Pesca delle vongole, gli operatori incontrano Carloni. Nodo compartimenti: «Resti tutto com’è»

PORTO SAN GIORGIO - Oggi pomeriggio gli operatori dei consorzi di San Benedetto, Civitanova e Pesaro hanno incontrato il deputato della Lega, presidente della XIII commissione alla Camera per ribadire il loro "no" ad eventuali modifiche sugli specchi di mare per la pesca. L'onorevole: «Da parte mia e della Lega la posizione è di lasciare le cose come stanno non perché dobbiamo fare dei favoritismi ma perché riteniamo che l'attività di pesca sia in equilibrio. Da qui a dicembre monitoreremo la situazione in maniera stretta. La nostra posizione è chiara: o si sta con le imprese o contro le imprese». Altro messaggio, ribadito dagli esponenti della Lega, è il no al parco marino che «pregiudica l'attività di pesca»

di Serena Murri

«Vogliamo che l’assetto della pesca resti così com’è». E’ questa la richiesta emersa oggi pomeriggio dai vongolari dei consorzi di San Benedetto, Civitanova e Pesaro, che chiedono alla politica di definire una volta per tutte la situazione. Ad accogliere oggi pomeriggio al Pic pesca di Porto San Giorgio il deputato Mirco Carloni (Lega), accompagnato da Mauro Lucentini, il vicesindaco Fabio Senzacqua. Al tavolo dei relatori anche il consigliere regionale della Lega, Marco Marinangeli, e il coordinatore provinciale del Carroccio, Alan Petrini. All’origine dell’incontro, i timori e le questioni legate ai compartimenti delle vongolare, lasciati da anni in sospeso. La prossima scadenza della proroga, infatti, è fissata per il 31 dicembre.

La paura degli operatori della pesca, o almeno buona parte di essi, è la riduzione dello spazio di pesca con sforzi inutili da parte degli operatori, come ricordato da Gerardo Fragoletti, presidente del Co.vo.pi. (Consorzio dei vongolari del Piceno).

A 4 anni dalla proroga e dopo il ricorso che ha dato ragione alla loro categoria e alla Regione «ci aspettavamo – ha spiegato Fragoletti – una definizione della faccenda invece temiamo che possano cambiare gli assetti attuali relativi al compartimento unico che a noi sta bene così com’è. Speravamo che questa storia si fosse conclusa e che potessimo stare tranquilli dopo la sentenza favorevole del Tar. Non sono arrivate voci rassicuranti su questo e i pescatori non sono tranquilli. Vogliamo che rimanga tutto com’è. Perché creare fibrillazioni inutili? Ci sono di mezzo famiglie, capitali e attività». All’incontro con le istituzioni, erano infatti presenti esponenti della pesca anche da Civitanova, oltre che da Pesaro e Cattolica. Insomma tre consorzi su quattro chiedono che si definisca in via definitiva l’assetto attuale con quattro consorzi e non un unico regionale. Attualmente ci sono 57 vongolare a San Benedetto (e Porto San Giorgio), 25 nel sub-compartimento di Civitanova Marche, 73 ad Ancona e 65 a Pesaro. «Gli equilibri sono stati perimetrati in base – aggiunge Fragoletti (all’incontro odierno erano presenti anche i suoi omologhi, Domenico Felici per Pesaro, e quello di Civitanova, Nicola Paci) – in base a spazi, territori e imbarcazioni. Tutti e quattro i consorzi hanno equilibrio perfetto sia in dati del pescato come pure di numeri e fatturazioni. E questo è quello che chiediamo che resti anche sulla scia di 4 anni di sperimentazione da cui è emerso chiaramente che i quattro consorzi sono suddivisi in maniera equa». I tre compartimenti rappresentano 147 operatori sul totale di 220 nelle Marche.

La necessità di una riunione nasce, si diceva, dalla preoccupazione di tre dei quattro comparti, come ricordato da Mauro Lucentini che ha confermato quanto sia annosa la questione: «Noi non ce ne occupiamo da oggi ma da tempo. Fattivamente, in Regione se ne occupò Carloni in prima persona, quindi chi meglio di lui per mettere sul tavolo le azioni future? Tra l’altro, in Commissione pesca, Carloni lavora a stretto contatto con Lollobrigida. Le Marche non finiscono in Ancona». Il consigliere regionale Marco Marinangeli ha confermato che quello della pesca è un settore che «conosciamo e si è andati avanti per proroghe. Serve una linea definitiva sulla base dei dati dello studio che confermano come vi sia un equilibrio per la ripartizione in termini di pescato, fatturato e di superfici di pesca».

Dopo aver ascoltato le istanze provenienti dal settore, Mirco Carloni, (oggi presidente commissione pesca alla Camera e ieri assessore regionale che seguì tutta la vicenda) si è allontanato ed ha parlato al telefono con il presidente, Francesco Acquaroli che avrebbe detto di non avere nessuna ragione per cambiare la situazione attuale e avrebbe aggiunto che sul compartimento unico cercherà di fare una delibera. Nel frattempo, Carloni ha suggerito alla categoria di fissare un appuntamento con l’assessore Antonini che ha preso il suo posto in giunta regionale. «Da parte mia e della Lega – ha aggiunto Carloni – la posizione è di lasciare le cose come stanno non perché dobbiamo fare dei favoritismi ma perché riteniamo che l’attività di pesca sia in equilibrio. Da qui a dicembre monitoreremo la situazione in maniera stretta. La nostra posizione è chiara: o si sta con le imprese o contro le imprese». D’accordo anche Marinangeli che ha confermato la volontà di stringere sui tempi e lasciare le cose allo status quo attuale. Un altro messaggio, ribadito ancora una volta dagli esponenti della Lega, è il no al parco marino che «pregiudica l’attività di pesca». Stando a quanto sostenuto da Carloni, inoltre il ministero non interverrà sulla questione dei dipartimenti, in quanto a gestirlo è la Regione alla quale spetta l’ultima parola.


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