di Sandro Renzi
La pronuncia del Tar sul “caso porto” viene accolta con soddisfazione dall’Amministrazione Vesprini che in conferenza stampa ha spiegato le ragioni per le quali, secondo il primo cittadino, il provvedimento adottato dal Tribunale amministrativo sarebbe in linea con quanto fatto dagli uffici di via Veneto in questi mesi. «Non è una guerra tra l’Amministrazione Vesprini e la società Marina -esordisce il sindaco- vogliamo solo risolvere le problematiche del porto che rischiano di ricadere sulla cittadinanza. Abbiamo un debito di un milione di euro che deve essere pagato dalla società. Una situazione che si sta esasperando. La sentenza sulla sospensiva parla però chiaro. Si accoglie il ricorso sull’istanza della società ma il giudice si pronuncia già nel merito ribadendo quello che abbiamo detto e scritto».
Il sindaco esclude qualsiasi volontà di entrare in conflitto con la Marina srl. «Non si tratta di capire chi abbia vinto o perso, il giudice dice sostanzialmente quello che diciamo noi, il concessionario deve pagare». Nel dispositivo il giudice rimarca che le precedenti sentenze richiamate dal ricorrente nel ricorso al tribunale dorico non possono essere interpretate. Ciò ad avvalorare che il Comune avrebbe seguito un iter corretto , secondo il sindaco. Adesso cosa accade? La società dovrà versare una polizza per l’importo di 970 mila euro più due annualità relative al 2023 e 2024. In totale poco meno di 1.500.000 euro. Entro il giorno antecedente la scadenza della proroga concessa dal Comune. In caso contrario, ovvero se la polizza non verrà presentata o se addirittura non verranno pagati i canoni, la decadenza della concessione sarà effettiva. Ma gli amministratori sperano che non si arrivi a questo punto.
A dare man forte al sindaco l’assessore con delega al porto, Fabio Senzacqua. «Il Tar dice quello che chiediamo noi, una polizza, ma secondo le prescrizioni e le indicazioni che il tribunale stesso enuncia. Così però non ci è mai arrivata e nemmeno a garanzia dell’importo totale». La segretaria generale, Maria Stella, rimarca quanto già anticipato dai vertici politici. «Si evidenzia nell’ordinanza che le precedenti sentenze non sono interpretabili, il canone va pagato anche per le aree occupate dalla sabbia che non possono quindi essere scomputate dal dovuto. Insomma si conferma il provvedimento emesso del Comune. La Marina, peraltro, chiede di applicare decisioni prese in altre controversie in Sardegna. ma non possono essere casi legati ad un Comune. Così facendo creano confusione». Ancora Senzacqua. «Ho la delega al porto, una rogna che ci siamo trovati ad affrontare e negli anni non c’è nessuno che abbia avuto il coraggio di metterci mano. Ci siamo trovati noi a doverci mettere la testa con decisione e caparbietà. I canoni non li abbiamo calcolati noi, noi li abbiamo solo adottati, erano gli stessi individuati dalla passata Amministrazione. Ripeto, ho la delega su questa materia, e tutto quello che abbiamo chiesto dall’inizio, così come per gli impianti sportivi, è stato quello di rimettere a posto situazioni vecchie». Anche l’Agenzia del Demanio, in fase di udienza al Tar, avrebbe confermato, per il tramite dell’avvocatura dello Stato, la bontà dell’operato seguito dal Comune quando ha deciso di adottare il decreto di decadenza evidenziando «che era privo di qualsiasi elemento discrezionale» chiosa Vesprini.
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