di Sandro Renzi
Immaginiamo, per un attimo, di poter contare a Porto San Giorgio su ben 13 campi da calcio, distribuiti indistintamente tra nord, sud ed ovest. Diamo ora uno sguardo al report Aci sul parco veicolare 2022 solo a Porto San Giorgio. Il numero potrebbe far paura: 10.717 autovetture immatricolate. Da sola, probabilmente, questa cifra non riesce ancora a rendere l’idea di un fenomeno che rischia di sfuggire agli occhi degli amministratori. Torniamo allora ai campi di cui sopra e supponiamo di poter aprire allo stesso tempo tutti i loro cancelli. Ebbene, le 10.717 auto censite finirebbero per occupare tutti e 13 i campi da calcio. E ciò su un fazzoletto di terra ampio poco più di 8 kmq. E’ questa la superficie del Comune rivierasco con 15.957 residenti (al 31 dicembre del 2022).
Ma non finisce qui. Perché dando uno sguardo allo stesso report Aci si apprende che complessivamente, alle 10.717 autovetture vanno poi aggiunti 1.768 motocicli, 29 motocarri e mezzi di trasporto simili (rimorchi, motrici etc.) per un totale, non certo invidiabile, di 13.784 veicoli. Questa è la consistenza dell’autoparco sangiorgese. Tredici ettari di territorio comunale, su 800 totali, sono quindi di fatto destinati alle automobili. Forse qualcosa in meno, se contiamo i garage, che tuttavia sappiamo essere pochi e assai costosi a Porto San Giorgio. Da questi dati, probabilmente, bisognerebbe partire per mettere mano ad un serio piano della viabilità cittadina, come peraltro annunciato dal sindaco Vesprini e di cui ora dovrà occuparsi il neoassessore Tombolini. I numeri riportati, infatti, sono in crescita. Nel 2018, ogni 1.000 abitanti si contavano 648 autovetture (+1,7% rispetto al 2016). Nel 2022 se ne contano 671. Viabilità e non solo. Perché l’altro problema atavico da affrontare sono i parcheggi. L’estate pare abbia retto il colpo legato al doppio cambio dei sensi di marcia tanto in viale della Vittoria quanto sul lungomare Gramsci. Da capire se l’autunno porterà consiglio e se ci saranno altre modifiche come quella richiesta, ad esempio, dai residenti in via delle Marine.
Adesso, però, è arrivato il momento di programmare interventi risolutivi e di lungo periodo partendo da una progettazione che può essere redatta solo da tecnici esperti di mobilità. Certo, lo scenario di partenza non è roseo, se si valuta anche un altro fatto: gran parte degli interventi di riqualificazione o demolizione e ricostruzione degli immobili a Porto San Giorgio (grazie anche al superbonus del 110) è stata portata a termine spesso senza prevedere garage e spazi auto sufficienti e cercando di massimizzare le volumetrie per il residenziale. Altre automobili, quindi, circoleranno per la città gravando sul carico urbanistico di un paese tra i più densamente abitati della Regione. E non si pensi che possa essere preso come attenuante per non intervenire il fatto che, trattandosi spesso di seconde case, il via vai interesserà principalmente la stagione estiva già di per sé caotica per la presenza dei pendolari che prendono legittimamente d’assalto le spiagge sangiorgesi, e non tutto l’anno. E per fortuna che ci sono quest’ultimi a salvare la stagione dei balneari e a sostenere una fetta importante dell’economia locale.
Stesso discorso per i parcheggi. Non si può ragionare solo in termini di “stagioni” ritenendo che due mesi di confusione, luglio ed agosto, con gli stalli occupati e i parcheggi selvaggi, non bastino per investire e prevedere nuove aree di sosta oltre quelle la cui apertura dipende solo dalla buona volontà dei privati (vedasi Marina srl per area porto e proprietari dell’area posta sul lungomare nord). E non si potrà prescindere neanche da una attenzione per le ciclabili e da un più costante ricorso alle due ruote come alternativa alle quattro, soprattutto per brevi spostamenti. Un piano della viabilità dovrà incentivare l’utilizzo delle biciclette, incrementare dove possibile il numero delle ciclabili o gli spazi ad esse riservati, rimodulare e sperimentare nuovi sensi unici per rendere fluido il traffico cittadino, soprattutto nelle zone in cui più alta è la densità di circolazione (vie del centro o ex borgo marinaro, viale dei Pini, via Petrarca etc), prendere di petto il lungomare ed anche lì trovare soluzioni che possano conciliare le diverse esigenze, non ultima quella di avere un lungomare non congestionato dalle autovetture. La soluzione al nodo parcheggi non potrà prescindere dallo studio di soluzioni, magari su più piani (ex scalo ferroviario ad esempio), nella consapevolezza che interventi simili richiederanno il supporto dell’investitore privat0, al fine decongestionare nel periodo estivo quel lungomare che dovrà tornare ad essere attrattivo e non più solo un luogo di transito a 30 km/h e sosta.
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