Il 7 ed 8 ottobre Maria Bertola (nella foto) è stata protagonista dei mondiali di sumo a Tokyo, in Giappone, dove ha conquistato la settima piazza nella categoria -80 kg.
L’atleta fermana arrivava alla competizione dopo sette mesi di allenamenti duri, nel quale ha perso più di 20 kg per rientrare nella categoria di peso. A Tokyo si è resa protagonista di incontri molto lunghi, un fatto inconsueto nel sumo, tanto da farle avere apprezzamento nel cuore dei giapponesi.
Nel recente fine settimana di sabato 21 e domenica 22 ottobre, la Bertola ha invece partecipato alla competizione più importante di arti marziali a livello mondiale, il World Combat Games a Ryahd in Arabia Saudita. Tale competizione viene definita “l’olimpiade degli sport da combattimento”, dove partecipano i migliori atleti al mondo per le discipline del kendo, karate, wrestling, judo, savate, wushu, kick boxing, boxe, muai thai, sambo, scherma, aikido, e infine del sumo. Per qualificarsi all’evento si transita per una ranking list mondiale fatta di diverse competizioni internazionali a punteggio. L’atleta azzurra è stata la prima atleta italiana in assoluto nella disciplina del sumo, che si è quindi qualificata a tale importantissimo evento. Risultato straordinario se si pensa che la disciplina del sumo è per consuetudine ad appannaggio maschile. Il risultato è a dir poco straordinario: oltre ad essere settima al mondo nei pesi medio massimi la Bertola si è classificata nelle prime dieci al mondo anche nei pesi massimi.
“Sono molto soddisfatta dei risultati conquistati a distanza di così pochi giorni – il commento della diretta interessata -, è stato impegnativo conciliare gli allenamenti con famiglia e lavoro, però come ho detto al dottore dopo l’infortunio al ginocchio nella gara di domenica: we are woman, these means we are warriors (siamo donne, ciò significa che siamo guerriere, ndr). E’ stato bello ed interessante confrontarmi con donne provenienti da tutto il mondo. Lo sport oltre che agonismo è unione, relazione è legame oltre le barriere”.
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