di Giorgio Fedeli
«Da questo punto di vista è impossibile avere una mappatura completa. La nostra è una città molto complessa. Però lavoriamo ogni giorno per rimodernarla». Sono le parole del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro. E oggi non si parla della Fermo alla luce del sole bensì di quella che non si vede, sotterranea. No, non “sotterranea” nel senso storico e turistico di partenopea memoria. Qui parliamo di quel reticolo di cunicoli, da decine e decine di chilometri, che attraversa nel sottosuolo la città capoluogo di provincia.
Non una novità, certo. Alcuni di quei cunicoli arrivano fino alla costa, fino a Porto San Giorgio. Ma quei “vuoti” sotto l’asfalto rendono, in alcuni punti (e Calcinaro respinge al mittente qualsiasi accenno all'”emergenza” o all'”allarme”), fragile la tenuta delle sedi stradali.
Le voragini che si aprono sul manto stradale, se da una parte ancora fanno notizia, dall’altra non sono più una novità per Fermo. Ultimo esempio in ordine di tempo, quella apertasi in piazza Dante con il primo cittadino subito intervenuto, insieme alla Ciip, per un’ispezione. E poi tutti al lavoro per sistemare la tenuta della strada, sotto e in superficie, e riaprirla in prima possibile al traffico. Parliamo di una zona, di una rotatoria (quella di Ciccolini) tra le più trafficate di tutta la provincia. E lì transitano anche molti mezzi pesanti, a partire dagli autobus. Insomma punti di fragilità a macchia di leopardo. Ma che si può fare? Non molto, per la verità, stando alle parole del sindaco.
«Ricordo che nel 2020 è stato rifatto l’anello dell’acquedotto. Un lavoro da 2 milioni di euro della Ciip per sostituire i vecchi cunicoli che, però, sono un’infinità». Poi il fatto recente, quello di piazza Dante: «Ecco, esatto. Lì – fa notare Calcinaro – oltre a un laghetto carsico, c’è anche una strada lastricata a mattoncini. Penso possa risalire agli anni ’40 o ’50. Abbiamo strati su strati di sedimentazioni. Abbiamo delle mappature dei cunicoli, con lavori di speleologi. Ricordo, ad esempio quello di Massimo Spagnoli. E certamente quelli possono servire per avere una fotografia più nitida del sottosuolo».
Dunque quale modus operandi si può adottare? «Beh sui sottoservizi la Ciip continua a fare investimenti per opere di modernizzazione» spiega il primo cittadino che poi annuncia: «C’è un appalto da un milione di euro, già finanziato, per modernizzare, ad esempio, l’acquedotto e le fognature nel centro storico. Ma non potrà partire nell’immediato». E il motivo dell’attesa è semplice: «In centro abbiamo già in essere molti cantieri privati, tra superbonus e ricostruzione. E questi ultimi sono anche quelli più lunghi. Aprire un cantiere come quello legato alla modernizzazione delle fognature significherebbe creare un caos sia sulla viabilità che sui parcheggi, una situazione che diventerebbe esplosiva». E dunque, quando se ne riparla? «Crediamo di dover attendere uno o due anni ma, ripeto, è un lotto già finanziato» quindi, presto o tardi, diventerà realtà.
Voragine in piazza Dante, le indicazioni di Calcinaro: «Sotto c’è anche un laghetto carsico»
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