“Coppie, storie di desiderio e trasgressione”, Cruciani senza peli sulla lingua al Gigli

PORTO SANT'ELPIDIO - Oggi pomeriggio il giornalista radiofonico di Radio 24 e conduttore dello storico programma: “La zanzara” ha presentato il suo libro in città. E ha spaziato dall'amore al sesso, dalla prostituzione alla politica passando per il caso "Giambruno-Meloni". In chiusura "piccata" al sindaco Ciarpella

Giuseppe Cruciani

Divisivo, trasversale e senza peli sulla lingua. Ha rispettato tutte le attese del caso Giuseppe Cruciani, giornalista radiofonico di Radio 24 e conduttore dello storico programma: “La zanzara”. Oggi pomeriggio a Porto Sant’Elpidio, all’interno del polo culturale Beniamino Gigli ha presentato il suo libro: “Coppie, storie di desiderio e trasgressione”. Un appuntamento promosso dall’assessorato alla cultura della città e che rientra all’interno di un kermesse che vedrà da qui a gennaio la presentazioni di altre tre opere letterarie. «Cominciamo col botto perché oggi abbiamo l’onore di ospitare Giuseppe Cruciani ed io sono soddisfatta del fatto che abbia scelto Porto Sant’Elpidio per presentare il suo libro. – il saluto dell’assessore Elisa Torresi – un grazie anche al consigliere Francesco Pacini che si è profuso in maniera costante per la realizzazione di questa rassegna».

Il libro:

Un insieme di esperienze legate al mondo della coppia, una difesa costante dei sentimenti, ma uno sdoganare il sesso dall’affettività. C’è un pò tutto questo dietro alle storie scritte da Cruciani. «Guai a parlare di poliamore, il sesso è un discorso che non c’entra con l’amore». Affabile, cinico, sull’equilibrio tra lo schietto e il volgare, ma sicuramente senza la paura di dire quello che pensa. Cruciani affronta un Gigli gremito all’inverosimile. «Vi ringrazio per essere qui, ed inizio dicendovi che se faccio un piccolo sondaggio fra le coppie cioè vi chiedo quanti si tradiscono o hanno tradito non c’è nessuna mano che si alza. – provoca il conduttore de “La zanzara” – Questo perché è uno dei campi dove noi mentiamo abitualmente. La statistica dice che il 78% dei maschi, le donne un pelo meno, dice di aver tradito o tradisce, oppure ha desiderato un’altra donna o uomo. Il problema dove sta? Nel fatto che noi aspiriamo alla monogamia, quando iniziamo una relazione tutti puntiamo a questo e addirittura in un patto matrimoniale assumiamo il fatto, come se fosse scontato, che saremo fedeli, ma purtroppo la monogamia è il contrario dell’essere umano. Io non sono contro la famiglia, non sono uno che pensa che non debba esistere la solidità degli affetti, ma semplicemente non credo sia così nella sessualità. Io sono a favore degli equilibri nonostante i tradimenti. Spesso non si ha il coraggio di perdonare l’altro, anche quando si scoprono i lati più drammatici dell’altro. La più grande prova d’amore è accettare l’altro nelle cose che ci fanno più schifo».

Giuseppe Cruciani qui con il consigliere Francesco Pacini

L’attualità:

Cruciani però non si ferma alle coppie, ma spazia. Parla di politica, della Meloni nella sua ultima separazione come compagna di Andrea Giambruno. Si concede alle domande del pubblico e parla di come la prostituzione sia una business non sfruttato dallo Stato. «Mi dicono spesso che sono di destra, quando in realtà dico molte cose più vicine alla sinistra. Io sono a favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Sono a favore delle adozioni gay e anche dell’utero in affitto». Tuona dal palchetto microfono in mano, prima di passare al tema della prostituzione attaccando anche il vicepremier Matteo Salvini. «La politica se ne frega della prostituzione, tranne Matteo Salvini. Io nel 2015 insieme a lui ed una prostituta transessuale milanese ho depositato in procura a Milano dei documenti per il referendum. Poi lui si è dimenticato ste cose e si è messo a fare i comizi col rosario, i santini e la famiglia. Grande tema sono stati i “bordelli” in Italia. Noi esportiamo cervelli, gente che frequenta prostitute e denaro facendo guadagnare i paesi intorno con un business. In Italia questo argomento però non si tratta, un pò perché c’è la Chiesa ed un pò perché viviamo in uno Stato totalitario che vuole eliminare i vizi. Siamo nell’assurdo dove qualcuno vuole eliminare la domanda e recuperare “l’offerta”. Ovvero andare dalle ragazze e farle smettere con la prostituzione. Ma chi te l’ha chiesto o detto? Molte donne scelgono di intraprendere questo percorso. Io sono contro lo schiavismo, quello va preso e punito, ma non contro la prostituzione. Questo moralismo è senza senso. La Chiesa dovrebbe premiare le prostitute, sono una valvola di sfogo per molti uomini. Vogliamo condannare il maschio che va a prostitute? Il maschio è maschio, non è che questo scegliere la prostituta lo renda cattivo. Il risultato dell’equazione che dipinge cattivo chi va a prostitute è che spesso sia un uomo sposato o fidanzato e perché lo fa? Perché torniamo al concetto del libro: la persona con cui stai non può darti tutto. Crediamo debba essere tutto insieme, moglie, compagna, la perfezione a letto. La regressione dell’uomo maschio che vuole andare a prostitute è una follia. Il totalitarismo d’imporre comportamenti alla società mi repelle».

Discorso che si sposta poi sul mondo dell’identità di genere e sessuale. «La famiglia e le relazioni tra le persone rappresentano il perno della società, però il sesso che c’entra? Io sono a favore delle unioni gay, le adozioni gay e l’utero in affitto, ma non mi piacciono le associazioni Lgbt perché vogliono ripulire il linguaggio e ti attribuiscono la parola omofobo anche solo perché dici “la famiglia è quella tra uomo e donna”. Se uno ha un suo pensiero, perché deve essere punito? Le organizzazioni Lgbt non rappresentano nessuno, mi fa orrore che le persone si debbano dividere in eterosessuale o omossessuale, ma a me che me ne frega? Se fanno le orge o meno? Ma vaff… Io giudico le persone per come sono, non per chi scelgono a letto». Pizzicato sullo “scandalo” dell’ormai ex compagno della premier Giorgia Meloni, ossia Andrea Giambruno, Cruciani è serafico:  «Sono fatti suoi, la dichiarazione della Meloni va presa per quella che è, la presa di posizione sulla chiusura di un rapporto. La gestione mediatica al momento è positiva per lei, ne è uscita bene».

Lo sketch:

Arriva solo sul finire della presentazione, il sindaco Massimiliano Ciarpella, incalzato immediatamente da Cruciani. «Lei è il sindaco? E crede nella monogamia?». Domanda a cui il primo cittadino risponde mostrando la fede all’anulare. «Ecco vedete, ha risposto come fanno tutti. Alla domanda se crede nelle monogamia mostra la fede, come a dire che nel matrimonio automaticamente c’è la fedeltà o il credere in essa. Ecco allora io qui oggi ribadisco che credo nella fedeltà dei sentimenti, ma non in quella della sessualità».

Maikol Di Stefano


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