognuno fa le proprie scelte. Adesso ho sposato questa causa con tutte le dinamiche del caso, dal minutaggio dei giovani che deve essere rispettato per assicurare alla società un’entrata economica sicura fino alla difficoltà di fare mercato a gennaio».

La chiamata per far ritornare Protti sulla panchina l’ha fatta il ds Andrea Galassi. «Una decisione unanime del Cda e così Tubaldi mi ha detto di chiamare Stefano. Ci ho parlato due ore e ho capito che era la persona che ci serviva in questo momento. Ci siamo messi a tavolino, trovato la quadra e raggiunto l’accordo. Per me è un allenatore bravo che può fare strada in categorie superiori».

«Mi prendo la responsabilità delle scelte fatte quest’estate e ringrazio Bruniera per il lavoro svolto – ha detto il dg Andrea Tubaldi -. Dopo Perugia ci siamo riuniti e abbiamo preso la decisione di riprendere Protti perché era la persona più adatta per portare la Fermana alla salvezza. Stefano si è ripresentato con un piglio diverso rispetto a luglio».

Non solo campo perché alla conferenza erano presenti anche i membri del nuovo Cda canarino e il presidente Umberto Simoni per fare chiarezza sul nuovo assetto societario. «La famiglia Simoni ha deciso di prendere le quote della Fermana perché amiamo Fermo e la squadra. Non abbiamo certo la forza economica di Vecchiola ma sono subentrati due professionisti per la quale abbiamo molto fiducia che riescono a sistemare i conti» ha detto il patron gialloblu insieme al figlio Gianfilippo riferendosi a Massimo Tintinelli e al responsabile commerciale Enrico Ribichini. Due figure che, nell’organico societario, hanno il compito di avvicinare la squadra al territorio, estinguere il debito e trovare nuovi sponsor.

«Sapevamo che la missione era complicata, però io come fermano ho deciso di accettare la sfida. Per me la Fermana deve mantenere la categoria e tornare a respirare in termini economici – ha sentenziato Tintinelli -. Per fare la Lega Pro servono 2 milioni, noi abbiamo 150 mila euro di sponsor. La necessità è avvicinare la squadra al territorio perché, in questi primi 20 giorni, non abbiamo avuto un grande riscontro con i grandi imprenditori del Fermano ma solo con i piccoli che ci hanno confermato la sponsorizzazione. Dobbiamo far capire che prima la società non aveva un assetto compatto, ora invece è più organizzata. L’obiettivo a medio termine è quello di trovare un investitore serio. Su questo fronte posso dire che tra un paio di settimane dovrebbe arrivare uno sponsor importante di 250 mila euro e siamo in trattativa con altri».

«Pensavamo di avere risposte più concrete sul territorio ma siamo comunque i contatto con tutti gli imprenditori – ha concluso Ribichini -. Oggi siamo credibili ma a corto di cassa. Non è scontato il successo immediato perché il nostro è un progetto a lungo termine ma stiamo accelerando».

 


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